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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Mola di Bari piange la scomparsa di Terry Mildare, cittadino onorario e studioso del dialetto


Aveva dedicato la sua vita allo studio del dialetto molese

Ci sono tante forme di bellezza, una di queste sicuramente può essere considerata la lingua di un popolo.

E così è possibile che un uomo che proviene dall'Inghilterra possa trovare infatuazione per un linguaggio italiano, così diverso dal proprio....

"La lingua più bella e completa del mondo, figlia di padri greci e latini"
(Enrico Ruggieri)

La particolarità della storia è che non è dell'italiano che si innamora quest'uomo, ma di un dialetto.
E se 17 gennaio, oggi si dice che si celebrano sia Sant'Antonio Abate che la lingua locale, questa è solo un'inversione di tendenza nella maniera di percepire il dialetto nelle varie comunità.
Prima del dialetto quasi ci si vergognava.

Certo, quello di Gallipoli, per esempio,  è diverso da quello di Mola, non come l'italiano e la lingua che si parla ad Haiti, ma genera campanilismo ed ognuno difende il suo, ma il rapporto con questo linguaggio prima non era idilliaco. 

Si passa da Giacomo Matteotti che usa il dialetto per sentirsi più vicino al popolo a quel popolo che affrancatosi da periodi più bui, si vuole dare un tono, ritenendo le lingue locali qualcosa di livello basso e sinonimo di povertà e mancanza di istruzione.

Francesco Renga che chiude il suo tour parlando in bresciano, per esempio, è una cosa che qualche decina di anni fa, avrebbe fatto storcere il naso.

Adesso non solo c'è il ritorno di fiamma, ma ci si innamora anche dell'idioma di altre regioni.
Una decina di anni fa Gino Paoli è diventato cittadino onorario di Napoli e ha ritirato la medaglia d'oro della città dalle mani del sindaco Luigi de Magistris. 
Il cantautore genovese ha ricevuto questo riconoscimento perché è considerato “un napoletano verace” e nutre una passione verso il dialetto napoletano e i suoi musicisti più noti.
Certo, è stato un italiano, mica George Benson.

Il professore inglese, invece, è arrivato quando tutto questo ritorno alle origini non era in atto.

Mola di Bari è, quindi, in lutto per la scomparsa di Terry Mildare.

Non ha mai dato l'aria di voler essere Hercules o Emergency per il dialetto del luogo, ma di fatto ha operato al meglio, tipo quello che il FAI fa per i monumenti.

Studioso di linguistica e dialettologia, il professor Mildare, originario di Londra, ha dedicato la sua vita allo studio del dialetto molese, diventando un vero e proprio punto di riferimento per la comunità locale.

Arrivato a Mola di Bari alla fine degli anni '70, Mildare si era innamorato della ricchezza e della particolarità del dialetto locale, tanto da decidere di dedicargli anni di ricerche e pubblicazioni. 

Ha pubblicato numerosi studi e ricerche sul dialetto molese, tra cui il volume "Aspetti della fonologia e morfologia del molese, un dialetto pugliese dell'Italia Sud-Orientale".

Il suo lavoro ha contribuito a preservare e tramandare alle future generazioni un importante patrimonio linguistico e culturale.

Grazie al suo lavoro, il dialetto molese è stato valorizzato e promosso, diventando un simbolo dell'identità culturale della città.

Nel 2001, il Comune di Mola di Bari gli aveva conferito la cittadinanza onoraria, a riconoscimento del suo contributo alla comunità. Nel 2013, aveva ricevuto il "Rosone d'argento" dal sindaco Stefano Diperna.

La scomparsa di Terry Mildare rappresenta una perdita importante per Mola di Bari, che viene privata di un cittadino illustre e un appassionato custode della sua cultura. 

La comunità molese ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Terry Mildare,  un uomo di grande cultura e umanità e lo ricorda con affetto e gratitudine per il suo impegno e la sua dedizione.

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