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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Vertice europeo su Ucraina. Uniti nelle intenzioni, divisi sull'invio di truppe.



I leader dei principali Paesi europei si sono riuniti all'Eliseo, chiamati a raccolta da Macron.

Donald Trump vuole fare tutto alla sua maniera e l'Unione europea viene messa in disparte?

Beh, si cerca un'inversione di tendenza e proprio per questo le potenze europee si sono riunite a Parigi per discutere del dossier Ucraina. 

Se la Conferenza di Monaco, in realtà non aveva portato risultati, il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato un incontro urgente, per provare a restituire voce all'Europa messa alla porta dagli Usa. 

Non è possibile, infatti, che il tutto si debba ridurre ad accordi russo americani.

Passeremmo davvero anche sulla carta a diventare sudditi al 100% di quelle che una volta erano le due superpotenze per antonomasia.

A dire la verità, prima di questo vertice Macron si è confrontato telefonicamente per una ventina di minuti con il Presidente Usa.

A.cercare di rompere lo stallo ci ha pensato proprio l'Ucraina che, nel frattempo ha proposto  che l'Europa nomini rapidamente un rappresentante per potenziali negoziati di pace con gli Stati Uniti e la Russia. 

Il cancelliere tedesco Scholz, ha comunque espresso la sua opinione: "L'Ucraina deve potersi difendere e non le può essere imposto nessun diktat. Non può accettare tutto ciò che le viene presentato, a nessuna condizione". 

Quello, insomma che la logica vorrebbe, invece ci troviamo a parlare di accordi con un criminale di guerra come Putin che dovrebbe essere processato e non trattato come un capo di Stato. 

Purtroppo il difetto dell'Europa è sempre lo stesso.
Manca una linea comune fra i leader, a cominciare dall'ipotetico invio di truppe di pace in Ucraina. Ipotesi, questa, che non trova l'appoggio, tra gli altri, di Giorgia Meloni.

Per la premier italiana Giorgia Meloni si tratterebbe di un'opzione da scartare in quanto "la più complessa e la meno efficace". 
Anche perché rischierebbe di fare fallire ogni tipo di accordo.
Proprio per questo bisognerebbe coinvolgere gli Stati Uniti perché, il suo ragionamento si basa sul concetto che  "è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana". 

In realtà era stato il primo ministro britannico, Keir Starmer, ad avanzare l'ipotesi delle truppe in Ucraina, prima del vertice.
Posizione appoggiata anche dalla Svezia. Starmer ha affermando che "tutti vogliono un accordo di pace", ma "deve essere duraturo". 
Ne va anche della sicurezza collettiva.
il destino dell'Ucraina "non mette in gioco solo il futuro" di Kiew, ma è una questione esistenziale per l'Europa intera".

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ha aggiunto: "Abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso una posizione di forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico di tutta la sua parte di assistenza militare all'Ucraina".

Anche per la Nato, l'impegno dell'Europa è chiaro.

Quello che non ho ancora capito, però, è in che modo si vuole agire.

Tutte le posizioni potrebbero essere condivisibili ed avere una propria logica, ma di fatto ci troviamo sempre in una fase che sembra inconcludente.

"Sono solo parole"
(Noemi)

Da un summit ci si aspettava qualcosa di più concreto, una dichiarazione unitaria, qualcosa alla quale lavorare per poter agire immediatamente, invece c'è stata una serie di dichiarazioni, in alcuni casi, fin troppo ovvia e scontata, Senza che nessuno mettesse sul piatto almeno il progetto di quella che possa essere una soluzione da perseguire tutti insieme.

Vedremo i prossimi sviluppi.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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