Concerto con interventi poetici
"Voci nel vento di Kabul" non è un libro o un'opera specifica.
Tuttavia, è lecito riferirsi a diversi avvenimenti legati all'Afghanistan e alla sua gente specialmente in questi periodi di guerra e, nello specifico, quando esiste uno stato delle cose che da quelle parti è la normalità.
Potremmo considerare il titolo di questo appuntamento un'espressione metaforica usata per descrivere le voci e le storie del popolo afghano, spesso inascoltate o silenziate, trasportate dal vento attraverso il paese.
Ci sono numerose opere giornalistiche, articoli e rapporti che si concentrano sulle voci del popolo afghano, in particolare durante i periodi di conflitto o cambiamento sociale.
"non incatenare
qualcosa che tu
volevi vedere volare
Le mani sono per essere strette
no, non per essere legate"
(Soundgarden)
Ci sono opere letterarie, come romanzi o poesie, possono incorporare le voci di personaggi afgani, riflettendo le loro esperienze e prospettive.
Ma mai racconto più immediato del canto.
Anche della storia della nostra nazione ricordiamo i canti che si sono tramandati di generazione in generazione.
Sono questi ricordi sonori a farci rivivere il passato, visto che si possono ricondurre a determinati momenti, sia belli che brutti.
"La vita reale, rappresentata nella canzone"
(Simply Red)
Il canto è stato sempre anche un'arma rivoluzionaria.
Oggi cataloghiamo la musica in jazz, rock, pop, ma storicamente è stato anche il grido di dolore degli oppressi.
La Giornata contro la violenza sulle donne è un'occasione per sensibilizzare a 360° uno dei più grandi problemi che affliggono la nostra società
L'Associazione In...canti di donne ha pensato bene di dedicare la loro performance a tutte le donne che vivono o hanno vissuto situazioni molto spiacevoli, partendo proprio da coloro che quotidianamente subiscono la società che le circonda.
Kabul per certi versi può essere considerata come una Auschwitz perenne.
Sarà il M° Vincenza Tamborrino a dirigere questa esibizione.
Ci saranno interventi poetici di Rosa Colella.
Non sarà, dunque il "cielo in una stanza" scritto da Gino Paoli per Mina, ma i canti provenienti da quel luogo che riteniamo lontani, ma questi canti hanno sempre aiutato il popolo afgano oppresso a guardare oltre la loro condizione e per ricongiungersi con l'ideale di un mondo civile.
È a questo mondo civile che si rivolgono le artiste che ci porteranno a domicilio quella speranza di un mondo migliore che è di tutti.
A prescindere da dove si parte.
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