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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Giovedì di Cultura molese ANCR - Antonella L'insalata parlerà dell'Opera pittorica di Onofrio Martinelli - 22 Febbraio 2024 - Palazzo Roberti - Mola.

 


Continuano gli appuntamenti di FEBBRAIO con la Cultura molese 🇮🇹.

Sarà la pittura la protagonista del prossimo appuntamento che l'Associazione Nazionale Combattenti e reduci di Mola di Bari ed i suoi giovedì culturali.

Antonella L'insalata ci illustrerà, infatti, l'opera pittorica del nostro illustre concittadini Onofrio Martinelli e lo farà in un incontro intitolato: 
L'uomo che cercava ed amava l'arte.

Va bene rifarsi agli artisti odierni, noti soprattutto nel mondo delle 7 note.

Foo Fighters, Lazza, Irama, Ghali, Giorgia, Marco Mengoni, Angelina Mango, ecc...
Hanno un ascendente soprattutto sulle nuove generazioni, specialmente se veniamo da un periodo che ci ha lasciato in eredità la Giornata per le  vittime del coronavirus, però, nonostante questo non venga festeggiato con la presenza delle Frecce tricolori, è sempre bene fare un passo indietro ed andare a cercare l'essenza di chi ci ha preceduti.

Non c'è una sorta di Dup per quello che sto dicendo, non esiste a Foggia, Fasano, Mola ed in nessun posto del mondo.

Perciò è bello quando associazioni e studiosi portano alla ribalta tutto ciò che dovrebbe fare parte della nostra cultura.

Dal sito SIUSA:👇🏻

Onofrio Martinelli nasce a Mola di Bari il 13 gennaio 1900. Compie studi classici tra Bari e Firenze, per trasferirsi a Roma nel 1918 dove frequenta il biennio di Matematica propedeutico alla laurea in Ingegneria, ma dopo due anni abbandona l'Università per dedicarsi definitivamente alla pittura. Frequenta il vivace ambiente artistico romano del primo dopoguerra, ossia gli artisti legati alla rivista «Valori plastici», i letterati de «La Ronda» ed i musicisti di «Ars Nova»; partecipa alle discussioni della famosa "terza saletta" del Caffè Aragno. Importante l'ammirazione per Armando Spadini ma l'apprendistato e la formazione di Martinelli si compiono alla scuola d'arte di Felice Carena, al paesino di Anticoli prima e agli Orti Sallustiani poi, frequentata dal 1921 al 1923 in compagnia di molti dei futuri artisti della Scuola romana, quali Capogrossi, Pirandello e Cavalli. Nel 1921 nello studio di Carlo Socrate avviene l'incontro, decisivo per la sua evoluzione, con Giovanni Colacicchi; ne nasce un'amicizia fraterna ed un rapporto di scambio artistico da subito molto intenso. Martinelli frequenta per due anni l'Accademia di belle arti di Firenze, ancora allievo di Carena e partecipa alle Biennali di Venezia del 1924 e 1926. Dal 1926 al 1931 vive a Parigi, cinque anni caratterizzati da un acceso sperimentalismo e una intensa attività espositiva. Frequenta il gruppo degli "Italiani di Parigi" tra cui De Chirico, Filippo de Pisis, con cui divide anche una casa-studio, Giovanni Comisso e partecipa a varie mostre: nel 1928, organizzata da Mario Tozzi, al Salon de l'Escalier, cui segue una personale all'Aja; nel 1929 alla Galleria "Éditions Bonaparte", nel 1930 alla sezione "Appels d'Italie" curata sempre da Tozzi e Waldemar alla Biennale di Venezia, e nel 1931 alla sala riservata agli italiani di Parigi alla prima Quadriennale di Roma. Lo stesso anno Martinelli torna in Italia, inizialmente si ferma a Firenze, dove viene introdotto all'ambiente legato alla rivista «Solaria» dall'amico Giovanni Colacicchi, ed è questo il periodo in cui si fa più intenso e fruttuoso il sodalizio artistico tra i due, che si allarga a triangolo pittorico includendo anche Flavia Arlotta, compagna di Colacicchi. Fino al 1940 Martinelli si muove tra Firenze, Anagni, Roma, Genova e la Puglia, oltre ad esporre cerca di svolgere anche un ruolo organizzativo, coordina infatti la Seconda mostra del Sindacato belle arti di Puglia a Bari nel 1935. Seguono la prima personale italiana, sempre a Bari, nel 1932 e le partecipazioni alla Biennale di Venezia del 1934, al Concorso Bianchi del 1937, alla Quadriennale romana del 1939. Al di là di queste sporadiche apparizioni, Martinelli opera in modo appartato e schivo.

Nel 1940 ottiene per "chiara fama" la cattedra di pittura all'Accademia di Firenze e vi si trasferisce stabilmente. Al 1943 risale il matrimonio con la pittrice Adriana Pincherle, unione che influenza anche gli esiti pittorici di entrambi gli artisti. Nel secondo dopoguerra Martinelli è impegnato nella vicenda fiorentina del Neoumanesimo: accanto a Colacicchi, Cavalli, Oscar Gallo, Quinto Martini, Ugo Capocchini, espone nel 1947 presso la Galleria Vigna Nuova. Negli anni Cinquanta si dedica alla critica d'arte, ricordiamo il saggio su Henrich Füssli apparso su «Paragone» e gli interventi dedicati a Cézanne e Goya. Nel 1956, grazie alla stima di Longhi, partecipa alla Biennale di Venezia con una sala personale che ospita ben diciotto opere, con cui vince il Premio Sade. Nel 1960 partecipa alla importante rassegna "Rinnovamento dell'arte italiana dal '30 al '45". Muore a Firenze il 13 marzo 1966; la prima retrospettiva è organizzata nel 1968 dalla Pinacoteca Provinciale di Bari e curata da Cesare Vivaldi, che per la prima volta propone un'ampia lettura critica dell'opera di Martinelli; per la monografia si deve aspettare il 1987 quando esce lo studio di Raffaele de Grada.

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