D𝐄L𝐈T𝐓O M𝐀T𝐓E𝐎T𝐓I I𝐋 𝐌A𝐍D𝐀N𝐓E di M𝐚r𝐢o G𝐢a𝐧f𝐫a𝐭e - 𝟏4 g𝐢u𝐠n𝐨 𝟐0𝟐4 a𝐥l𝐞 𝟏8:0𝟎 - 𝐋i𝐛r𝐞r𝐢a C𝐮l𝐭u𝐫e C𝐥u𝐛 𝐂a𝐟é - M𝐨l𝐚,

 

i𝐧 𝐨c𝐜a𝐬i𝐨n𝐞 𝐝e𝐥 𝐜e𝐧t𝐞n𝐚r𝐢o d𝐞l𝐥a m𝐨r𝐭e d𝐢 𝐆i𝐚c𝐨m𝐨 𝐌a𝐭t𝐞o𝐭t𝐢.

Come tutti sapranno, Giacomo Matteotti è stato un politico, giornalista e antifascista italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, formazione nata da una scissione del Partito Socialista Italiano al Congresso di Roma dell'ottobre 1922.

Di dominio pubblico e storico anche il tragico evento riguardante la sua prematura dipartita.

Fu, infatti, rapito ed assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa delle sue denunce delle illegalità commesse dalla nascente dittatura di Benito Mussolini.

Diversi i documenti dell'epoca e gli articoli di giornali che tentarono di edulcorare il tutto.

"Questa è tutta la noia che ho, questo è frutto del nostro silenzio".

(Santi francesi)

Si parla anche di un articolo non firmato che però ebbe da subito tutta l'aria di essere stato scritto da Benito Mussolini.

Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo l'omicidio, il 16 agosto 1924.

Il 3 gennaio 1925, di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse pubblicamente la «responsabilità politica, morale e storica» del clima nel quale l'assassinio si era verificato.

A tale discorso fece seguito, nel giro di due anni, l'approvazione delle cosiddette leggi fascistissime e la decadenza dei deputati che avevano partecipato alla secessione dell'Aventino come protesta per il delitto Matteotti.

Come però ben si sa, tutte le notizie di quell'epoca furono censurate e revisionate, quindi c'è stata da sempre la difficoltà di comprendere pienamente le vicende di quel periodo storico.

"Alza il pugno, alza il pugno, non rinnego la mia vecchia strada, l'utopia è rimasta ma la gente è cambiata la risposta ora è più complicata". 

(Modena City Ramblers)

L'Anpi e l'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Mola di Bari, non sono nuove ad iniziative che tendono a riportare in auge capitoli fondamentali della nostra storia e, per rendere omaggio alla memoria storica di uno dei politici più importanti della nostra nazione hanno organizzato un evento a tema che mette al centro una pubblicazione che va oltre il revisionismo storico e cerca di diffondere, quanto più possibile la verità.

𝐕e𝐧e𝐫dì 𝟏4 g𝐢u𝐠n𝐨 𝟐0𝟐4 a𝐥l𝐞 𝟏8:0𝟎 𝐩r𝐞s𝐬o l𝐚 𝐋i𝐛r𝐞r𝐢a C𝐮l𝐭u𝐫e C𝐥u𝐛 𝐂a𝐟é a M𝐨l𝐚, i𝐧 𝐨c𝐜a𝐬i𝐨n𝐞 𝐝e𝐥 𝐜e𝐧t𝐞n𝐚r𝐢o d𝐞l𝐥a m𝐨r𝐭e d𝐢 𝐆i𝐚c𝐨m𝐨 𝐌a𝐭t𝐞o𝐭t𝐢.

D𝐄L𝐈T𝐓O M𝐀T𝐓E𝐎T𝐓I I𝐋 𝐌A𝐍D𝐀N𝐓E

𝐜o𝐧 𝐢l p𝐫o𝐟e𝐬s𝐨r M𝐚r𝐢o G𝐢a𝐧f𝐫a𝐭e.

𝐋’𝐮l𝐭i𝐦o d𝐢s𝐜o𝐫s𝐨: g𝐥i a𝐠g𝐢u𝐬t𝐚m𝐞n𝐭i a𝐥 𝐭e𝐬t𝐨 𝐚p𝐩o𝐫t𝐚t𝐢 𝐝a𝐥 𝐟a𝐬c𝐢s𝐦o. 𝐋a d𝐞p𝐮r𝐚z𝐢o𝐧e d𝐞i p𝐚s𝐬a𝐠g𝐢 𝐝e𝐢 𝐪u𝐚l𝐢 𝐧o𝐧 𝐝o𝐯e𝐯a r𝐞s𝐭a𝐫 𝐭r𝐚c𝐜i𝐚 𝐧e𝐥l𝐚 𝐬t𝐨r𝐢a d𝐞l n𝐨s𝐭r𝐨 𝐏a𝐞s𝐞.

Siamo in una fase che riporta prepotentemente memorie del passato, nel quale ci sono troppe convinzioni che lasciano perplessi.

"Predichi bene e sei nel cuore della gente, predichi male e nessuno ha più voglia di te". 

(Bandabardò)

L'evento, coordinato da Donato Valenzano, anche per conto dell'Anpi, punta alla diffusione delle verità.

La legge nel ventennio fascista era una accozzaglia di bugie e privazione di libertà ed, ovviamente, democrazia.

Gli interpreti erano a dir poco deprecabili e chi era nel giusto, finiva per essere contro la legge ed eliminato.

“Per vivere al di fuori della legge, devi essere onesto”

(Bob Dylan)

Il libro che si va a presentare racconta tante verità che vanno conosciute.

"Il volume non è soltanto una brillante, lucida analisi dei tragici eventi che aprirono definitivamente la via alla dittatura in Italia, ma anche un’analisi appuntita, meticolosa, accuratissima che consente di verificare come nella trascrizione del resoconto stenografico dei funzionari della Camera siano scomparsi, grazie a una occhiuta e certamente non disinteressata regia, elementi preziosi tra i quali diverse interruzioni (una delle quali dello stesso Mussolini!) che, integralmente qui riportate, consentono una rilettura originale e rivelatrice di quel discorso, restituendoci qualcosa che evidentemente si voleva far scomparire. Dobbiamo dunque alla stampa libera del tempo e all’appassionata ricerca di Gianfrate se oggi abbiamo di quella estrema testimonianza di libertà una ricostruzione più completa, non “emendata” dal regime, non offuscata da filtri ma ricostruita grazie a giornali quali La Giustizia, l’Avanti! e l’Unità, ma anche a un giornale “fascistissimo” quale La Gazzetta di Puglia, la cui cronaca è tuttavia ricca di particolari inediti". 

(dalla prefazione di Alberto Aghemo)