UkraineRussiaWar: Anche la Cina contro la Russia?
Questa guerra irrita profondamente il governo cinese e, bisogna dire che, almeno a parole, lo ha manifestato più volte.
Che la diplomazia cinese abbia lavorato perché si arrivasse ad una tregua prima del 4 marzo, giorno dell’apertura delle Paralimpiadi invernali a Pechino, per esempio, non è un mistero, ma non ci si può limitare solo a questo.
Tra Papa Francesco che invoca la pace ed il colosso cinese, si giunge ad un paradosso che vede tutti contro Putin, anche se alla fine dobbiamo, comunque registrare il fatto che la guerra non termina.
Siamo scettici a pensare alla fine del mondo cantata dalla rappresentante di lista, ma non bastano i versi di John Lennon o un assolo di David Gilmour, a rimettere tutto a posto.
Nel mondo polveriere come Istaele e Palestina e la stessa Cina con gli USA non mancano.
Volodymyr Zelenskyy, Vladimir Putin, con la Nato come sfondo, o pretesto, stanno dando vita ad un periodo che inevitabilmente sposterà gli equilibri anche in futuro.
La Cina appare sempre più preoccupata per la guerra di Putin ed è uscita allo scoperto con la richiesta di un cessate il fuoco dai toni perentori.
Ha formalmente “deplorato” il conflitto in corso e si è detta “pronta a svolgere un ruolo nella ricerca di un cessate il fuoco tra Kiev e Mosca”.
L’esito della telefonata tra il ministro degli esteri cinese Wang Yi e il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba rappresenta una novità che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario della più grave crisi militare sul suolo europeo dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche se potrebbe anche rivelarsi l'ennesima speranza alla quale aggrapparsi.
La posizione cinese in questi giorni è venuta innanzitutto dalla popolazione.
L'appello sottoscritto da cinque storici cinesi: Sun Jiang (Università di Nanchino), Wang Lixin (Università di Pechino), Xu Guoqi (Università di Hong Kong), Zhong Weimin (Università Qinghua, Pechino) e Chen Yan (Università Fudan, Shanghai), esprime «ferma condanna» della «guerra mossa dalla Russia verso l’Ucraina»:
«Sentiamo come nostre le sofferenze del popolo ucraino» – è la sentita considerazione che non si limita solo all'aspetto interiore in senso stretto, ma provoca un deciso sostegno di «ogni azione compiuta dal popolo ucraino in difesa del proprio Paese».
La vicinanza è anche data dal fatto che oltre a detestare ogni forma di violenza si fa riferimento ad un conflitto che è anche «l’aggressione violenta ai danni di un Paese fratello tanto più debole condotta dalla Russia».
L'appello, comunque, ha lo scopo di invocare la Pace, convincendo il presidente russo a desistere dalla soluzione in atto, passando ai negoziati per risolvere la questione.
La posizione ufficiale del governo cinese è più prudente e il suo linguaggio meno schietto.
L’astensione all’Assemblea generale dell’Onu sulla mozione contro la Russia mostra, comunque la contrarietà cinese a questa guerra.
Certo, prendere in mano una situazione simile, specialmente per un Paese alleato non è facile come andare a fare una vacanza in Croazia, ma questa vicenda dai toni dark deve essere risolta in qualche maniera.
Debiti, crediti, passano in secondo piano in questo momento, ma non è del tutto vero, tutto è collegato, come il mondo e la sua globalizzazione.
L'intervento cinese pare sia stato sollecitato dagli americani?
Beh... è pur sempre un dialogo tra contendenti che in questo momento hanno un obiettivo comune.
Ovviamente non dobbiamo illuderci e disegnare nelle nostre menti uno scenario che focalizzi l'immagine di un Putin in difficoltà, isolato contro tutto il mondo.
Almeno per il momento sarebbe un'immagine non corrispondente al vero.
Ed anche queste telefonate tra Cina ed USA non sono del tutto positive, nascondono sempre qualcosa di poco trasparente e non in linea con i nostri desideri.
Un esempio?
Al telefono con il Segretario di Stato americano Blinken, il ministro degli esteri di Pechino, il “falco” Wang Hi, si è detto disponibile ad una presa di posizione, ma ha chiesto in cambio la non ingerenza di Washington su Taiwan.
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