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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

O che bel Castello marcondirondirondello... Illuminato.

 


O che bel castello marcondirondirondello
o che bel castello marcondirondirondà


O che bel castello marcondirondirondello
o che bel castello marcondirondirondà

Il mio è ancor più bello marcondirondirondello
il mio è ancor più bello marcondirondirondà
Noi lo ruberemo marcondirondirondello
noi lo ruberemo marcondirondirondà

Chi non ricorda questa filastrocca? 
Si tratta di una delle canzoncine più popolari per bambini e che si sente ancor oggi, dopo tante generazioni.

Una cantilena divertente che non è che si propone di insegnare qualcosa di storico ai bambini,  ma solo di divertirli, accompagnando le frasi con gesti ripetitivi che li aiutino a sviluppare il senso del ritmo.

Però...
Perché la filastrocca ha attacchino e continua a sopravvivere a distanza di tanti anni, più di un brano di Aretha Franklin, George Benson, Joe Cocker, Mina?

La risposta è nel simbolismo del protagonista.
Il castello è stato sempre presente nella vita di ognuno di noi. 
Prima di Mazinga, Goldrake e tutti i supereroi, c'erano storie vere e false che narravano di accadimenti storici o di miti e leggende...

Cavalieri, donzelle da salvare, ma anche nobili e rapporti più o meno idilliaci con la popolazione.
Guerre, conquiste e difese, mura di cinta, Tecniche difensive, ecc.....

La cosa in comune tra tutte queste cose?
Un Castello.

Insomma, ognuno ha il proprio castello.
Quello metaforico di fortezza nella quale possiamo rinchiudere le emozioni più private
e quello più reale che può essere il luogo di appartenenza in cui ci piace sentirci radicati.

Spesso il tutto combacia con un castello vero e proprio che diventa identitario per il luogo in cui si vive e quindi per gli abitanti.

Il mio Castello è quello Angioino di Mola di Bari.
Simbolo del mio paese e custode di tutta la sua storia.

Da piccolo, con i miei amici ci entravo di nascosto.
Era una delle avventure preferite, ci sentivamo esploratori ed eravamo a caccia di conoscenza, anche se non eravamo consapevoli, in fondo facevamo solo delle ragazzate.

Nessuno pensava al turismo per quella costruzione, o servizi che andavano da Rai a Canale 7.
Nessuno pensava a quello che, per esempio il FAI organizza oggi.

Era il Castello, il nostro Castello ed era normale esplorarlo, 
"è nostro no?"

Ci sono voluti anni affinché fosse restituito alla cittadinanza e che potesse essere visitato ed usato per organizzare eventi, prima si aspettava una specie di Emergency, come fosse la manna dal cielo.

Però non Sempre è stato valorizzato a dovere.
Sia perché negli anni costruzioni lo hanno circondato ed in alcuni casi deturpato e poi perché il fossato è in condizioni pietose, visti anche gli atteggiamenti di alcuni stupidi teppistelli del cazzo che lo usano come cestino o discarica. 

Anche chi dovrebbe tutelarlo e mantenerlo in "condizioni civili" non è che sia stato proprio integerrimo.

Comunque adesso si sta cercando di farlo risplendere anche grazie ad una nuova illuminazione che dovrebbe esaltarlo nelle ore serali.

"I riflettori installati nel fossato del nostro Castello Angioino-Aragonese sono stati accesi per consentire ai tecnici di perfezionare il loro puntamento, regalando un’immagine meravigliosa che a Mola mancava da tanto tempo".

Così il Sindaco di Mola Giuseppe Colonna ha voluto condividere con i suoi concittadini la nuova immagine notturna del monumento.

Non è una vera e propria inaugurazione dell'illuminazione, però fa piacere vedere come apparirà una dell costruzioni alla quale siamo tutti affezionati.

Il primo cittadino ha aggiunto:

"Anche se i lavori non sono ancora del tutto terminati non ho resistito alla voglia di condividere con voi questa emozione.
Seguiranno aggiornamenti sull’accensione ufficiale, un momento che non vedo l’ora di vivere insieme a tutti voi
". 

Tutto bello, però, adesso più che mai si dovrà fare anche altro.
Bisognerà evitare che i soliti idioti sfregino o considerino una discarica quel luogo.
Si dovrà cercare di ripulirlo dalla vegetazione spontanea e si dovrà avere cura della manutenzione.

Altrimenti più che esaltarne la bellezza, esalteremmo quanto siamo inadeguati a custodirlo ed a prendercene cura. 

La verità è che se non ci prendiamo cura di qualcosa che ci rappresenta è come se non ci prendessimo cura di noi stessi 
E non è che in questo tempo abbiamo brillato in questo senso.

Il fatto è che un Castello racchiude la storia di una città e ne conosce tutte le verità.
Le somatizza nel corso del tempo e le mostra.

"Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta: la verità è sempre illuminante".
(Aldo Moro)

In più questa sarà anche illuminata.

...o che bel Castello.....

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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