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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Arresto Matteo Messina Denaro - Ha vinto lo Stato?



Si parla di grande vittoria delle Istituzioni.....

Per una volta sono tutti d'accordo: PSI, Pd, PRC, IV, Azione,+ Europa, Enrico Letta, Matteo Renzi, Carlo Calenda, Emma Bonino, Mario Draghi, Sergio Mattarella, ecc.....
e di sigle e nomi di politici.... chi più ne ha più ne metta.....

Ritengo ci debba essere una grossa soddisfazione nel sapere che un mafioso di quel calibro sia stato finalmente assicurato alla giustizia.
Ma è anche inevitabile che ti ronzi alla testa la frase: "Dopo 30 anni?"

Certo, meglio tardi che mani, però..... 
è stato veramente impossibile arrestarlo prima?

Matteo Messina Denaro, noto anche con i soprannomi U Siccu e Diabolik, non è un semplice mafioso italiano, legato a Cosa nostra.
Parliamo del Capo indiscusso del mandamento di Castelvetrano e della mafia nella provincia di Trapani.
Uno dei boss più potenti di tutta Cosa nostra che è arrivato ad esercitare il proprio potere anche oltre i confini della propria provincia.

Dal 1993 era nella lista dei dieci latitanti più ricercati al mondo.
Il 16 gennaio 2023, la data del suo arresto....
una ricorrenza storica, per forza di cose.

Però....
30 anni sono veramente tanti. 
Se non si parlasse di una vicenda tragica, potremmo accennare a funzionari che cercano di lavorare in una certa direzione, ma che hanno direttive da qualcuno simile al presidente della squadra allenata da Lino Banfi nel film "L'allenatore nel pallone".

30 anni di latitanza sono il segno di un tessuto mafioso ben radicato in Italia, della connivenza tra Stato e mafia, per essere precisi, con punti importanti di congiunzione. 

"Non devi per forza credere
Di fare il doppio gioco
Facendo la spia per la parte
Che le paga meglio
"
(Matt Bianco)

La cattura dopo 30 anni, quindi, in realtà è una sconfitta per le Istituzioni, per noi tutti, visto che siamo noi che mandiamo i nostri rappresentanti a governare.

La cosa che mi stupisce sempre quando viviamo giorni simili a questi è che è cosa nota che tutti i grandi latitanti di Cosa Nostra sono sempre stati arrestati nel loro territorio in Sicilia.
Totò Riina venne arrestato 30 anni fa a Palermo; Bernardo Provenzano nella campagna di Corleone; Leoluca Bagarella sempre a Palermo; Luciano Leggio, capo dei corleonesi prima di Riina, fu catturato a Corleone.
Caratteristica che non ritroviamo, per esempio, nei fatti che riguardano i boss della ’ndrangheta o della 

Il fatto che Matteo Messina Denaro, sia stato arrestato a Palermo presso la clinica privata La Maddalena dove stava ricevendo cure oncologiche, è, dunque, la conferma di quanto affermato.
Ma dico io "quanto cazzo è grande 'sta Sicilia?"

Messina Denaro era latitante dal 1993, dopo l’arresto di Riina, ma a quanto risulta, le ricerche si erano intensificate in particolare negli ultimi anni. 
Perchè?
...
Perchè era malato?
Perchè non era più potente?
Perchè è stato, nel frattempo, sostituito nelle gerarchie mafiose?
Questi dubbi sono legittimi e diversa gente non è lontana da queste considerazioni.

Ovviamente dobbiamo parlare di una rete di protezione efficientissima della quale i boss ha goduto per anni.
Non c'erano solamente i veri e propri affiliati alla mafia, ma anche persone che, per convenienza o per paura, di volta in volta hanno aiutato il boss, magari non sapendo nemmeno chi fosse.

Del resto nella nostra realtà quotidiana, nei nostri paesi "normali"... non conosciamo chi ruba, chi spaccia, ecc...?
Ed in quanti denunciamo?
Certo, saranno pure pesci piccoli o "ragazzini che arrotondano"....
ma già così non lo facciamo.
Immaginate cosa può significare "sputtanare" un capo di Cosa Nostra.

Durante la conferenza stampa tenuta dopo l’arresto di Messina Denaro, il capo della procura di Palermo Maurizio De Lucia ha detto: «C’è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo». 

Sono state fondamentali le intercettazioni telefoniche e ambientali di persone sospettate di far parte della rete di protezione di Messina Denaro, hanno riferito lo stesso De Lucia ed il procuratore aggiunto Paolo Guido. 

In questo modo si è potuto scoprire che il latitante avesse un tumore. 
Incrociando i dati del servizio sanitario siciliano e nazionale è stata stilata una lista di pazienti oncologici dell’età di Messina Denaro. 
Un nome attirò l’attenzione degli investigatori: quello Il nome di Andrea Bonafede, parente di un fiancheggiatore del boss di Castelvetrano ha attirato chi conduceva le indagini.
Nel corso della conferenza stampa il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros ha spiegato: «Nell’ultimo periodo c’è stata un’accelerazione perché via via che si scremava la lista e si scremavano le persone, ci siamo concentrati su pochi soggetti fino ad individuare quel nome e cognome. Da qui l’ipotesi che potesse essere il latitante».
Dalle indagini è risultato che Andrea Bonafede, negli ultimi due anni, aveva sostenuto due interventi al colon realizzati all’interno della clinica La Maddalena. 
Una volta scoperto che nel giorno in cui risultava essere stato operato nel 2021, Andrea Bonafede in realtà si trovava a casa, non è stato difficile arrivare alla conclusione che il paziente potesse invece essere  Matteo Messina Denaro.
Una conferma era arrivata nelle scorse settimane, quando si è appresa la notizia che Andrea Bonafede aveva effettuato una visita oculistica all’occhio sinistro alla clinica La Maddalena. 
Gli investigatori da tempo sono a conoscenza che Messina Denaro ha problemi proprio all’occhio sinistro.

Una volta saputo che lo stesso paziente avrebbe dovuto sottoporsi a una seduta di chemioterapia all’interno della clinica La Maddalena per una metastasi al fegato, si è deciso di intervenire.

Il boss non è stato bloccato all’interno della struttura, ma in una via laterale: dopo essersi registrato all’accettazione era uscito per andare a bere un caffè al bar. 

Lucio Arcidiacono, colonnello dei carabinieri che ha guidato sul campo l’operazione del Ros, riporta così l'accaduto: 
«Tutto è cominciato intorno alle 6:30. Sapevamo che Bonafede sarebbe andato alla clinica, ma non avevamo la certezza di chi si celava dietro quel nome. È arrivato a bordo di una Fiat Bravo bianca e si è subito diretto all’accettazione. Appena ha visto che c’era confusione e il traffico bloccato è solo tornato indietro sulla stessa stradina, ma anche dall’altra parte c’erano i miei uomini». 

Il Colonnello a quel punto si è qualificato e ha chiesto alla persona fermata se fosse Matteo Messina Denaro. 
Lui ha risposto: «Sa bene chi sono io». 
Alla richiesta di pronunciare il suo nome, l’uomo ha detto «Mi chiamo Matteo Messina Denaro». 
Non era armato e non ha opposto resistenza. 

Ora, immagino che dopo aver letto la dinamica, in parecchi abbiano immaginato la scena con in sottofondo la colonna sonore de "Il Padrino" e la scritta "The End", ma io credo che la vicenda non si sia realmente conclusa.

Intanto, il procuratore aggiunto Paolo Guido ha detto, parlando dell’arrestato: «Ci è apparso in buona salute e di buon aspetto: non ci pare che le sue condizioni siano incompatibili con il carcere».
E questo è un buon punto di partenza, anche se, come ovvio, riceverà tutte le cure del caso.
E poi, visto che è stata anche individuata la sua abitazione, in una palazzina a due piani nel centro di Campobello di Mazara, si dovrà fare chiarezza sulla rete che lo ha protetto in tutti questi anni.

Le indagini, infatti, si stanno ora concentrando su alcune persone che possono aver aiutato in maniera concreta il boss.

Pensare che il Sindaco di un paese di 10 mila abitanti possa andare in tv a raccontare di non sapere della presenza del capo mafia nel luogo in cui ricopre la carica di primo cittadino, mi sembra una fesseria assolutamente da evitare, a prescindere dalla buona fede.

Spiegare come la carta d’identità falsa intestata ad Andrea Bonafede possa avere il timbro autentico del comune di Campobello di Mazara, già può essere una notizia.

 Oggi in molti gongolano....
e direi che, a prescindere da tutto, un ideale: "Alla fine sei finito dove dovevi finire" ci sta tutto.

Dire però che questa sia stata una vera vittoria.....
dopo 30 anni .... mi sembra quantomeno esagerato.


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