Il PRC molese tra dubbi e strategie circa la questione Martucci.
Delibere comunali contro delibere regionali, ma è davvero così?
Interessante punto di vista del locale circolo di Rifondazione Comunista che, nonostante l'opinione pubblica e le associazioni a tema vada nella direzione dell'assoluta chiusura della Discarica, argomenta a 360°.
È difficile in questi casi usare la formula "non tutti i mali vengono per nuocere", ma le difficoltà "oggettive" non mancano.
Il pensiero di PRC Mola lo potete consultare dal Comunicato Stampa seguente :👇🏻
L'ultimo chiuda la discarica.
Pietro Santamaria intitolava così nel 2010 il suo libro su Contrada Martucci. Ma quando quest'ultimo è Godot si può ben capire che diventi difficile chiuderla davvero questa discarica. Godot è la ragion di Stato. Godot è la ragion di Mercato. Godot è la ragion dell'Emergenza. Sono tutte queste ragioni che fanno sì che la discarica, su proposta di delibera della Giunta regionale (data 15-ott), possa rimanere ancora aperta per l'utilizzo delle vasche A e B.
Ma la ragion delle Comunità, quella non l'ascolta proprio nessuno. La ragion della Terra ancor meno. Così questa Terra, che ospita ben quattro discariche dagli anni ottanta del Secolo scorso, la si vuole ancora condannare ad una storia che sembra non aver mai fine e che racconta di milioni di metri cubi di rifiuti scaricati nei primi due lotti (ormai esauriti e chiusi da tempo) e in una delle due discariche annesse all'Impianto di selezione, biostabilizzazione e produzione di CDR (Combustibile Da Rifiuto) che sono pronte, secondo la Regione Puglia ed evidentemente anche per l'AGER e l'ARPA Puglia, ad accogliere altre migliaia di metri cubi di rifiuti.
Non è bastata una accusa di disastro ambientale per bloccare tutto questo. Un'accusa che potrebbe non essere infondata considerando che il percolato, che non viene estratto da troppo tempo, non si capisce che fine faccia. Anche lui rimosso, come le richieste del Territorio. Ma questo è un rimosso che potrebbe essere pericoloso e tossico, in assenza di un monitoraggio concreto e di uno studio puntuale delle sue infiltrazioni in una terra carsica ed altamente permeabile fino alla falda.
Davanti a tutto questo, però, c'è Godot: ci sono ragion di Stato, ragion di Mercato e ragion dell'Emergenza. La Regione Puglia non affronterà realmente la richiesta di chiusura e stralcio di Contrada Martucci dal Piano Regionale dei Rifiuti fino a quando ci sarà da risolvere il problema dello smaltimento in tutta la Puglia, anche perché le aziende che hanno costruito e che gestiscono gli Impianti che insistono sull'area, difficilmente accetteranno la dismissione delle loro attività (con la relativa perdita economica). Stralciare "Martucci" dal Piano regionale dei rifiuti significa chiudere tutto, anche gli impianti di selezione, biostabilizzazione e produzione di CDR che, in virtù di un Contratto di gestione sottoscritto da Nichi Vendola (all'epoca Presidente della Regione Puglia e Commissario all'Emergenza ambientale) con l'ATO BA5 (che all'epoca coinvolgeva 21 Comuni ma attualmente l'Impianto lavora per ca. 40 Comuni pugliesi) che vincola brutalmente questa nostra Terra fino al 2027. Esemplari e "didascaliche" restano le parole dell'attuale Presidente della Regione che in una Conferenza stampa di alcuni anni fa diceva: "io non so se sia possibile, per esempio, che qualcuno diventi Presidente della Regione Puglia contrastando gli interessi delle Aziende che gestiscono il Ciclo dei Rifiuti. Non lo so. Possiamo fare un esperimento ma non sarà facile".
Non è finita qui. Se la Regione abbraccia Godot, le amministrazioni comunali non sono da meno. Nel Capitolato per l'affidamento del servizio di raccolta e trasporto RSU e Servizi di igiene urbana per l'ARO BA8, all'art. 2 ed all'art. 21 si fa riferimento anche alla destinazione dei Rifiuti Urbani raccolti. Perchè compete ai Comuni, ognuno per la propria quota, il costo di trattamento, recupero e smaltimento dei RSU che sono trasportati a cura e spese dell'Appaltatore presso gli impianti finali individuati dai Comuni, dall'ARO, dall'AGER o da altro ente preposto (cfr art. 21), con oneri ricompresi nel Canone qualora l’impianto sia ubicato entro una distanza di 200 km (400 km A/R) da ciascun Comune (la distanza viene calcolata dalla sede del Municipio fino alla sede operativa dell'Impianto). Davvero è possibile credere che nell'approcciarsi ad un Piano industriale così complesso, non si sia considerata la logistica ed i relativi costi? Abbiamo qualche dubbio in merito. Così anche le deliberazioni del Consiglio comunale e le relative Commissioni ad hoc ci sembrano mancanti di una vera e propria visione di un Piano alternativo alla riapertura delle vasche di Contrada Martucci.
La nostra proposta, in questo momento (dopo averne già parlato in un comunicato di maggio 2021 "Pensare ad una Exit Strategy per Contrada Martucci"), è la seguente:
bloccare l'apertura delle vasche A e B, chiedendo all'ARO BA8 di farsi promotore con la Regione Puglia e l'AGER di un tavolo esplicitamente aperto per l'individuazione di un sito alternativo (con un mandato di massimo sei mesi), in modo da poter procedere più agevolmente allo stralcio di Contrada Martucci dall'attuale Piano Regionale;
procedere con le operazioni di bonifica e la messa in sicurezza di Contrada Martucci;
vincolare il conferimento nell'Impiantistica di Contrada Martucci ai solo 21 Comuni che hanno sottoscritto il Contratto per l'ATO BA5, in modo da ridurre sensibilmente l'organico in arrivo (e quindi la produzione di percolato). Perchè ad oggi sarebbero ca. 40 Comuni a conferire in Contrada Martucci. Il doppio.
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