Poste dal 2018 parla di accelerare il cambiamento e far crescere il PIL dell'Italia. Alla scadenza del Piano Deliver nuovo cambio di rotta?
Tra effetto indiretto-indotto il gruppo generò un impatto di 11,9 miliardi di euro sul PIL e di 184 mila occupati e si lanciò sul Deliver 2022...
Quello che si sta ascoltando in questi giorni all'interno del mondo Poste, parte da lontano.
La trasformazione della nostra forza lavoro è proseguita con nuove assunzioni nelle aree strategiche, come il recapito nell'ultimo miglio e il customer relationship management e di specialisti digitali per realizzare il piano Deliver 2022.
Un accelerazione che nel corso di quest'anno darà l'occasione di proseguire su questa strada di trasformazione industriale per cogliere future opportunità di crescita."
(Matteo Del Fante - Amministratore delegato Poste Italiane.
Come maggiore realtà del comparto logistico in Italia, Poste investe e produce ricchezza ed occupazione non solo attraverso il proprio business, ma anche generando esternalità tramite l'attivazione di una catena di fornitura locale.
I risultati e le strategie future di Poste Italiane hanno un impatto positivo evidente ed immediato.
Ci sono impatti diretti, strettamente connessi all'attività operativa del Gruppo , indiretti, generati dalle imprese fornitrici grazie alla spesa di Poste per beni, servizi ed indotti, vale a dire legati alla spesa per consumi che si realizza grazie al reddito guadagnato dai lavoratori occupati direttamente e indirettamente.
Il valore di Poste per l'Italia, va quindi ben oltre i numeri espressi nel suo bilancio.
Nel 2018 il Gruppo ha generato un impatto di 11,9 miliardi di Euro sul PIL e di 184 mila occupati.
L'utilizzo di questa forza lavoro comporta la distribuzione di redditi ai lavoratori, per un totale di circa 8 miliardi di Euro, fermandoci sempre ai dati del 2018.
Ogni milione di Euro investito da Poste genera 5,9 milioni di euro sul PIL del Paese e porta all'occupazione di 91 persone.
E' ovviamente, se la mattiamo in questi termini, è un effetto positivo per tutti.
Però perchè alla scadenza di tutto si parla di migliaia di esuberi, di nuove riorganizzazioni e di settori in perdita?
Perchè si parla tanto di assunzioni, quando queste sono praticamente tutte a termine?
Perchè si parla di recapito come settore in perdita, proprio nell'era dell'e commerce?
Perchè si dice che il prodotto è calato, quando non è assolutamente vero?
Secondo il prospetto relativo alla quantificazione della ricchezza prodotta dall'azienda ed il relativo impatto sulle principali categorie di stakeholder con cui si interfaccia nelle proprie attività di business, è stata distribuita a loro oltre l'87% della ricchezza aziendale prodotta; in particolare dipendenti e fornitori rientrano tra le categorie di stakeholder che beneficiano maggiormente della ricchezza prodotta dall'Azienda, rispettivamente per il 59% ed il 33% del valore distribuito totale.
Dai bilanci del 2018 a quelli dell'anno successivo ci furono migliorie, poi il Covid avrà anche mischiato un pò tutto accelerato alcuni processi, bloccandone altri.
Nel 2022 invece di consolidare quanto di buono sarebbe stato fatto, si parla di un'ulteriore cambio di rotta.
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