"Il signor Pirandello è desiderato al telefono" - Un'opera teatrale intensa e commovente che merita di essere vista e apprezzata.
La performance di Angelo Tanzi in questa pièce è tale da restare impressa nello spettatore anche molto tempo dopo che cala il sipario.
"Il signor Pirandello è desiderato al telefono" è un'opera teatrale scritta da Antonio Tabucchi, uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento.
La pièce è stata pubblicata per la prima volta nel 1988 ed è stata poi riproposta in diverse edizioni.
La versione alla quale ho assistito lo scorso giovedì è quella diretta da Angelo Tanzi
che cura anche rielaborazione drammaturgica, luci e spazio scenico e che anima una pièce intensa, portando in scena l’attore stesso al fianco del musicista Fiore Benigni, il “suonatore cieco di organetto”.
E che avevo presentato in questo modo:👇🏼
Paradossalmente partiamo da una trama che se vogliamo è anche piuttosto semplice, almeno all'apparenza.
Un attore viene ingaggiato per esibirsi in un ospedale psichiatrico e cerca di comunicare con i pazienti, ma anche con se stesso ed il mondo esterno ed intende più volte rivolgersi ad un immaginario Pirandello, al quale racconta le sue angosce e le sue paure.
L'opera è un monologo intenso e commovente, che affronta temi importanti come la solitudine, la follia e la difficoltà di comunicare con gli altri.
Tutti temi che lo spettatore già è portato a sentire come suoi, a prescindere dalla rappresentazione, ma che vengono amplificati dalla performance.
Angelo Tanzi, del resto, è una figura rispettata nel panorama attoriale italiano, con una lunga e variegata carriera che spazia tra teatro e cinema. È noto per la sua versatilità e capacità di incarnare personaggi complessi.
Ed in questo caso posso dire che c'è un piccolo surplus che è quello di recitare nella propria città d'origine, Mola di Bari, cosa che è praticamente una rarità.
In "Il signor Pirandello è desiderato al telefono", l'artista offre una grande performance catturando magistralmente la fragilità, la disperazione e il desiderio di connessione del personaggio.
Lo spettacolo prende avvio con una frase enigmatica: “Eccomi, sono Fernando Pessoa, o così mi hanno detto di essere".
È così che parte il viaggio, condiviso con il pubblico, attraverso i grandi temi dell’esistenza, come finzione e verità, amore e illusione, vita e morte.
Le Citazioni di Luigi Pirandello e Fernando Pessoa, maestri del Novecento, emergono nelle parole di un monologo che è insieme confessione e spettacolo, ma c'è qualcosa di più, quella passione e veridicità nelle parole che sono quelle che colpiscono maggiormente gli spettatori.
Tanzi riesce a rendere credibile e toccante la figura dell'attore protagonista, un uomo fragile e smarrito che cerca disperatamente di dare un senso alla propria esistenza, con una performance che rimane impressa nello spettatore anche molto tempo dopo che cala il sipario.
Uno dei particolari che mi ha maggiormente colpito è quello "degli stereotipi".
Celebrati, messi in evidenza e poi dissacrati.
Mi spiego meglio.
Ad un certo punto ci si concentra sulla valigia che il protagonista porta in scena.
Valigia come viaggio,
Valigia come attrezzi da lavoro,
Valigia come scrigno dei sogni.
Da questo oggetto escono gli attrezzi del mestiere, strumenti per i travestimenti, per interpretare i tanti personaggi che si possono portare alla ribalta, le diverse anime.
Ma tutte hanno un rovescio della medaglia e si scontrano con la consapevolezza che molto di tutto quello presente in quello scrigno, è già stato....
e magari non riflette la situazione attuale dell'attore.
Del resto il tumulto interiore e la profondità emotiva del personaggio è davvero notevole.
Ed è così che tra assoli di organetto, travestimenti e numeri da avanspettacolo, si crea quella sintonia poetica con chi assiste.
Attraverso le corde toccate, infatti, ogni spettatore intravede un riflesso di sé.
Il progetto sonoro, curato da Paolo Daniele e i movimenti coreografici di Maria Vittoria Bosco completano l’esperienza, che diventa a 360° e praticamente irresistibile.
Per concludere posso dire di essere contento di aver fatto parte della platea.
"Il signor Pirandello è desiderato al telefono" è un'opera teatrale intensa e commovente che merita di essere vista e apprezzata.
E soprattutto vissuta.
E vi assicuro che dal palco arrivano tutti mezzi per fare in modo che sia cosi.
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