"Lustrucaturu", installazioni ceramiche al terzo fuoco del ceramista Pippo Moresca - Dal 28 Novembre al 19 Dicembre 2024 - Castello Angioino - Mola
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 19 dicembre 2024, dal lunedì al venerdì dalle ore 18,30 alle ore 20 e il sabato dalle ore 17 alle ore 19.
Si è tenuta giovedì 28 novembre 2024, presso il Castello Angioino Aragonese di Mola di Bari, l'inaugurazione della mostra "Lustrucaturu", installazioni ceramiche al terzo fuoco del ceramista Pippo Moresca, a cura del Comune di Mola di Bari, dell'Associazione MentiCreattive e del curatore della mostra, Alfio Cangiani.La mostra sarà visitabile fino al prossimo 19 dicembre 2024, dal lunedì al venerdì dalle ore 18,30 alle ore 20 e il sabato dalle ore 17 alle ore 19.
Pippo Moresca, con le sue installazioni ceramiche "Lustrucaturu" (che in dialetto siciliano significa "lucertole"), ci conduce in un universo dove arte, natura e storia si intrecciano in modo molto stretto.
Le sue opere, caratterizzate da una cottura al terzo fuoco, rivelano una maestria tecnica e una profonda sensibilità artistica.
L'artista utilizza la terracotta, un materiale antico e ricco di storia, per creare sculture che sembrano emergere dalla stessa terra.La particolare cottura, definita "Il terzo fuoco" conferisce alle opere un'espressività unica, con superfici cangianti e vibranti.
Non vedremo semplici sculture, ma vere e proprie installazioni che coinvolgono lo spazio e lo spettatore in un dialogo quasi intimo.
Il titolo "Lustrucaturu" evoca immagini di creature antiche e misteriose, legate alla terra e alla natura. Le lucertole, presenti in molte culture come simbolo di rinascita e trasformazione, assumono in queste opere un significato ancora più profondo.
"Gli oggetti intorno a noi raccontano storie, frammenti di un passato che fluisce in un futuro che sta per accadere. Sono parte integrante delle culture e del lavoro, essenziali per la sussistenza delle persone e delle comunità. E’ nel lento scorrere del tempo che gli oggetti si animano di vi(s)ta, di mondi immaginari e immaginati, di un riscatto dell’esistenza, portando in sé tutto ciò che li circonda - si legge nella presentazione di Antonio Lombardo - Parte da qui il sentiero di Pippo Moresca che, con fiato amorevole, cerca di ri-donare dignità e cura agli oggetti caduti nell’oblio della modernizzazione, vittime di una civiltà spesso alimentata dalla dimenticanza. Il passo del suo incedere è quello dell’artigiano, del creastorie di argille, del narratore irriducibile che abita ancora lo spazio delle piccole botteghe, dove l’arte non è il fine ma il mezzo per tessere relazioni fatte di tempo dedicato, scambio, fiducia, presenza, ascolto, disponibilità, dono. Gli ‘’stricaturi’’ sono figli di questo pensiero, di un’età caduta in disuso, di cui si è smarrita la memoria. Oggetti poveri ed umili, che conservano ancora la forza motrice di una storia sociale, quella delle donne dedite al lavoro domestico, costrette all’incessante strofinamento dei panni su quell’antica tavoletta di legno usata, sino a tempi non molto lontani, per levare le macchie. Come se toccasse proprio alla donna il ruolo ingrato di lavare le colpe degli uomini e della società intera. Era questo un antico metodo, un antico saper fare che si tramandava di madre in figlia".Ingresso gratuito.
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