Bosh Bari: 700 esuberi da eliminare in 5 anni. La Paura serpeggia nei lavoratori.
Gli operai: "Abbiamo paura per le nostre famiglie"
Non possiamo dire che è un fulmine a ciel sereno, non possiamo parlare di riequilibrio finanziario in senso stretto.Sicuramente è qualcosa che serpeggiava da un pò ed a prescindere dalle reazioni dei sindacati che hanno urlato: "Questo stabilimento merita rispetto" è anche l'ovvio risultato dell'atteggiamento dell'azienda in questi ultimi anni.
Non viviamo, infatti, in un romanzo di Camilleri e sappiamo che non possiamo sempre intonare "We are the Champions" dei Queen.
"Lu monde no à state fatte 'guale
Quante da lundane siend'u viende
Arrecuérdete, bbéne mie
So le trumiende
Le parole de stu cor'e le suspire".
(Radicanto)
I dipendenti dello stabilimento Bosch di Bari hanno cercato di combattere questa crisi sacrificandosi per venire incontro alle esigenze del colosso tedesco.
Ma adesso tutto si è trasformato in cifre:
700 esuberi nel giro di cinque anni, per effetto del cambio verso l’elettrico.
Difficile cambiare lo status di dipendente con quello per una candidatura a ricevere il Reddito di dignità e l'augurio è che questo scenario possa tornare a tingersi di tinte più tenui.
Non potremmo dire che non tutti i mali vengono per nuocere, ma si salverebbero posti di lavoro.
Quante da lundane siend'u viende
Arrecuérdete, bbéne mie
So le trumiende
Le parole de stu cor'e le suspire".
(Radicanto)
Il fatto è che c'è stato una specie di "razzismo" nei confronti dello stabilimento barese.
Ne parla Radionorba, ma non Radio Capital.
La vicenda del dopo Mattarella prende più spazio nelle news.
Non è questione di privatizzazioni, il problema in Italia; piuttosto è il fatto che alle aziende non conviene più rimanere aperte.
Se il problema fosse veramente quello del passaggio all'elettrico; volendo o potendo investire non avrebbe problemi.
Bosh è leader nel campo dell'elettrico, ovunque, ma a Bari ha preferito non trasformare la produzione per investire, eventualmente altrove.
Purtroppo rimarranno i problemi di chi ha un mutuo da pagare, chi una famiglia da sostenere, chi progetti ancora da realizzare.
I lavoratori hanno paura per le proprie famiglie e non è un problema che si risolve istituendo le primarie.
Bisognerebbe convincere l'azienda ad una riconversione, ma a quali condizioni, a quale prezzo?
E' qui che c'è il punto nevralgico di tutta la questione.
Ai posteri l'ardua sentenza.
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