Berlusconi si è dovuto recare a ‘casa Meloni’, per riprendere la trattativa sul futuro governo e spuntare diversi nomi graditi.
Questo dopo tensioni e malumori e qualche sgarro di troppo che hanno fatto immaginare che la realizzazione dell'esecutivo potesse diventare quasi impossibile.
Il leader di Forza Italia ha dovuto rinunciare allo Sviluppo economico, perché quel ministero già si sa che andrà a Guido Crosetto, ma anche Casellati non è più in corsa come Guardasigilli.
Bisogna, comunque, fare un passo indietro:
Qualcuno parla di colpo di scena all'avvio della XIX legislatura.
In realtà l'avevo scritto che la Meloni avrebbe avuto qualche difficoltà ad interagire con Forza Italia e Lega, nonostante la differenza abissale di voti tra le forze di centrodestra.
La Tensione FI-FdI.
Il Vaffa di Berlusconi a La Russa.
Non sono novità o qualcosa che lascia increduli.
"quelli sono i soldati" e quella è l'essenza di questi personaggi deprecabili che conosciamo, aimè da tanto tempo e che, comunque, qualcuno continua a votare.
Per carità, la Meloni ringrazia "chi è stato responsabile".
La Standing ovation per Liliana Segre che cita Matteotti e la Shoah vuol significare una sorta di "civilizzazione" in quella che si continua a definire la destra estrema, ma, comunque, a prescindere dalle ideologie, personaggi come Berlusconi, Salvini ed i loro seguaci, "quelli sono" e non possono ovviamente comportarsi diversamente.
É la loro essenza che è marcia e vuota, non si può pretendere che siano esseri umani degni, nella vita come nella politica.
Questo dobbiamo sempre sottolinearlo, per non essere fraintesi in discorsi che potrebbero sembrare possibilisti sul nuovo Governo.
Ad ogni modo Ignazio La Russa è stato eletto presidente del Senato alla prima chiama con 116 voti, ma Forza Italia non lo ha votato.
Il Terzo Polo, sospettato di appoggio esterno, smentisce ogni coinvolgimento. "Non siamo stati noi, l'avrei rivendicato", dice Matteo Renzi.
Lo stesso concetto espresso da Italia Viva è quello di Azione di Calenda.
Lorenzo Fontana, invece, eletto presidente della Camera, sta a significare che volente o nolente, si deve dare considerazione anche ai partiti che con una manciata di voti, fanno, comunque parte della coalizione.
"Tutelerò i diritti di maggioranza e opposizione. Grazie a Mattarella, un saluto a papa Francesco e grazie a Bossi, senza di lui non sarei in politica", si affretta a dire il vicesegretario della Lega al primo discorso all'Aula.
Questo accadeva qualche giorno fa.
Giorgia Meloni davanti a microfoni e telecamere appariva convinta di poter procedere in maniera spedita, ma tutto lasciava intendere che i due alleati pretendevano molto di più, facendo pesare il fatto di poter essere quell'ago della bilancia capace di poter rimettere tutto in discussione.
Meglio un concerto dei Coldplay, Rkomi, Elodie?
Certo, però avremo diritto di avere un Governo?
E chi è stato votato avrà il dovere di formarlo e dimostrare di poter governare?
Diciamo di sì....
Due vicepremier, sei ministeri per Forza Italia, ma non la Giustizia e il Mise.
La tregua tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi diventa una partita a Scacchi.
La squadra comincia a prendere una forma che dovrebbe essere molto vicina a quella definitiva:
Se Berlusconi ha dovuto cedere ancora alla Meloni, mollando su Guardasigilli e Mise, quasi sicuramente sembra abbia ottenuto sei posti nel futuro governo: Antonio Tajani vicepremier e ministro degli Esteri, Elisabetta Alberti Casellati alle Riforme, Gilberto Pichetto Fratin al ministero della Transizione Ecologica, Alessandro Cattaneo all’Innovazione tecnologica, Deborah Bergamini alla Pubblica amministrazione e Anna Maria Bernini per l’Università.
Ovviamente Giorgia Meloni presidente del Consiglio, l’altro vicepremier con Tajani sarà Matteo Salvini, che si prenderà anche il ministero delle Infrastrutture.
La Lega avrà anche un altro ministero di peso, l’Economia, che sarà di Giancarlo Giorgetti.
Salvini ha ottenuto che questa nomina finisca fuori dal computo dei ministri in quota Carroccio.
Così facendo dovrebbe ottenere, oltre al suo, altrequattro nomine: all’Agricoltura Gianmarco Centinaio, poi Roberto Calderoli al ministero dell’Autonomia e delle Regioni, Simona Baldassarre alla Disabilità, infine Giuseppe Valditara all’Istruzione.
Restano in linea di massima, quindi, i ministeri che Meloni ha deciso di tenere per Fratelli d’Italia.
Con Nordio alla Giustizia e Crosetto al Mise, la Difesa dovrebbe andare ad Adolfo Urso, gli Affari Europei a Raffaele Fitto, il ministero del Mezzogiorno a Nello Musumeci.
La futura premier avrebbe scelto il fedelissimo Giovanbattista Fazzolari come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mentre ha voluto anche personalità esterne per completare la sua squadra: il titolare del Viminale sarà quasi certamente il prefetto Matteo Piantedosi, il ministero del Lavoro dovrebbe andare a Marina Calderone, presidente dell’Ordine dei consulenti del Lavoro.
Per il settore Salute, si parla di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana. Daniela Santanchè dovrebbe avere il Turismo.
Maurizio Lupi di “Noi Moderati”, quasi sicuramente dovrebbe diventare ministro dei Rapporto con il Parlamento.
Tra i posti "ancora vacanti" è forte il nome di Giordano Bruno Guerri al quale dovrebbe venire assegnata la cultura.
Quindi... é fatta?
Vediamo....
Parlare di tregue già in partenza per "quagliare" qualcosa non è il miglior biglietto da visita possibile,
ma che si parta prima o poi....
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