Il Consiglio Comunale all'Unanimità approva la Delibera contro Martucci.
DI NON AUTORIZZARE
la riapertura e/o l’utilizzo, a qualsiasi fine, delle vasche di servizio e soccorso A e B annesse all’impianto di biostabilizzazione, in ragione del grave stato di compromissione dell’intero sito di Contrada Martucci;
DI STRALCIARE
l’intero sito di Contrada Martucci dal Piano Regionale dei Rifiuti, con ogni dovuta conseguenza in termini di sicurezza e/o post gestione dei lotti;
DI INDIVIDUARE,
con immediatezza, uno o più siti alternativi a quello di Contrada Martucci da destinare allo smaltimento di rifiuti di ogni genere, onde garantire il soddisfacimento dei servizi essenziali.
ASSOCIAZIONE “Chiudiamo la discarica Martucci”
Ieri incontro in Regione di sindaci e associazione con l’assessora Maraschio
TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINELa Giunta Regionale in questi giorni sta revisionando
il Piano regionale dei Rifiuti (PRGRU), già adottato da tempo (agosto 2018) ma
mai approdato in Consiglio. Tante sono le ragioni dell’abbandono di questo
importante provvedimento per così lungo tempo, nonostante le necessità
impellenti di un suo aggiornamento e
riesame. La più importante, al netto dell’aggiornamento e riallineamento alle
normative europee sopravvenute, risiede nella chiusura del ciclo dei rifiuti
che non trova, a tutt’oggi, una sua soluzione e composizione tra i vari
contrasti e problemi sociali dei territori. La nostra Associazione, già nel
luglio 2018, nelle osservazioni proposte nelle consultazioni propedeutiche al
varo del nuovo PRGRU, rilevava nel suo documento “Ancora una volta sui principi ispiratori del nuovo Piano Regionale di
Gestione dei Rifiuti Urbani, la filosofia che vi sottende, seppur non sempre
coerente e lineare, ci piace e ci convince: quando il modello è fondato su
“risorse e non rifiuti” con l’economia circolare al centro, basato sulla
riduzione dei rifiuti, l’aumento della differenziata, il riuso e il riciclo, la
trasformazione del rifiuto in energia, non si può che essere d’accordo.
Ma se ci
discostiamo dalle affermazioni di principio, ci rendiamo conto che trattasi di pura teoria e noi gradiremmo, invece,
soffermarci sulla realtà dei fatti quali, ad esempio, i risultati finali del
Piano vigente che, rispetto alle previsioni che lo avevano accompagnato, di
certo non hanno brillato e sono stati esiti molto lontani dagli obiettivi
fissati ed auspicati.
Riteniamo,
purtroppo, che anche questa volta agli intenti dichiarati non seguirà la
concretezza dei risultati attesi, poiché vi è un vizio di fondo che conduce
inevitabilmente verso emergenze (annunciate) che penalizzeranno, ancora una
volta, chi già da tempo chiede inversioni di tendenza rapide, impegnative e sostanziali.
Tale difetto
consiste in un ottimismo di maniera che si racchiude nella supposizione della
riduzione del 10% dei rifiuti, del 30%
della produzione dei rifiuti alimentari (per effetto di cosa o di chi?) e del
raggiungimento del 65% di differenziata entro il 2020.
Ipotesi per noi irrealistica allo stato della situazione
reale della cultura imperante e degli insufficienti interventi
politico-amministrativi”. E soggiungevamo “Un simile
quadro resterà insufficiente e solo sulla carta se non verranno assunti
provvedimenti tempestivi sui diversi fronti quali, ad esempio …….. interventi
specifici per quelle situazioni di impianti di trattamento e smaltimento la cui
genesi di insediamento, prima, e magari frangenti giudiziari successivamente
intervenuti (vedi Martucci) richiedono, invece, immediate decisioni correttive,
da inserire nel Piano”. Di tutto
questo non si è tenuto gran conto nel Piano poi varato. Quello che accade oggi
ne è una logica conseguenza.
Facili profeti o piuttosto attenti e perspicaci controinteressati?
E come nella migliore tradizione tutti i
nodi vengono al pettine. Nella corsa affannosa contro il tempo, per non perdere
cospicui finanziamenti europei, adesso la Giunta, e di conseguenza il
Consiglio, regionali rischiano di fare ancora peggio. Circola in queste ore una
bozza provvisoria e occulta, di cui pertanto non si conoscono i dettagli, del
nuovo PRGRU che viene illustrata ma non divulgata, in attesa di una sua
adozione, a valle di tali consultazioni, da parte della Giunta Regionale.
Nell’ambito di queste consultazioni, considerate le prese di posizione, nette e
incontrovertibili, dei Consigli Comunali di Conversano e Mola (cui presto
dovrebbe aggiungersi quello di Rutigliano) sul rifiuto categorico della
riapertura delle vasche di servizio/soccorso negli impianti di contrada
Martucci, ieri nel primissimo pomeriggio c’è stato l’incontro dei sindaci di
Mola e Conversano e della nostra Associazione con l’assessora all’Ambiente
della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio e con i vertici degli Uffici
regionali preposti, dal Direttore del Dipartimento, Paolo Garofoli, Direttore
dell’Ager, Gianfranco Grandaliano, dell’ufficio Rifiuti, Giovanni Scannicchio,
alla presenza dei consiglieri regionali Lucia Parchitelli e Francesco
Paolicelli e dell’assessora all’ambiente del Comune di Mola, Elvira Tarsitano.
Tema dell’incontro, neanche a dirlo, la vexata quaestio della riapertura della
vasca A del predetto impianto. Come nulla fosse accaduto in tutti questi anni,
con la mole di dati scaturiti dal processo penale, dalle indagini del Tavolo
Tecnico (un ennesimo step è tuttora in corso e già nelle sue fasi finali),
dalle denunce, confermate dai rilievi successivamente eseguiti, di testimoni di
giustizia, che hanno, IN MANIERA INEQUIVOCABILE, INCONTROVERTIBILE E
RISOLUTIVA, SANCITO L’INQUINAMENTO DIFFUSO E LA COMPROMISSIONE AMBIENTALE DELLE
AREE DEGLI IMPIANTI A MARTUCCI, si continua a ipotizzare l’impraticabile
riapertura. Nella riunione di ieri alla Maraschio e a tutti gli altri
interlocutori abbiamo ricordato che, ope legis, valendo il principio di
precauzione, in quelle zone NON PUÒ PIÙ APRIRSI ALCUN ALTRO BACINO DI RACCOLTA
RIFIUTI.
Senza voler entrare nei meandri delle proposte e delle alternative discusse, miranti
sostanzialmente ad una moratoria a tempo per consentire di trovare una
soluzione all’intricata matassa, abbiamo rilevato che siamo in un presunto
vicolo cieco che, a nostro sommesso giudizio, ha delle vie d’uscita, che però non
sono quelle che ci sono state proposte e che ci riservavamo di far conoscere,
dopo consultazione interna e concordato con tutti gli altri attori della
complessa vicissitudine, la nostra posizione e proposta in merito.
ABBIAMO INFINE, CON MOLTA RISOLUTEZZA, RIAFFERMATO LA NOSTRA
NETTA CONTRARIETÀ ALL’IPOTESI DI RIAPERTURA DI IMPIANTI DI SMALTIMENTO A
MARTUCCI E RAVVISATO LA NECESSITÀ DI METTERE IN SICUREZZA QUELLE AREE E
STRALCIARE DEFINITIVAMENTE DAL PIANO CONTRADA MARTUCCI PER LE RAGIONI ORMAI A
TUTTI ARCINOTE.
Mola 14 ottobre 2021
“Chiudiamo
la discarica Martucci”
Il Presidente
Commenti