The Queen is dead... E non è il brano degli Smiths.
È improvvisamente cambiato il mondo
Oh, has the world changed, or have I changed?
Oh, has the world changed, or have I changed?
Oh, è cambiato il mondo, o sono cambiato io?
Oh, è cambiato il mondo, o sono cambiato io?
Inizia così la terza strofa di The queen is dead (letteralmente “La regina è morta”), una canzone degli Smiths uscita nel 1986 insieme all’omonimo album, il terzo della band di Manchester che ebbe un grandissimo successo.
Ovviamente non sono stato l'unico a tornare con la mente a quel prodotto discografico
La canzone è, infatti, di nuovo molto citata nelle ore della morte della regina Elisabetta II.
È vero il senso del brano è sarcastico e dissacranti nei confronti della monarchia, della regina Elisabetta II e di suo figlio Carlo, allora solo principe, e sono l’esempio più famoso dei testi antimonarchici scritti da Morrissey, il cantante della band (la musica è invece del chitarrista Johnny Marr): il quale ha poi però spiegato che il termine queen era inteso con diversi doppi sensi.
Il titolo di The queen is dead è, tra le altre. Cose una citazione, infatti, Morrissey la trasse dal libro Ultima fermata a Brooklyn dello scrittore americano Hubert Selby jr.
Sta di fatto che alle 19.30 italiane dell'8 Settembre 2022, Buckingham Palace ha diffuso la notizia.
Le ultime ore la Regina per antonomasia le ha trascorse nel letto di Balmoral, in Scozia, dove "si è spenta serenamente"
Carlo, neo Re d'Inghilterra, con Camilla la regina consorte è tornato il giorno dopo a Londra ed ora comincerà tutto l'iter previsto da tempo per i funerali di stato e la successione al trono.
Si diceva che la sovrana non fosse mai più felice di quando si trovava nella tenuta di Balmoral; forse è stato questo a darle la forza, poche ore prima che le sue condizioni si aggravassero conducendola alla morte, la si è vista sfoderare il suo sorriso più accogliente per accogliere il quindicesimo Primo Ministro del suo regno, Liz Truss: maglioncino in cachemire abbottonato, bastone in mano e camino acceso alle spalle per riscaldare l'aria frizzante del castello scozzese, la regina non ha rinunciato alla stretta di mano, mantenendo tuttavia la distanza di sicurezza come il protocollo reale anti-covid ancora prevedeva.
Per la prima volta nella Storia britannica è stato il premier a mettersi in viaggio per incontrare la regina, anziché il contrario, perché le condizioni di Elisabetta II le hanno reso impossibile recarsi a Londra per l'importante appuntamento.
In 70 anni di regno Elisabetta II ha avuto modo di lavorare con ben14 Primi Ministri, prima di Liz Truss, e tutti hanno subìto in varia misura l'ospitalità della regina nel castello scozzese, luogo in cui la regina ha sempre amato ospitare i premier e le first ladies; Balmoral aleggia fuori dal tempo, con il suo aspetto austero, la cima sempre avvolta dalla nebbia, i galli cedroni nella brughiera, gli spifferi, il suonatore di cornamusa che abbraccia il suo strumento e si piazza sotto la finestra della camera da letto della regina per allietare il risveglio suo e dei suoi ospiti, il valletto che disfa i loro bagagli incurante della privacy, ma era tradizione, storia, mito, icona, ecc....
Pensare che il Primo Ministro di Elisabetta fu quello che sui libri di storia studiamo come Sir Winston Churchill la dicr lunga sulla finestra sulla storia che si è chiusa ieri.
Fu una presenza quasi paterna per Elisabetta; consigliere di suo padre, re Giorgio VI, in tempo di guerra e di pace, è stato accanto alla giovane regina - 25 anni - quando aveva più bisogno di lui.
A quei tempi si diceva che il Regno Unito fosse retto da un triumvirato: Churchill, Elisabetta II e la regina madre, donna di grande acume della quale il vecchio politico aveva alta considerazione.
Quando Churchill lasciò l'incarico, la regina gli scrisse una lettera a mano, per dirgli: “[nessuno] potrà mai prendere il posto del mio primo Primo Ministro, al quale mio marito ed io dobbiamo così tanto. Gli sarò sempre profondamente grata per i saggi consigli che mi ha dato durante i primi anni del mio regno”.
Per Churchill, la regina ha perfino infranto il protocollo reale arrivando per prima al suo funerale, nel 1965, anziché per ultima come si conviene all'ospite più importante, perché fosse chiaro alla famiglia Churchill che lei era lì in veste di amica di Winston, e non di regina.
Chiaramente la longevità del suo regno ha visto tantissime altri personaggi anche di spessore non indifferente, ma nessuno in grado di oscurare la sua figura.
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