La musica come macchina del tempo
In un mondo che vuole apparire delicato e sofisticato come Matt Bianco, ma nello stesso tempo controverso come il PSI e che spesso non distingue la Pausini da Laura Dimitri, è chiaro che, ad un certo punto bisogna fare una specie di refresh per ripartire con le idee più chiare.
Non voglio parlare di "lato oscuro" dell'umanità che smette di innaffiare l'ideale "albero della vita", sensazione che può esistere ovunque da Mola a Laterza, da qui in Cina, ecc.....
E non voglio parlare di fuga da questa sensazione, magari veloce come se si fosse a bordo di una Lamborghini.
La notte, infatti, voglio immaginarla come qualcosa di comunque piacevole, che ne so, tipo quella della Contea a Conversano....
Vorrei poter contrapporre all'oscurità qualcosa di bello che faccia riflettere, faccia il punto, ci porti a spasso attraverso il tempo e ci faccia ricominciare più forti di prima.
Spesso si è soliti credere che sia la musica il mezzo attraverso poter fare tutto questo.
Ed alle mie latitudini, quando si parla di questo non si può non fare riferimento all'Agìmus.
La stagione invernale 2023, secondo me rappresenta tutto quello che ho cercato di descrivere, ma per fare chiarezza, probabilmente è meglio affidarsi a quella che possiamo definire come una presentazione ufficiale.
Precisamente quella che segue:👇
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Le STAGIONi_2023 (Inverno) dell’Agìmus sono un racconto, un’indagine del passato e una finestra sul presente, un’occasione di riflessione ma anche di evasione. Perché la musica può essere meditazione o leggerezza, impegno o diversivo. Oppure le due cose insieme. Anche un galà di inizio anno, nella levità che richiede col suo repertorio di arie da salotto, come quelle selezionate da tre tenori Francesco Zingariello, Francesco Malapena e Francesco Panni, può aprire scenari storici, richiamare consuetudini, evocare precedenti illustri.
Il ricordo si fa, poi, dovere, responsabilità, per le celebrazioni della Giornata della Memoria, alla quale l’Agìmus porta il proprio contributo con la storia del pianista di Varsavia raccontata sul grande schermo da Roman Polanski e qui ripresa in un intreccio di narrazione e musica nel concerto-spettacolo «La musica miracolosa» (28 Gennaio), fonte di salvezza e barlume di speranza dentro la tragedia immane dell’orrore nazista. Le relazioni tra musica e cinema avranno altre finestre, una con l’omaggio a un giovane compositore, il foggiano Carmine Padula (5 Febbraio), che nel mondo del grande (e piccolo) schermo si sta facendo strada con una certa autorevolezza, di scena per l’Agìmus con l’Orchestra Ico Suoni del Sud, l’altra con l’attore Rocco Papaleo (12 Febbraio) la cui passione per la musica (parole sue) supera di gran lunga quella per la settima arte, come racconterà in un recital tra parole e note diretto discendente del teatro-canzone di gaberiana memoria.
Verranno indagate anche le relazioni tra musica e arte figurativa con il Canova svelato della RBR Dance Company (18 Febbraio) e, alla vigilia della Settimana Santa, per l’appuntamento di chiusura della stagione, con i tableaux vivants (1 Aprile) dedicati alle sacre Passioni dalla compagnia Teatri 35 sulle musiche dal vivo della Nuova Orchestra Scarlatti. Un’eccellenza musicale del Paese al pari dell’Ensemble Variabile (26 Febbraio) nato in quel vasto territorio transnazionale tra Nord Est italiano e pezzi della Mitteleuropa che vedrà Annamaria Dell’Oste, una gloriosa carriera nei più importanti teatri d’opera d’Europa, interloquire con il clarinettista Claudio Mansutti e la pianista Federica Rapini, musicisti dal curriculum internazionale. C’è anche il ritorno del duo EbbaneSis (4 Marzo) formato da Viviana Cangiano e Serena Pisa, da fenomeni social diventate una realtà con le loro rielaborazioni partenopee della grande musica internazionale e la rilettura della canzone napoletana. Mentre il pianista Scipione Sangiovanni, tra gli astri nascenti del concertismo che conta, viaggerà nel tempo a ritroso, dal Novecento al Seicento, col virtuoso di flauto dolce Giorgio Matteoli (12 Marzo).
Intrigante il progetto Casa Schumann attraverso il quale, in due giornate consecutive (18 e 19 Marzo), verranno indagati tra racconto e interpretazione musicale, analisi psicologica e tratti biografici, i rapporti tra Robert Schumann, sua moglie Clara Wieck e Johannes Brahms, prima con Piero Rattalino, tra i più autorevoli studiosi e critici musicali, di scena in veste di narratore accanto alla moglie pianista Ilia Kim, poi con la voce recitante di Maurizio Pellegrini in coppia col pianista Piero Rotolo.
Anche l’inimitabile vita di Gabriele D’Annunzio verrà raccontata a suon di musica col recital Le Muse (26 Marzo) nel quale gli amori del Vate avranno come piedistallo le canzoni di Francesco Paolo Tosti, compositore al quale il grande poeta fu legato da profonda e lunga amicizia e da una proficua collaborazione artistica.
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