Ecco qual è la vera "dittatura sanitaria".
In questo periodo è diventato normale dover assistere a manifestazioni di gente che protesta per motivazioni inesistenti.
I cosiddetti no vax, gente che millanta pseudoteorie non solo non suffragate dai fatti, ma che non hanno alcuna base, non solo scientifica, ma di nessuna altra natura plausibile.
Mi direte... Ma perché tu capisci qualcosa?
Beh... Anche se visto lo spessore delle motivazioni millantate mi verrebbe di dire "si" a prescindere, mi tengo sulla realtà delle cose.
"No"... Ma non è difficile fare 1+1
Siccome mi viene difficile pensare che ci siano persone totalmente incapaci di comprendere le cose più elementari, potrei anche dire: ma vi sembra che questo novembre sia uguale a quelli degli ultimi due anni, in termini di contagi e di restrizioni?
Ma poi perdo la voglia, oltre che la pazienza e mi rifiuto di rivolgermi a gente che rinnega l'evidenza.
Quello che però vorrei sottolineare oggi è l'abuso di termini che vanno per la maggiore e che non trovano riscontro nello stato delle cose e nelle vicende umane che non riguardano, in ambito sanitario, solo il Covid19.
Spesso sento parlare di "dittatura sanitaria"....
Embé.... Volete sapere cos’è la vera “dittatura sanitaria”?
Embé.... Volete sapere cos’è la vera “dittatura sanitaria”?
Quella che addirittura senza nemmeno saperlo riescono a determinare anche queste persone.
È, per esempio, il paziente oncologico in chemioterapia e a rischio sepsi che all’ospedale Galliera di Genova è stato rimandato a casa e costretto alle terapie domiciliari perché non c’era posto.
Perchè non c'era posto?
Malasanità?
Macché.... É perché Il 60% dei posti letto in Malattie infettive è occupato da no-vax mentre in rianimazione non ci sono più posti liberi.
Che bello quando ci sciacquiamo la bocca con le varie sigle airc, aism, apleti onlus, o parliamo di ricerca da sovvenzionare o ci emozioniamo con la vicenda del piccolo Ethan.
E poi la ricerca ci offre una soluzione, tra le altre cose, gratis contro il Coronavirus e mandiamo tutto alle ortiche con comportamenti scellerato.
Non vorrei dire che ad alcune persone il cervello se ne sia andato in "vacanza a Riccione" , o sbbia intrapreso un viaggio così lungo e lontano dal corpo più di quelli narrati da Omero.
Chi sono io per giudicare chi non la pensa come me?
Ecco....
Pensare....
Questo è il punto.
Ci sono persone che pensano di essere vittime di complotti, ma che non restano in disparte come il gobbo di Notre Dame.
E se già questo "pensare" lascia perplessità alla luce dei fatti, non ne parliamo di chi neanche partorisce queste bestialità dalla propria testa, ma si lascia trasportare da questi ciechi personaggi.
Se ci fosse una speciale giornata mondiale della posta, spedirei lontano, in altre galassie, questa gente, non perché non è della mia stessa idea, ma perché e pericolosa per l'incolumità di tutti.
Se portare un fiordaliso a tutte le vittime del coronavirus non basta per ricordarle, come non lo fa una giornata dedicata al tema, anche se istituita, bisogna anche dire che esiste anche altro nella vita.
Quella vita che è ritornata a scorrere quasi normalmente proprio grazie ai vaccini e che ci ha permesso di poter scendere in pista e ripartire in tutti i settori.
Le manifestazioni Stop Martucci dalle mie parti non ci sarebbero altrimenti, ma non ci sarebbero nemmeno le rimostranze dei no vax, perché saremmo tutti ancora rinchiusi nelle nostre abitazioni se la campagna vaccinale non avesse sortito effetti.
Però.... Nella normalità della vita, purtroppo ci sono anche le altre malattie.
In un Paese civile, tutti hanno diritto ad essere curati.
In un Paese civile, tutti hanno diritto ad essere curati.
È ancora più inaccettabile a questo punto che che l'assurdo è sconsiderato rifiuto di prevenire una malattia impedisca le cure a chi combatte ogni giorno per la propria vita.
Questa non è “libertà”, come si sente starnazzare nelle piazze.
Questa è ignoranza, egoismo, irresponsabilità. E ha un prezzo.
Ma non è ammissibile che a pagarlo siano gli altri.
Il resto.... Sono solo cazzate.
(Ispirato da uno scritto di Lorenzo Tosa)
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