Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Bari: Com'è stato il concerto di Vasco?

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Più di due ore di musica, un lungo viaggio attraverso i grandi classici e i successi più recenti.


La prima cosa che viene in mente?
Un tripudio di tette al vento, riproposte anche sugli schermi che fanno in modo che la folla oceanica si trasformi in campi di tette, quasi facendo il verso ad un noto personaggio cinematografico che parla di chilometri di pilu.




Ok ... è riduttivo o, forse, è una leggera perversione a farmi partire da qui?
No, si tratta di battute e lasciano il tempo che trovano.
Una cosa è certa, se i reggiseni al vento con Rewind, facevano parlare prima dell'evento, come qualcosa ormai divenuta tradizione, sarà che ora i reggiseni non si usano praticamente più... lo stadio si trasforma in un topless club.
Poi, per carità va bene, non disdegno.

Ma il concerto?

Se dovessi parlare da musicista, di tecnica e di passione per la musica, nel senso delle note anche senza le parole, in senso stretto, direi che la parte strumentale riassunta in quello che viene chiamato “Interludio 2024/ Echo Lake” è una delle parti più alte dello show che permette a tutti, qualora ce ne fosse bisogno di apprezzare al massimo la bravura dei musicisti sul palco.
Fiati, una slide guitar, una elettrica e i vocalizzi della corista si alternano in una maniera godibilissima.
C'è qualcosa di quasi floydiano a partire da quella chitarra orizzontale che fa tanto Gilmour.
Il risultato è che crea un'atmosfera talmente particolare che ti dimentichi di essere ad un concerto di un artista italiano.
Il risultato è molto bello.
Ogni musicista può prendersi i suoi spazi.
In quasi ogni performance live c'è lo spazio per la band.
E Vasco concede sempre al gruppo questo momento, qualcuno dice anche per rifiatare, ma va bene così.
Anche se accade anche con i concerti dei ventenni.

Una cosa è certa e diciamolo senza mezzi termini, la band è con i controcazzi!!!

Stef Burns, per esempio, è una leggenda della chitarra, membro della band Huey Lewis and the News, per intenderci ..."The power of love" colonna sonora di "Ritorno al Futuro" che già per me è un punto a favore, ma soprattutto tra le centinaia di collaborazioni è noto per essere stato il chitarrista di Alice Cooper, oltre ad essere attualmente quello di Vasco Rossi.
E scusatemi se è poco....
Ed il batterista Donal Drenda, ne vogliamo parlare?
Pensate che se non ci fosse stato lui, la scelta sarebbe caduta su un batterista chiamato per suonare nel tour degli AC/DC, insomma 
con questa formazione:👇

VINCE PASTANO

(direzione musicale, chitarre)
STEF BURNS
(chitarra)

ANTONELLO D'URSO

(programmazione, chitarra acustica e cori)

ANDREA TORRESANI
(basso e cori)

ALBERTO ROCCHETTI
(tastiere e cori)

ROBERTA MONTANARI
(cori)

DONALD RENDA
(batteria)

ANDREA FERRARIO
(sax)

TIZIANO BIANCHI
(tromba)

ROBERTO SOLIMANDO
(trombone)

più la Solita guest…star TDC:
CLAUDIO GOLINELLI DETTO IL GALLO

dubbi sulla qualità musicale non ce ne sono mai stati.

Si, ma alla fine di Vasco vero e proprio  ne vogliamo parlare?
Certo.....
ma permettete che parli un pò dei musicisti, visto che la componente fondamentale manca nei discorsi di molti di coloro che si recano ai concerti?
C'è chi va ad un evento del genere solo ad aspettare quella frase o quella strofa che lo ha colpito e che nemmeno riesce a riproporre nella propria esistenza, senza riuscire a carpire la bellezza della musica...
Ma mica stiamo parlando di un libro di poesie.

Comunque, andiamo avanti.....

Quando si dice che il vecchio leone c'è e ruggisce ancora, mi sembra che si riesca quasi a ridurre la dimensione del Blasco nazionale, perché lui c'è sempre e c'è sempre stato.
Quasi sembra si vogliamo mettere le mani avanti per cercare di giustificare qualcosa...
mmmmah....
Non comprendo, ma vado avanti

Devo comunque dire che la partenza della seconda tappa di Bari del tour 2024, la data che mi ha visto presente allo stadio San Nicola, l'ho dovuta un po' metabolizzare.

Vuoi vedere che quelli che parlano di età, questo concetto a me sconosciuto, potrebbero avere un minimo di ragione?
Ovviamente no...

Ed infatti nonostante "La combriccola del Blasco" non porti poi tutto quell'entusiasmo come accadeva qualche tempo fa, 
“Asilo Republic” fa un passo avanti anche se scalda di più il fatto che il rocker saluti il pubblico che il brano stesso.
Sempre qui lucidi, vivi e sani. Siamo qua per fare del rock e voi per vedere lo spettacolo più potente dell’universo

"Bari, Bari, Bari, Bari", urlato per 4 volte per quattro date.

Tutto quello che doveva essere era stato 
anticipato qui:👇🏼


Mancava la festa.
E la festa vera e propria è stato un concerto che è salito in maniera esponenziale man mano che scorreva la scaletta.

Con  “Gli spari sopra” dedicata "a tutti i farabutti che governano questo mondo.” sembra che il concerto cominci a decollare, l’inizio tutto segnato dalla chitarra di Stef Burns, oltre ai fiati fa quasi da spartiacque, anche se la prima ballatona “Quanti anni hai” sembra mettere in freno a mano, o meglio una specie di rincorsa.

Io mi ritrovo per gran parte del tempo  concentrato quasi ad analizzare il tutto.
A me piace così, non sono perplesso, mi piace ascoltare elaborare, non devo per forza urlare e ballare. 

Poi arriva 
"Come stai" 
E qui ....
Ho cantato pure io ....
Ci mancherebbe altro .....
mi distinguo dall'uomo comune, mi piace vivere come sono e se li mi viene voglia di cantare, canto.

La vera partenza?
Si.....
con  “Vivere senza te” che vede i chitarroni belli pesanti ed un sontuoso il sax negli spazi giusti a fare il resto. 

Ma poi arriva il vero punto di contatto tra la  band di Huey Lewi ed il presente, come una specie di continuum che si ripropone all'infinito ...
Ecco  “Bollicine” ed a prescindere dai ricordi di un concerto nojano di tantissimi anni del quale sopravvive ancora la frase pronunciata dal pubblico "Vasco e cand a Checacaul" è una iniezione di  ritmo ed Amarcord.
A tutti piace ritornare negli anni '80, chi non c'era?
peggio per lui, se li farà spiegare.

“Jenny è pazza” è il proseguimento di un'impennata, ma è la grande interpretazione di "Sally", quasi a metà concerto che manda il live verso l'alto nel gradimento di ognuno.

Quindi si può tornare al rock più pesante con  “Domenica lunatica” con un finale in cui il gruppo, come già ho descritto si prende il suo spazio, specialmente dopo “Un gran bel film” ed il già citato “Interludio 2024/ Echo Lake”.

Sembra assurdo pensare oggi a quando, come documentato nel film "Ciao ma... Baci da Roma" del 1987 i genitori vietavano ai propri figli di andare a vedere il rocker al PalaEur di Roma. 

Sono i cinquantenni oggi ad essere i più incalliti fans di Vasco, ma non è un controsenso, sono i ragazzini di allora.

Vasco riesce, comunque, ad unire almeno tre generazioni e a riunire famiglie intere.
Credo sia tutto sommato un bene, anche se non so se tutti si rendano conto cosa stiano urlando.

“Gli angeli” ci fanno entrare in quella dimensione nella quale le ballate di Vasco dimostrano di una chiave particolare per arrivare al cuore di tutti noi 
e lui sa come interpretarle e strappare applausi. 

“C’è chi dice no” mette ancora in evidenza la chitarra ed un riff quasi metal, con un  basso cupo che poi sfocia in una parte strumentale nella quale l’immancabile assolo di chitarra ci riporta alla dimensione normale quando si parla del Blasco.

Di “Rewind” e del topless quasi totale prontamente catturato dalle immagini degli schermi....
con tanto di
Siete belle e libere” 
abbiamo già parlato.

E poi tante canzoni che tutti conoscono, tutti sanno cantare, tutti hanno nei loro ricordi, tutti in qualche modo hanno incontrato nel loro percorsi di vita.
Per questo è difficile dare una spiegazione ad un concerto di Vasco Rossi.
Perchè bene o male incontri te stesso e rischi due volte ad esporti male.
Puoi essere troppo benevole con te stesso e quindi parli in termini superlativi
o sei troppo critico, quasi a scanso di equivoci, a voler mettere le mani avanti.

Allora cerchiamo un pò di vedere la cosa in maniera asettica, come se facessimo di mestiere il critico che è diverso da criticone. 

L'impianto spettacolare, con i maxi-schermi di ultima generazione forse hanno nascosto più di una pecca nel suono che non era perfetto come ci saremmo potuti aspettare, a maggior ragione dopo aver visto il mastodontico palco.

Nonostante lo spazio dato ad ogni musicista, si vede che non siamo di fronte ad una band che sprigiona la stessa anima, con quell'amalgama che si ottiene solamente suonando insieme dopo anni.
La star è Vasco e qualcuno direbbe pure ....ci mancherebbe altro.

Ma oltre a questo non si può obiettare su nulla.
Su Vasco che puoi dire....
Bravo e basta.

Il concerto è bello e godibile sia che compaia il fuoco sul palco, tipo i Kiss, sia che che ci siano il cielo e le stelle e Vasco sembra stia piangendo.

Ogni nota fa parte si un mondo che vuoi o non vuoi ci appartiene, è stato sempre così e continuerà ad esserlo, 

Ad ogni modo per Vasco 
"Basta poco
.... per incendiare i fan sfegatati ed anche quelli che non lo sono, praticamente perchè non solo è una specie di essenza che entra nell'animo di tutti coloro che ascoltano anche di sfuggita la sua musica, ma perchè è presente, vivo, in carne ed ossa, ora come tanti anni fa, senza deviare in pericolosi cambi di vedute che cancellerebbero più di un'epoca in un colpo solo.

tutti si sentono coinvolti in  
"C’è chi dice no"
sia chi non riesce a dirlo mai che chi lo dice troppo spesso, 

e poi il medley che accontenta veramente tutti

La strega (la diva del sabato sera) / Cosa vuoi da me / Vuoi star ferma! / Tu vuoi da me qualcosa / Occhi blu / Incredibile romantica / Ridere di te 

è un regalo al pubblico, ma sono sicuro anche un dono che Vasco fa a se stesso, anche se poi ognuno avrebbe voluto questo o quell'altro brano in più o al posto di uno di quelli scelti, ma vanno bene quelli....

Del resto
"Il mondo che vorrei"
è un concetto personale....

e se proprio non si riesce a farlo andare in quella direzione....
"Dillo alla Luna"

Insomma si va verso la fine e non sono ancora passati tutti i momenti di una vita, 
perchè manca, per esempio,
"Siamo solo noi"

Ed eccola ...
li si che si torna a scuola, si fugge dai genitori che vogliono impedirti di uscire, ti vorrebbero dare la ritirata .....
io invece torno la mattina presto......
non è solo una canzone, un inno generazionale, è il manifesto di un gruppo di persone che vive insieme e che continua un percorso di vita, magari osteggiato, ma fiero a dispetto di tutti gli stereotipi.
E' il manifesto di quelle amicizie che rimangono per sempre anche se il numero si è ridotto drasticamente.
E non è un caso se a questo punto,
accolto da una grande ovazione nei bis sale sul palco Claudio “Il Gallo” Golinelli al basso per una versione di “Siamo solo noi” che esalta il pubblico proprio perchè viene fatta con il basso dell’amico di una vita in evidenza, "la solita guest…star"

"Vita spericolata / Canzone"
è già un saluto, 

ma come al solito il finale è 

"Albachiara"
tripudio generale 

ed i titoli di coda sono rappresentati dalla fiumana umana che lascia lo stadio San Nicola dopo più di due ore e mezza di musica e tanto tempo di attesa, in base al posto che si voleva occupare.

E' stato un concerto che sposa la definizione che si usa adesso "rock oriented", con divesrse ballads, ma se era già difficile definire la musica di Vasco prima, riesce ancora più difficile farlo ora con tutti questi nuovi arrangiamenti che però non scalfiscono l'essenza di ogni brano.

Ancora una volta il rocker di Zocca non ha sbagliato una mossa. 
Band d’eccezione, arrangiamenti ricchi ed azzeccatissimi, una scaletta ad effetto che guarda al passato e non disdegna i lavori più recenti e poi, come detto, il cioccolatino al pubblico con i classici a tappeto.

Insomma, nessuno può tanto in Italia, questo è un dato di fatto.
Contento di esserci stato.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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