Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

Le cose non sono mai quello che sembrano ©.           Clicca sull'immagine.
Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Come è stato il Concerto di David Gilmour? - Road to D.G. live - Circo Massimo - Roma - 27, 28, 29 settembre e l'1, 2, e 3 ottobre 2024 (Part 7 - ultima puntata)

Foto Gianni Raimondi

È un articolo lungo, ma immaginate che è solo una piccola parte di ciò che si poteva descrivere a parole.



Mentre le precedenti puntate hanno avuto una pubblicazione più ravvicinata, per parlare dell'evento vero e proprio, mi sono preso qualche giorno.

Serate come quelle in cui un amante della musica viene inondato ed inebriato da tanta magia musicale, deve essere metabolizzata, elaborata, praticamente rivissuta, se si vuol cercare di raccontare quanto più possibile circa un'esperienza sensazionale.

Quindi torni idealmente indietro ad inizio giornata.

Foto di Giannangelo Boccuzzi

Giro turistico a Roma per me ed i miei compagni di viaggio, con tanto di sosta al Colosseo ed ad altre tappe fisse che anche se viste e riviste non possono mancare.

Aperitivo e pranzo e poi è tutta preparazione per l'evento, nello specifico quello del 2 Ottobre 2024 che è il motivo della nostra gita nella capitale.



Si arriva al Circo Massimo nel tardo pomeriggio, vantaggio di avere i posti riservati che ti permettono di giungere sul posto anche poco prima del concerto e non fare quelle file anche notturne, come mi è capitato altre volte.

Chiunque abbia mai partecipato a un concerto sa quanti diversi stati d’animo si possano attraversare. 
Figuriamoci se ci si trova di fronte ad una nuova possibilità per poter assistere ad un evento di una leggenda assoluta e di uno dei tuoi artisti preferiti che ha cominciato ad incantare prima che tu nascessi.
(E non sono un ragazzino di primo pelo)

Foto di Giannangelo Boccuzzi


Tante le sensazioni, ma poi, quando sono passate le 21 da qualche minuto, le luci si spengono e si entra letteralmente in un'altra dimensione.

"Zio Dave" sale sul palco e la sua chitarra intona le note dei due brani strumentali che aprono i suoi due ultimi album, "5 A.M." e "Black Cat".

Quindi ... "Luck and Strange", il brano nato da una jam session suonata nel gennaio 2008, con il suo amico, quello che fu il tastierista del Pink Floyd, Richard Wright. 

Foto di Giannangelo Boccuzzi


Le sensazioni belle e la buona musica, non si possono descrivere alla perfezione con le parole, ma comunque sono tutte davanti a noi .... Dietro, sotto, ai lati, ma soprattutto dentro, perché le emozioni suscitate non hanno prezzo.

Si potrebbe dire che è un piacere e un privilegio essere davanti a un mostro sacro come David Gilmour.
La leggenda oggi ha 78 anni, ma tiene il palco per più di 2 ore, senza aiuti, senza autotune o furbi lip-sync e se magari qualcuno si dovesse mettere con la lente di ingrandimento a trovare qualche imperfezione, saprei bene dove mandarli.

Il concerto è anche, ovviamente una macchina del tempo e quindi capita che improvvisamente 
ti ritrovi catapultato nel disco più famoso del mondo, “The Dark Side Of The Moon”. 

Sempre per tornare, come detto in precedenti puntate di questo racconto, durante quel famoso live dei Pink Floyd di 30 anni fa .... L'album fu suonato per intero nella seconda parte dello show.

In sequenza partono "Speak to Me" e poi "Breathe (In the Air)".
Quasi un colpo al cuore e difficoltà nel trattenere le emozioni da parte dei presenti.

Il palco si tinge di azzurro, ad esclusione di una linea di luci bianche che lo attraversa per tutta la sua lunghezza. 

C'è anche una novità, la nuova chitarra di Gilmour, la Fender Stratocaster nera, con l'adesivo di un gatto nero, motivo per il quale viene definita Black Cat Strat. 

Foto di Giannangelo Boccuzzi

Poi il palco diventa buio e partono gli effetti delle sveglie di "Time" mentre sullo schermo viene proiettato il celebre filmato animato di Ian Emes, che i Floyd avevano utilizzato per la prima volta nel 1974. 
Il batterista è in piedi per suonare i tom-tom, illuminato da un fascio di luce, con Gilmour ed i musicisti impegnati a duettare.

Il bassista Guy ricrea con il suo strumento il ritmo dell'orologio mentre la sezione cantata in origine da Wright viene affidata come nel tour precedente a Phillinganes. 

L'assolo di chitarra di David è ovviamente molto atteso e conserva lo stile del passato, anche se è stato modificato leggermente nella sezione iniziale.
Un fascio di luci bianche dall'alto centra la sua figura ed ovviamente arriva "Breathe (Reprise)", con le luci che tornano azzurre. 

Foto di Giannangelo Boccuzzi


Senza che ci siano una la Delorean di Ritorno al Futuro, il Tardis di Doctor Who o l'Enterprise di Star Trek, si accelera e si torna nel 1970  ed ecco "Fat Old Sun".
Lo schermo circolare si colora di arancione a simulare il sole citato nella canzone. 
il chitarrista Worsley va alla slide, mentre Gilmour suona l'acustica e le coriste lo sostengono con la loro voce. 
Al termine della sezione cantata, Gilmour lascia la chitarra acustica per prendere la famosa "The Workmate", la Fender Esquire del 1955, e parte l'incredibile assolo.


Foto di Giannangelo Boccuzzi

Ma come se non bastasse ecco un'altra chicca d'annata", l'esordio in un tour ufficiale di Gilmour di  "Marooned" che il chitarrista aveva proposto, da solista, dal vivo solo in un'altra occasione, precisamente nel 2004, in occasione del concerto per i 50 anni della Fender Stratocaster.

Per quanto possa sembrare assurdo, si tratta dell'unica canzone dei Pink Floyd a ricevere un Grammy Award.
"Marooned" è stata scritta da Gilmour e Wright e vide la luce nel 1993 da una loro fortunata jam in studio. 
C'è un aneddoto per quanto riguarda questo brano.
Provvisoriamente era stato denominato “la canzone della balena”.
Per via del suono della chitarra, basato sul pedale con l'effetto Whammy della DigiTech.
Quando nel 1994 fu suonata a Oslo i Pink Floyd fecero scorrere sullo schermo immagini di balene per contestare il governo norvegese che che autorizza la caccia al grande mammifero, tra le altre cose, in via di estinzione.

Foto di Giannangelo Boccuzzi

Nella versione suonata al Circo Massimo si parte da suoni vari che riproducono onde del mare e gabbiani. 
Il cielo stellato si stampa sullo schermo ed in fondo ad esso si scorge un pianeta coloratissimo che si avvicina sempre di più, fino a prendersi la ribalta dello screen.
"Zio Dave" riproduce, praticamente con il suo strumento quello che vediamo ed i suoni sembrano arrivare da pianeti lontani che ci entrano dentro.
All'inizio accompagna solo il pianoforte, ma poi si aggiunge anche il resto della band.

Foto di Giannangelo Boccuzzi

E così .... mentre noi siamo già "in coma" non ti va a partire "Wish You Were Here"?
No, basta! E' troppo! Non si può reggere.
E' il mio brano preferito in assoluto e credo lo sia di molti.
Del resto è uno dei brani più iconici dei Pink Floyd e non può essere "toccato", quindi viene eseguito in maniera classica. 
Worsley introduce le prime note della canzone e poi attacca David.
Dopo la prima parte acustica Gilmour va al microfono mentre Worsley suona la slide. 

A questo punto l'artista presenta la band ed oltre ai bravissimi musicisti, è la volta delle corista tra le quali spicca il nome di sua figlia Romany Gilmour.

Foto di Giannangelo Boccuzzi


Lo spettacolo continua con Hattie Webb e Romany Gilmour, entrambe all'arpa che suonano le note introduttive dello strumentale "Vita Brevis", mentre Gilmour è seduto alla slide, riprendendo fedelmente la versione contenuta nell'album “Luck And Strange”.  

Foto di Giannangelo Boccuzzi

Segue "Between Two Points". 
E' Romany qui la protagonista che inizia suonando l'arpa e cantando da solista, con 
suo padre alla chitarra.

Foto di Giannangelo Boccuzzi


È una sensazione strana, un giorno spiegherò probabilmente anche il mio personale perché, ma non c'entra in maniera specifica ...o solo specifica... con il concerto 

E comunque non c'è il tempo di riprendersi che l'effetto di una campana in lontananza e un brusio di uccellini ci fa rizzare nuovamente le orecchie e ci mette in faccia quel sorriso di quando da bambini ci si aspetta il regalino che ci stanno per fare 
È l'introduzione di "High Hopes", per la quale viene utilizzato lo storico filmato dei Pink Floyd del 1994. 

Adam Betts batte sulla campana, mentre Phillinganes suona le note di pianoforte. 
Zio Dave canta, amoreggiando con la sua chitarra acustica, sostenuto nel coro da Worsley, Pratt e dalle coriste. 
Il finale è da copione, Gilmour si siede alla slide  e parte con il suo lungo assolo che recepisci con esaltazione ogni volta, come se fosse la prima.
Ma il regalino al quale facevo riferimento prima, è addirittura doppio: 
dai lati del palco fuoriescono 12 enormi palloni bianchi con il simbolo dei Pink Floyd, come quelli che vengono proiettati sullo schermo. 

I palloni finiscono sul pubblico e rimbalzano sulle mani degli spettatori che si divertono con quegli oggetti che non essendoci più la possibilità di vedere un concerto dei Pink Floyd credevamo di non poter più rivedere.

È l'ultimo atto della prima parte dello show e già 
Siamo sfatti dalle emozioni.
Effettivamente ci vuole una pausa per riprenderci.


Foto di Giannangelo Boccuzzi


Se qualcuno  pensava che la seconda parte dello spettacolo non partisse col botto, era perché questo non aveva consultato la scaletta, infatti l'inizio con "Sorrow", mette subito in chiaro che lo show è destinato a salire ancora.

Si tratta di un'altra canzone già eseguita lungamente dai Pink Floyd tra il 1987 e il 1994 e presente nuovamente nel repertorio gilmouriano dal 2004 in occasione del tributo per i 50 anni della Fender Stratocaster e successivamente nel tour di “Rattle That Lock”.

La sensazione è, quindi quella di essere stati 
riportati emozionalmente da dove avevamo lasciato.

David viene illuminato da un fascio rosso intenso mentre dal basso del palco parte un laser verso il cielo. 
Gli effetti luce diventano sempre più belli con l'avanzare del brano. 
La strofa finale viene cantata insieme da Gilmour e Worsley.


Foto di Giannangelo Boccuzzi

Arriva la volta di  "The Piper's Call" con Gilmour che si esibisce alla chitarra elettrica, Worsley con l'acustica nella prima parte, ma dopo cambierà lo strumento mentre Romany canta insieme a suo padre, scambiandosi sorrisi ripetutamente. Anche in questo caso i fasci di luce colorati incantano, ma mai quanto l'assolo finale di David.


Foto di Giannangelo Boccuzzi

Torna nella scaletta anche "A Great Day for Freedom" che già nel tour del 2006 aveva fatto emozionare il pubblico.
La voce di Gilmour qui è più a suo agio che in altri brani, ma l'incrocio di chitarre che sembra non volersi mai fermare e la performance delle coriste rendono il brano ancora più epico.


Foto di Giannangelo Boccuzzi


Arriva la volta di "In Any Tongue", brano che amo particolarmente e che se anche non fa parte del repertorio della iconica band, ma fa parte del penultimo album solista di David, ha stampato a fuoco il marchio Pink Floyd.
inizia con l'inconfondibile fischio che è affidato a Romany, con Gilmour che intanto ha ripreso la Black Strat Cat. 
Sullo schermo il suggestivo video animato realizzato da Danny Madden, già usato per il tour 2015-2016, che, in questo periodo diventa ancora più attuale visto le guerre in atto.
Il cantato è in collaborazione, infatti il chitarrista Ben Worsley si prende cura della parte più alta del brano, mentre David si limita ad accompagnare con la sua chitarra.


Foto di Giannangelo Boccuzzi

E che dire di "The Great Gig in the Sky"?
Ecco un altro brano iconico della discografia dei Pink Floyd, composto ed eseguito al pianoforte da Richard Wright, impreziosito in studio dall'incredibile performance vocale di Clare Torry, aggiunta in extremis quando il disco stava per essere pubblicato.
Tributo di Gilmour al suo amico e sodale artistico, scomparso nel 2008. 


Foto di Giannangelo Boccuzzi

Il tutto parte con una scenografia scarna con presenza di candele di cera, alcune delle quali posizionate anche sul pianoforte a coda, suonato da Louise Marshall. 
Il tutto crea una situazione più "intima".
Guy Pratt suona il contrabbasso e Gilmour si esibisce con la slide. 

La versione è più lunga dell'originale e prevede un arrangiamento diverso. 
Le voci delle coriste si intrecciano alla perfezione e c'è spazio per tutte, anche se è Romany che sembra guidarle. 
La Marshall offre, inoltre una splendida esibizione strumentale e in alcuni momenti interviene anche con i suoi vocalizzi, rendendo ancora più suggestiva l'esibizione.
Gilmour interviene sul finale con la slide ed il brano termina con le voci delle coriste.


Foto di Giannangelo Boccuzzi

E visto che ci siamo con i tributi a Richard Wright, non poteva mancare  "A Boat Lies Waiting", contenuta nell'album solista “Rattle that Lock” del 2015, nel quale il tastierista dei Pink Floyd aveva suonato.
Gilmour inizia alla slide, mentre Louise Marshall suona il pianoforte. 
Come nel disco, si diffonde la voce di Wright ed il pubblico dimostra grande apprezzamento oltre all'emozione. 
Ad un certo punto David si alza e raggiunge il microfono per cantare, Worsley lo rimpiazza suonando la slide. 
Tutti armonizzano tranne il batterista.

Ritorna nuovamente in auge l'album “The Division Bell”  con il brano "Coming Back to Life", suonato sia nel tour del 1994 che nei precedenti concerti solisti di Gilmour. 
Il palco si fa buio ed un occhio di bue illumina David dalle spalle.
Inizia il brano e le luci tornano ad essere colorate. 

Sono due canzoni dell'ultimo album “Luck And Strange” a chiudere il concerto.

"Dark and Velvet Nights" parte con le chitarre distorte mentre sullo schermo vengono proiettate le animazioni del video ufficiale. 
Le coriste si aggiungono e con loro il suono di alcune percussioni. 
Charlie Webb suona la chitarra acustica ed il finale è un bellissimo assolo di Gilmour.

L'ultimo brano in scaletta è "Scattered" che chiude anche l'album.
C'è sullo schermo l'immagine di un orologio, simbolo del tempo che inesorabilmente va avanti. 
C'è anche il suono di un'orchestra a riempire il brano, anche se si tratta solo di una base.
Pratt caratterizza la performance con il basso, Gilmour canta con gli occhi chiusi, prima di regalarci ancora una volta un meraviglioso solo di chitarra con la Black Strat Cat. 
Le Webb suonano chitarra e arpa.
Poi la band che ringrazia e lascia il palco davanti a un pubblico in delirio. 

Partono le riflessioni e ti rendi conto, non solo a parole, ma con l'anima che sono 30 anni esatti da quando ho visto Zio Dave la prima volta, all'epoca era insieme alla band che lo ha consegnato alla storia della musica, ma dopo questi live, poco cambia.

La paura è che quello che ho visto in questi giorni presumibilmente sarà il suo ultimo tour.

Gilmour ha deciso di scegliere Roma per le uniche date europee del suo ultimo tour?
Gli 80 anni sono alle porte e, voce a parte, di solito ci mette qualche anno per produrre un nuovo lavoro con la conseguente tournée.

Però ci si rende conto che non è proprio quello il momento di pensarci.
Il concerto in realtà non è veramente finito e lo sappiamo tutti, visto che tutti lasciano i propri posti per correre sotto al palco.

I musicisti tornano sul palco, acclamati dal pubblico, c'è ancora un ultimo regalo, qualcosa di ovvio, ma nello stesso tempo quasi sacro.

È dal 7 febbraio 1980, prima data del tour di The Wall dei Pink Floyd che "Comfortably Numb" ha fatto parte di ogni scaletta sia dei Floyd che dei concerti solisti di Gilmour. 

È il gran finale per Roma come era già avvenuto nel tour di “Rattle That Lock”. 
Impossibile che non ci sia.

È Guy Pratt a cantare la sezione che fu di Roger Waters e che anche io ho osato eseguire durante una manifestazione nel mio paese. 

Quando tocca a Gilmour, è Louise Marshall a partire con il suo controcanto, seguita subito dopo dalle altre coriste e da Wesley per la frase “I have become comfortably numb”. 

E visto che ci ritroviamo praticamente, ormai, quasi  ad un concerto dei Pink Floyd, quindi per me a 30 prima, parte quell'effetto di laser, una trovata anni Settanta sempre apprezzata dal pubblico, come se fosse il solo contorno possibile al brano.

E siamo tutti nuovamente a bocca aperta a seguire le linee verdi che vanno verso il cielo. 

Arriva il primo solo, come al solito è fedele a quello originale del 1979.
Tutti sappiamo che l'apoteosi arriverà dopo.

Arriva il secondo assolo e per tre minuti Gilmour ci devasta l'anima lasciandoci quasi sfiniti e le corde della chitarra, diventano la stessa cosa con i laser in una strana realtà nella quale ci ritroviamo Senza raccapezzarci più.

Non esiste più tempo, epoca, spazio, visto che ad un certo punto siamo invasi un vero e proprio caleidoscopio sia di colori che di emozioni 

Le coriste danzano, ma tutti cercano di scorgere in Romany una partecipazione speciale in quelle note che fanno praticamente parte del suo DNA.

Sarà che c'è la sensazione dell'ultima volta, ma probabilmente questo assolo non è stato mai così bello ed intenso.

Il delirio dei pubblico è totale, quanto la tristezza che da lì a poco sarà tutto finito.

Essere lì in quel momento lo considero un privilegio.

Erano 30 anni che non assistevo a qualcosa in grado di emozionarmi in queste maniera.

Non so se ci rincontreremo ancora, 
Ma il grazie David vale a prescindere da ogni parte del tempo io lo possa mandare.


SETLIST

Set 1:

5 A.M.
Black Cat
Luck and Strange
Speak to Me (registrata) - di Pink Floyd
Breathe (In the Air) - Cover di Pink Floyd
Time - Cover di Pink Floyd
Breathe (Reprise) - Cover di Pink Floyd
Fat Old Sun - Cover di Pink Floyd
Marooned - Cover di Pink Floyd
Wish You Were Here - Cover di Pink Floyd
Vita Brevis
Between Two Points - Cover di The Montgolfier Brothers (con Romany Gilmour)
High Hopes - Cover di Pink Floyd


Set 2:

Sorrow - Cover di Pink Floyd
The Piper's Call
A Great Day for Freedom - Cover di Pink Floyd
In Any Tongue
The Great Gig in the Sky - Cover di Pink Floyd
A Boat Lies Waiting
Coming Back to Life - Cover di Pink Floyd
Dark and Velvet Nights
Scattered


BIS #1

Comfortably Numb - Cover di Pink Floyd



--------------------------------------------

Tutte le puntate:👇🏼


Commenti

IL LIBRO DI MANCIO !!!

IL LIBRO DI MANCIO !!!
Le cose non sono mai quello che sembrano ©

© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

ACQUISTA SU

- www.ilmiolibro.it

ACQUISTA ORA: CLICCA QUI!!!

- La Feltrinelli (librerie e/o sito)

- Cartolandia Mola

(Via S.Chiara, 5 - Mola di Bari)

- Francesco Basile Strumenti Musicali

(Via Matteotti, 14 - Taranto )

- Stores esterni (amazon,Apple, Kobo, ecc.)

(versione cartacea Isbn: 9788891066589

ebook Isbn: 9788891066824)

CLICCA "MI PIACE" sulla pagina:

Le cose non sono mai quello che sembrano

www.facebook.com/lecosenonsonomaiquellochesembrano

Puoi acquistare il libro anche dalla stessa pagina facebook:

Clicca QUI: Acquista ora !!!

Top 10 (gli articoli più letti di sempre)