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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Atalanta vera Dea di Europa League. Battuto nettamente il Bayer Leverkusen in finale.


Foto Corriere dello sport 


La squadra tedesca era imbattuta, quella italiana è stata imbattibile.

Se pensavamo che l'anomalia di questa stagione europea fosse l'assenza di Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar, ci sbagliavamo.

Se pensavamo che avremmo sopperito con una finale targata Mbappè, abbiamo fatto lo stesso errore.

Questa è stata la stagione che ha visto qualche delusione di troppo in una competizione, ma che ci ha dato grandi soddisfazioni in un altra, Senza contare che potremmo fare il bis.

La squadra di Bergamo, si guadagna ancora una volta di più il suo appellativo 

All’Aviva Stadium di Dublino la Dea vince grazie alla fantastica tripletta di Lookman al 12', al 26' e al 75' ed ad una prestazione a dir poco meravigliosa.

La squadra guidata da Gasperini conquista il suo primo trofeo internazionale in 117 anni di storia. 

Una serata troppo bella come vanterebbe Davide de Marinis, di quelle che non si perdono nei fiumi di parole dei Jalisse, ma nelle quali, facendo il verso a Rino Gaetano, io cielo è sempre più blu.

Una specie di National league targata UE, vista la rivalità tra le nazioni di appartenenza delle due squadre, magari in una connotazione un po' naif, ma comunque molto sentita.

Il mister Giampiero Gasperini ha parlato di "Grandissima soddisfazione dopo una prestazione memorabile". 

Sconfitti gli uomini di Xabi Alonso, che sono arrivati a questo match da imbattuti stagionali, ma si sono ritrovati ad affrontare una squadra che si è dimostrata, almeno nell'occasione, imbattibile.

L'altra particolarità statistica è data dal fatto che una squadre italiana è tornata a vincere il trofeo dopo 25 anni, prima volta da quando si chiama Europa League.

Ma vediamo la gara più nel dettaglio:👇🏻

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Atalanta-Bayer Leverkusen 3-0

⚽ 12' pt, 26' pt e 31' st Lookman

ATALANTA (3-4-1-2): Musso, Dijmsiti, Hien, Kolasinac (1' st Scalvini), Zappacosta (39' st Hateboer), Ederson, Koopmeiners, Ruggeri (46' st Toloi), De Ketelaere (12' st Pasalic), Scamacca (39' st Toure), Lookman. 
All. Gasperini

BAYER LEVERKUSEN (3-4-3): Kovar, Stanisic (1' st Boniface), Tah, Tapsoba, Frimpong, Palacios (23' st Andrich), Xhaka, Hincapie, Wirtz (36' st 14 Schick), Grimaldo (23' st Hlozek), Adli. 
All. Xabi Alonso

Ammoniti: Dijmsiti, Scamacca, Zappacosta, Tapsoba, Koopmeiners, Andrich per gioco falloso; Wirtz per proteste.


La Dea parte con il piede giusto e dimostra di non soffrire alcun tipo di sudditanza psicologica nei confronti di una squadra abituata al palcoscenico di una finale europea.

Il vantaggio arriva già dopo 12 minuti: Zappacosta dalla destra mette in mezzo ed all’altezza del secondo palo sbuca Lookman che va in gol con un piatto sinistro. 

Lo stesso attaccante al 26’, al limite dell’area salta Xhaka con un tunnel, poi con un destro a giro piazza la palla nell’angolino alla sinistra del portiere. 

L'Atalanta ed i tedeschi vivono con prospettive diversa una specie di "Notte della Taranta" di Melpignano.

Il Bayer prova comunque a reagire e al 35’ ha l'occasione per rientrare in partita. 
Un errore in uscita di Musso sbaglia permette a Grimaldo il tentativo un pallonetto, ma anche lo spagnolo sbaglia e mette la palla tra le braccia del portiere. 

Lo spavento non cambia la prestazione atalantina che ha la "Kapadura" di chi insegue l'impresa.
Al 43’, anzi, Scamacca serve De Ketelaere, che si accentra e calcia dal limite, ma Kovar para.

Nella ripresa i tedeschi provano a fare qualcosa di più per portare il confronto ad una gara tra Morgan e Mr.Facciolla, nel senso di chi ha una storia europea e chi una carriera soprattutto a livello locale.

L'Atalanta ha anche un momento di appannamento, ma ci pensa ancora Lookman, che al 75’ sigla il 3-0 e la sua tripletta personale.
Tutto nasce da Scamacca innesca l’attaccante nigeriano, che salta Tapsoba con un doppio passo e fa partire un sinistro a incrociare fortissimo e vincente.

Il resto è goduria atalantina per una serata che la squadra ed i tifosi avevano sognato, ma che non avevano mai vissuto nella realtà.

Il triplice fischio finale sancisce il trionfo nerazzurro e l'inizio della grande festa.

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