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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

"Amici Miei" ed Arresti a Polignano, Consiglio Comunale Mola: Colonna si difende dalle accuse dell'Opposizione.

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Il Sindaco di Mola illustra le sue ragioni, ma non consente il dibattito deludendo la minoranza. 

“Signor Presidente, Egregi Consiglieri, desidero cogliere la prima occasione utile del consiglio comunale per chiarire alcuni aspetti riguardanti la vicenda giudiziaria che ha riguardato la vicina Polignano a Mare e che ha toccato anche la mia figura, a seguito di alcuni articoli di giornale e di un successivo comunicato stampa delle opposizioni”.

È iniziato così il monologo, un atto dovuto, del primo cittadino molese giunto anche a seguito del documento diffuso dalla minoranza che riporta, tra le altre cose, i contenuti delle intercettazioni disposte dalla Procura della Repubblica nel corso dell’indagine giudiziaria “Amici miei”  che ha provocato a Polignano  l’arresto del Sindaco Vitto e del Vice Sindaco Colella.

Il terremoto politico polignanese, quindi, porta alla ribalta anche il nome di Giuseppe Colonna, a causa di alcune chiacchierate telefoniche. 
Cose normali nella collaborazione tra amministrazioni vicine mai negate e suggellare anche con accordi, associazioni, eventi e manifestazioni turistiche sotto le sigle Gal, Sac, ecc.... 

Dopo aver chiesto al Presidente del Consiglio, Mario Lepore, di prendere la parola ai sensi dell’articolo 51 del regolamento del consiglio comunale, quindi, Colonna nonostante sottolinei in diverse occasioni di non essere indagato, mette in evidenza il suo punto di vista sull'intera vicenda. 

Lo faccio nella piena serenità, davvero, per quanto non vi nasconda che vicende del genere colpiscono e feriscono più a livello personale che politico, con il rischio di buttare un ingiusto fango su percorsi di vita che hanno sempre provato a distinguersi per impegno, professionalità e serietà.

Ed è anche per questo, che seppur non tenuto a dare giustificazioni, rispetto a vicende giudiziarie che non mi coinvolgono direttamente, sento il dovere istituzionale di non abbassare la testa di fronte ad una situazione che mi ha risucchiato in un vortice di maldicenze e dubbi che minano la mia figura e, soprattutto, quello che mi è più caro: il ruolo di primo cittadino che rappresento.

Per tale motivo, a testa alta, risponderò punto per punto al comunicato diffuso dall’opposizione, con l’unica arma che ho sempre usato: il coraggio di metterci la faccia nella verità. E devo essere sincero…Non vedevo l’ora di farlo!

Un comunicato, però devo dirlo, diffuso solo successivamente alla data di prima convocazione del consiglio comunale, fissata per lo scorso 27 aprile, ed andata deserta. Il che mi fa pensare, permettetemi personalmente il beneficio del dubbio, per consentire ai consiglieri di opposizione di imbastire un documento ricco di insinuazioni all’unico ed evidente scopo di infangare la mia figura e la mia persona. Sarei intervenuto, come mio costume, per il rispetto che riconosco a quest’aula consiliare già lo scorso 27 aprile per chiarire ogni aspetto di questa vicenda, ma come ho testé richiamato non mi è stato artatamente reso possibile perché le opposizioni non si sono presentate.

Innanzitutto, devo naturalmente sottolineare la mia estraneità ai fatti che coinvolgono altri soggetti, come specificato dagli stessi articoli di stampa. Il sindaco di Mola di Bari, il sottoscritto, non risulta indagato e l’ordinanza cautelare a cui fanno riferimento le opposizioni non lo riguarda“. 

Nel quadro di una normale e lecita collaborazione istituzionale, in una gestione dei servizi spesso associata, capita che tra colleghi ci si confronti su persone dotate di particolare professionalità o esperienza. Dalle intercettazioni si evince che, su richiesta del collega Sindaco di Polignano, gli ho confermato il nome di un tecnico di indiscutibile capacità professionale, che gode della mia personale stima e che si è fatto apprezzare sia a Mola, nel nostro comune, che nel comune di Castellana Grotte“. 

Ovviamente l'accento è stato posto sull’espressione “roba mia” che più che una formula usata per un brano dei Green Day o dei Feel Beats è stata paragonata a qualcosa di molto più serio. 

"Quanto all’espressione roba mia, sulla quale sono stati imbastite alcune insinuazioni: trattasi di un’espressione che non è stata detta dal sottoscritto e che la stessa, comunque, deve essere intesa a sottolineare che trattasi di persona di mia fiducia, con la quale intercorre un rapporto di stima e amicizia ultradecennale. Nient’altro!

È ovvio che la mia indicazione faceva riferimento esclusivo alle capacità professionali e umane della persona interessata. Nessuno si è mai proposto come garante della correttezza e liceità del comportamento altrui; tra l’altro, anche ai sensi di quello che è un principio costituzionale, fissato dall’art. 27 della Costituzione secondo il quale la responsabilità penale è personale“.

I più maliziosi ritengono questo passaggio poco coerente visto che dopo aver messo in evidenza le presunte virtù professionali ed umane di qualcuno, non si possono prendere le distanze per quanto riguarda eventuali reati penali commessi. 

Per quanto riguarda l’ulteriore passaggio dell’ordinanza cautelare, sottolineo che non si tratta di parole pronunciate dal sottoscritto e che il sindaco Vitto, in qualità di presidente di ANCI Puglia, è da anni il riferimento per me e per tutti i sindaci pugliesi per attingere informazioni, consigli e suggerimenti sulle attività di ANCI, in cui sono fieramente e orgogliosamente coinvolto sin dal lontano 2015, quando ero un semplice consigliere di minoranza, e di cui sono componente degli Organi Direttivi Regionali e Nazionali“.

Da qui alla strumentalizzazione  dell'espressione "segui il carro" è un attimo. 
"U carrettaun" della politica è spesso piena di concetti simili.
Ed infatti sui social, in questi giorni, in parecchi si sono sbizzarriti a tal riguardo. 

L’espressione segui il carro non si riferisce in alcun modo ad una interlocuzione, finanche riportata, tra me e il sindaco Vitto. Pertanto, poiché il sindaco risulta soltanto citato nel corpo di un’ordinanza cautelare che riguarda altri soggetti, non esiste alcun motivo etico – prima che giudiziario e politico – per assumere le iniziative auspicate dalle opposizioni. 

Ho sempre sperato – lo dico veramente con assoluta serenità e buona fede, almeno questa riconoscetemela – che questa consigliatura fosse caratterizzata da un rinnovato spirito di collaborazione, finalizzato a portare a termine i provvedimenti e le iniziative in corso di attuazione che la città attende e merita, anche attraverso una serrata attività di confronto su tematiche fondamentali negli organi e nelle sedi opportune. Speravo in un confronto costante e arricchente, anche su posizioni differenti, anche con polemiche forti, posizioni di forte distanza, ma sui contenuti di azioni di programma.

Purtroppo tale auspicio è stato, nei fatti, inattuabile e motiverò tale affermazione rispondendo – perché è giusto che sia così, perché il comunicato era direttamente rivolto a me – punto per punto.

Consentitemi, un po’ di tempo – davvero brevissimo – per riportare dei fatti e rispondere alle accuse riportate nel comunicato stampa.

Il primo punto riguarda la nomina delle commissioni dei concorsi pubblici nel nostro paese, che sono tutt’ora in corso. La nomina dei presidenti di commissione è stata effettuata e successivamente pubblicata, così come ogni altro atto di concorsi, nella sezione Amministrazione Trasparente del sito web del comune di Mola di Bari. Alla luce di quanto accaduto, il Responsabile dell’ufficio personale si è prontamente attivato per sostituire uno dei tre presidenti.

La decisione del Responsabile è stata quella di nominare come presidenti i dipendenti pubblici con funzione dirigenziale dei comuni limitrofi resisi disponibili. Per esigenze di economia ed efficacia del procedimento sono stati scelti, autonomamente e senza ingerenza alcuna da parte dell’Amministrazione, professionisti esterni e dipendenti dei comuni vicini alla nostra città“.

La disamina, quindi, ha successivamente riguardato le prove scritte svoltesi al Palazzetto dello Sport “Vito Pinto”:

 “Nonostante ciò, non voglio limitarmi a dire solo questo e ci tengo ad illustrare, così come indicato dal Responsabile dell’ufficio personale, i passaggi eseguiti da ogni commissione per l’espletamento dei concorsi.

Le commissioni, così come previsto dal nostro regolamento dei concorsi all’art. 16, si sono riunite e hanno stabilito il diario delle prove scritte alla luce di quelle che sono le novità del D.l. Reclutamento, nonché le valutazioni delle stesse; inoltre, hanno dato indirizzo alla società incaricata – società che ha gestito e gestisce concorsi su scala nazionale – sulla composizione delle buste, indicando per argomenti o gruppi di argomenti previsti dal bando di concorso, quante domande di ciascun argomento dovevano essere presenti in ciascuna batteria di quiz da somministrare.

Infine, hanno stabilito il numero di domande totali ed i punteggi da attribuire alle risposte, così come risulta per ciascun concorso nella sezione Amministrazione Trasparente del nostro sito, in particolar modo nei verbali.
Il giorno della prova scritta – e ripeto solo il giorno fissato per la prova scritta – le commissioni hanno controllato e preso solo visione di quanto predisposto dalla ditta secondo le loro indicazioni. Dopodiché si è proceduto all’apertura dei cancelli per ammettere i candidati, a cui dopo le operazioni di riconoscimento è stato associato un braccialetto con il QR Code.

Successivamente quel QR Code è stato agganciato al tablet – ciascuno dei candidati ne aveva uno – in modo da rendere la prova del tutto anonima. Poco prima dell’inizio della prova alcuni candidati hanno estratto la busta da aprire.

A quel punto, il presidente ha comunicato il numero della busta estratta e dopo è stata decriptata con la password e sono state generate le buste e sparata la prova sui tablet in modo randomico.

L’inizio della prova è avvenuto quando ciascun candidato ha inserito il codice di sblocco sul tablet e lo stesso codice era stato proiettato a video. Prima di tutte queste attività è stato proiettato un video con le istruzioni per fare la prova.

Si segnala che la prova pomeridiana riguardante gli istruttori amministrativi è iniziata più tardi per un problema con un accoppiamento di un candidato con il braccialetto.

Il timer sul tablet era massimo di 60 minuti e la prova terminava in modo automatico allo scadere del tempo, a meno che il candidato volontariamente chiudeva la prova.

Una volta terminata la prova, si è proceduto alle operazioni di check-out per verificare che il tablet assegnato era lo stesso di quello restituito. Quando tutte le operazioni di check-out dei candidati sono terminate, la commissione ha dato il via affinché la società procedesse alla sincronizzazione di tutti i dati dei tablet e successivamente alla correzione della prova fornendo un elenco con i risultati della prova stessa“.

Da parte mia, desidero esprimere in questa occasione piena fiducia nel dott. Porrelli, e in tutti i suoi collaboratori, e devo allo stesso tempo respingere qualche allusione che è circolata e contenuta anche nel comunicato stampa. Come ho chiarito, con dati di fatto inequivocabili, le procedure concorsuali sono condotte con una diligenza, serietà e trasparenza che non possono essere minimamente messe in discussione.

Si dice nel comunicato che in questi quattro anni quasi tutti gli incarichi sono stati conferiti sottosoglia, cioè senza la necessità di alcuna gara, e l’incarico viene dato scegliendo direttamente l’azienda o il professionista.

“Prima riflessione: non sono gli amministratori che seguono i procedimenti riguardanti gli affidamenti, ma i responsabili di settore e/o i RUP (Responsabile Unico del Procedimento n.d.r.). E mai vi è stata una qualsivoglia ingerenza nelle procedure di carattere gestionale. D’altronde parliamo di funzionari che lavorano da decenni nel nostro comune: gran parte dei responsabili di settore e gran parte della dirigenza di questo ente non è nata con quest’amministrazione, ma lavora in maniera egregia! – in questo comune, pertanto voglio assolutamente ringraziarli! – per la loro professionalità e per la loro correttezza che in tutti questi anni hanno sempre garantito al nostro comune.

Tutti gli affidamenti vengono gestiti dalla struttura amministrativa nel pieno rispetto di quanto previsto dal D.lgs. n. 50/2016 (Codice unico degli appalti), applicando i principi di efficacia, efficienza, economicità, trasparenza e rotazione, a maggior ragione nel caso degli affidamenti diretti, così come previsto dal Codice degli appalti.

Tale affermazione acquisisce ulteriore valore se esaminiamo i due affidamenti segnalati alla pubblica opinione: quello temporaneo alla Navita per lo svolgimento del servizio di igiene urbana ed un presunto appalto conferito al Politecnico di Bari“.

Il servizio di igiene urbana affidamento in via d’urgenza e temporanea con ordinanza sindacale – come previsto dalle norme di legge – a marzo 2019 dal sottoscritto. In virtù delle vigenti disposizioni legislative nazionali e regionali in materia di rifiuti, a Mola di Bari da anni viene espletato il servizio di igiene urbana e servizi complementari utilizzando il sistema della raccolta differenziata a spinta detto porta a porta.

A fine 2018, quest’Amministrazione comunale si è trovata in una situazione inedita e particolarmente complessa riguardante l’espletamento di un servizio indispensabile e necessario attinente i profili di igiene pubblica e sicurezza urbana.

Da un lato la scadenza del contratto pluriennale con il precedente gestore – Lombardi Ecologia e successivamente Er.cav, colpito inoltre da interdittiva antimafia – dall’altra l’attivazione della procedura di risoluzione del contratto con il soggetto allora affidatario del servizio unitario dell’ARO Bari 8, a seguito di gravi inadempienze nei comuni di Conversano e Monopoli.

Situazione questa che portava l’AGER (Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti – n.d.r.) a scrivere al Comune di Mola di Bari «di effettuare le opportune valutazioni in merito, adottando gli strumenti previsti dal contratto esistente a livello comunale nelle more della conclusione del percorso avviato dal RUP», atteso che «la stipula del contratto unitario da parte del comune di Mola, al contrario, potrebbe causare un aggravamento delle condizioni nei comuni coinvolti, in virtù degli ulteriori obblighi a cui sarebbe sottoposta la ditta con relativi investimenti da affrontare»”.
 
Il comune di Mola di Bari, quindi, ha avviato con l’ausilio del segretario generale, dell’ufficio ambiente e con la consulenza di un professionista stimato e preparato come l’avv. Vittorio Triggiani, un complesso procedimento che ha portato all’esecuzione di una procedura paraconcorsuale con indicazione di criteri oggettivi, pur essendo possibile per legge, sia il testo unico degli enti locali che il testo unico ambientale, per il sindaco individuare direttamente il gestore, e che ha portato all’individuazione della ditta con ordinanza sindacale di fine marzo 2019.
Tale scelta è stata effettuata sulla base dell’istruttoria svolta dall’ufficio ambiente e dai riscontri ricevuti dalle aziende che possedevano determinati requisiti: gestione del servizio in comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti e percentuali del servizio superiore al 65%, come da normativa comunitaria, nazionale e regionale.

La scelta finale è stata effettuata individuando la ditta che, a parità di condizioni, gestisse servizi con percentuale di raccolta differenziata superiore. La correttezza del procedimento amministrativo è stata confermata, in via definitiva, da due gradi della giustizia amministrativa per i quali l’ente è stato assistito da un altro stimato professionista, quale l’avv. Aurelio Pappalepore.

Durante il procedimento il sottoscritto ha aggiornato in maniera quasi diretta, quotidiana e immediata tutti i consiglieri comunali, ma allora nulla è stato eccepito rispetto alla procedura condotta da uffici e Amministrazione, con la consulenza di legali di chiara fama“.

Il discusso affidamento al Politecnico di Bari, è un argomento sul quale Colonna ha voluto chiarire diverse cose.

“Si tratta, al contrario, di una convenzione intercorrente dal lontano 2001 tra il comune di Mola di Bari e il Politecnico di Bari per la redazione del piano urbanistico generale.

Su questo quattro brevissime considerazioni. Non parliamo di un appalto, così come erroneamente riportato, ma di una convenzione tra enti. L’ANAC nel suo parere non ha bocciato, cassato o revocato il procedimento; tra l’altro il comune di Mola di Bari ha trasmesso l’integrale documentazione disciplinante i rapporti tra comune e Politecnico di Bari, ragion per cui, visti i precedenti e la quotidiana attività dell’Autorità nazionale anticorruzione, questa ha avuto tutti gli elementi utili a redigere il proprio parere, il quale – come già evidenziato – non contiene alcuna bocciatura, né alcun invito a revocare gli atti amministrativi posti in essere nel procedimento.

Altri rapporti tra il comune e il Politecnico di Bari nel corso di questo mandato amministrativo sono stati stipulati ai sensi dell’art. 15 della legge 241/1990 riguardante gli accordi tra amministrazioni. La convenzione risale al 2001, quindi ben oltre all’avvio dell’attività di questa amministrazione. Nel corso di questo asso di tempo – quasi vent’anni – nessuno mai ha deciso di revocare, risolvere o annullare la convenzione con il Politecnico“

Con questo ritengo di aver risposto e chiarito in maniera ampia, specifica e puntuale ad ogni domanda rivoltami. Lo faccio, non solo per rispondere alle opposizioni, ma soprattutto per sgombrare ogni equivoco dinanzi ai miei concittadini, con i quali ho avuto sin dall’inizio un rapporto diretto e senza filtri, con tutti i canali di comunicazione disponibili. 

Da quando sono stato chiamato ad assolvere il ruolo di amministratore pubblico, sin dal 2015 ho improntato il mio quotidiano agire nel segno della correttezza, trasparenza, rispetto e soprattutto onestà: principi per me invalicabili, che contribuiscono a rendere una persona ed un amministratore credibili. Non condivido, ma più di questo non posso fare essendo ciascuno di noi responsabile, le modalità con cui qualcuno intende portare avanti il proprio impegno.

Le strumentazioni e le allusioni di cui sono stato destinatario in questi ultimi giorni, non nascondo che mi abbiano segnato profondamente dal punto di vista personale e mi hanno portato ad interrogare sul significato e sul senso del mio impegno diretto in politica, che rimane comunque una delle mie più grandi passioni coltivate sin dalla tenera età e sempre vissuta con entusiasmo e con lo spirito di servizio che mi porta sempre a ricercare esperienze di crescita formativa“.

Quindi arrivano le conclusioni con le ultime riflessioni.

"Entusiasmo incrinato dalla forte preoccupazione sulle conseguenze che il veicolare – strumentalizzare – certe notizie – o meglio illazioni – provocano a me, ai miei famigliari a cui devo tutto e che devo in tutti i modi preservare e tutelare, ma soprattutto sul rapporto dei cittadini con l’istituzione che rappresento, della quale non ho mai dimenticato l’importanza: mai!“

In questi termini ho riflettuto tanto in questi giorni. Molti mi hanno consigliato di dimettermi e anch’io ho pensato di mollare e di andarmene.

Credetemi, sarebbe stato più semplice e magari più gradito a qualcuno, ma che potrebbe significare andarmene? Essere colpevole di qualcosa? Dare spazio e credere che sia giusto mettere in discussione la mia onorabilità? Mi spiace, ma almeno questo non posso permettermelo.

Credetemi quando vi dico che non è facile continuare a lavorare con questo macigno addosso nella diffidenza, nella diffamazione e nello scherno perché anch’io, malgrado tutto, ho una dignità!”.

Concludo esprimendo la mia totale fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine e auspico che tutte le persone direttamente coinvolte possano chiarire nelle sedi e nei modi opportuni la loro posizione.

Prendo politicamente e anche umanamente le distanze da coloro i quali hanno già emesso sentenze, sostenendo una serie di giudizi definitivi, scatenando e incitando le reazioni del tribunale popolare.

Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma nell’ordinamento giudiziario della nostra Repubblica vige il principio della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva e questa potrà redigerla solo un giudice.

È una questione di rispetto della giustizia e della politica, che è la prima ad autodistruggersi grazie a queste dinamiche che prima o poi – purtroppo – colpiscono tutti, ma soprattutto di rispetto della dignità delle persone. Grazie per l’attenzione."

Dopo le dichiarazioni di Giuseppe Colonna i consiglieri di minoranza Daniele e Gallo  hanno chiesto al Presidente del Consiglio comunale di poter intervenire per replicare, ma Mario Lepore ha richiamato l'articolo 51 ed ha provveduto a far votare il Consiglio sulla proposta.

L' esito di parità ha fatto in modo che non ci fosse nessuna discussione, anche perché era necessaria l'unanimità. 

Evidentemente non è stata presa bene la decisione dai Consiglieri di opposizione, infatti i consiglieri Michele Daniele, Giangrazio Di Rutigliano e Stefano Diperna, hanno abbandonato per protesta l’Aula, dopo aver rilasciato dichiarazioni contro la decisione ed il modo di fare dell'Amministrazione. 

Insomma, una pagina particolare della storia del Consiglio Comunale e della politica molese che avrà i suoi strascichi....

"Che cosa è quello di cui ho bisogno? | 
Che cosa ho che non va bene? | 
Che cosa penso di pensare?"
(Nirvana)

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