Nuove restrizione per la Pesca.
Le novità dovrebbero riguardare il basso adriatico.
Tempi duri per pescatori e marinai che si dovrebbero ritrovare a fare i conti con le nuove regole che riguardernno il proprio lavoro.
Se quando si parla di "Stop Martucci" la questione ambientale assume connotati di aggregazione e condivisione di obiettivi comuni, quando si parla, per esempio di misure di maglie delle reti per la pesca, la risposta non viaggia nella stessa direzione.
Dobbiamo aspettarci nuovi scioperi e manifestazioni?
Aspettiamo di vedere gli sviluppi.
Intanto dobbiamo parlare dell'esperimento nella fossa di Jabuka/Pomo al largo della Croazia e della successiva decisione presa dai paesi del Mediterraneo.
Saranno istituite diverse aree di restrizione della pesca nel mare Adriatico, in particolare una nel canyon di Bari e un'altra nell'Adriatico meridionale.
Non sarà una giornata della posta, ma ugualmente sarà difficile far passare la notizia in secondo piano, specialmente nel momento in cui queste modifiche saranno attuate.
Scende in pista, però anche una linea comune atta a non impoverire i nostri mari ed a salvaguardare proprio il settore legato al mare.
Non è che se uno è costretto a vendere, per esempio, il proprio peschereccio, lo fa per andarsene in vacanza a Riccione o in Norvegia.
Non sarà avvertito come un odore di fiordaliso, non si dovrebbe colpire eccessivamente un settore già in crisi.
In questo momento gli operatori del lavoro legato al mare si sentono nuovamente come vittime di violenze e soprusi, quasi come ciò che si ricorda nelle giornate dedicate ad altre problematiche.
Parliamo, dunque, delle 21 raccomandazioni vincolanti e 14 risoluzioni per la conservazione e l'uso sostenibile delle risorse marine nel Mediterraneo e nel mar Nero approvate dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo.
Ci saranno "nuove misure di gestione per la pesca sostenibile con reti da traino, la definizione di una taglia minima di riferimento, la mitigazione degli impatti della pesca sulle specie vulnerabili e la richiesta di segnalazione delle specie non indigene in acquacoltura."
Insomma, un cane che si morde la coda...
O il Gobbo di Notre Dame che non sa se rivelarsi o meno.
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