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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Il Consiglio Comunale all'Unanimità approva la Delibera contro Martucci.



Purtroppo alla Regione fanno "orecchie da Mercante" e ci sarà ancora da lavorare.


Approvata all'unanimità la delibera di Consiglio per chiedere:

DI NON AUTORIZZARE
la riapertura e/o l’utilizzo, a qualsiasi fine, delle vasche di servizio e soccorso A e B annesse all’impianto di biostabilizzazione, in ragione del grave stato di compromissione dell’intero sito di Contrada Martucci;

DI STRALCIARE
l’intero sito di Contrada Martucci dal Piano Regionale dei Rifiuti, con ogni dovuta conseguenza in termini di sicurezza e/o post gestione dei lotti;

DI INDIVIDUARE,
con immediatezza, uno o più siti alternativi a quello di Contrada Martucci da destinare allo smaltimento di rifiuti di ogni genere, onde garantire il soddisfacimento dei servizi essenziali.

In Consiglio Comunale c'è stata una discreta rappresentanza associativa e di cittadini.
Le decisioni che sono state prese, una volta tanto all'unanimità, potrebbero anche far ben sperare, ma dalle parti della Regione vorrebbero far credere che tutto è già deciso e che non si possa tornare indietro.

Amministratori e membri dell'Associazione "Chiudiamo la Discarica Martucci", quindi si sono recati nelle sedi competenti e sono stati impegnati in un serrato confronto, con l'assessore regionale all'ambiente, Anna Grazia Maraschio. 

Il risultato è stato quello di "congelatre" ogni decisione sul destino dell'impianto complesso a Martucci, ma soprattutto sulla paventata riapertura della vasca A di servizio/soccorso. 

Successivamente sono previsti altri incontri della Città Metropolitana e dell'Anci provinciale sul tema, mentre l'Associazione illustrerà una propria proposta operativa che parte dal fondamento NO ALLA RIAPERTURA DELLA VASCA A, MESSA IN SICUREZZA DELLE AREE A MARTUCCI, STRALCIO DEFINITIVO DAL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI. 

Di seguito il Comunicato diffuso:👇


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ASSOCIAZIONE “Chiudiamo la discarica Martucci” 

Ieri incontro in Regione di sindaci e associazione con l’assessora Maraschio

TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE

La Giunta Regionale in questi giorni sta revisionando il Piano regionale dei Rifiuti (PRGRU), già adottato da tempo (agosto 2018) ma mai approdato in Consiglio. Tante sono le ragioni dell’abbandono di questo importante provvedimento per così lungo tempo, nonostante le necessità impellenti di un suo aggiornamento  e riesame. La più importante, al netto dell’aggiornamento e riallineamento alle normative europee sopravvenute, risiede nella chiusura del ciclo dei rifiuti che non trova, a tutt’oggi, una sua soluzione e composizione tra i vari contrasti e problemi sociali dei territori. La nostra Associazione, già nel luglio 2018, nelle osservazioni proposte nelle consultazioni propedeutiche al varo del nuovo PRGRU, rilevava nel suo documento “Ancora una volta sui principi ispiratori del nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, la filosofia che vi sottende, seppur non sempre coerente e lineare, ci piace e ci convince: quando il modello è fondato su “risorse e non rifiuti” con l’economia circolare al centro, basato sulla riduzione dei rifiuti, l’aumento della differenziata, il riuso e il riciclo, la trasformazione del rifiuto in energia, non si può che essere d’accordo.

Ma se ci discostiamo dalle affermazioni di principio, ci rendiamo conto che trattasi di pura teoria e noi gradiremmo, invece, soffermarci sulla realtà dei fatti quali, ad esempio, i risultati finali del Piano vigente che, rispetto alle previsioni che lo avevano accompagnato, di certo non hanno brillato e sono stati esiti molto lontani dagli obiettivi fissati ed auspicati.

Riteniamo, purtroppo, che anche questa volta agli intenti dichiarati non seguirà la concretezza dei risultati attesi, poiché vi è un vizio di fondo che conduce inevitabilmente verso emergenze (annunciate) che penalizzeranno, ancora una volta, chi già da tempo chiede inversioni di tendenza rapide, impegnative e sostanziali.

Tale difetto consiste in un ottimismo di maniera che si racchiude nella supposizione della riduzione del 10%  dei rifiuti, del 30% della produzione dei rifiuti alimentari (per effetto di cosa o di chi?) e del raggiungimento del 65% di differenziata entro il 2020.

Ipotesi per noi irrealistica allo stato della situazione reale della cultura imperante e degli insufficienti interventi politico-amministrativi”. E soggiungevamo “Un simile quadro resterà insufficiente e solo sulla carta se non verranno assunti provvedimenti tempestivi sui diversi fronti quali, ad esempio …….. interventi specifici per quelle situazioni di impianti di trattamento e smaltimento la cui genesi di insediamento, prima, e magari frangenti giudiziari successivamente intervenuti (vedi Martucci) richiedono, invece, immediate decisioni correttive, da inserire nel Piano. Di tutto questo non si è tenuto gran conto nel Piano poi varato. Quello che accade oggi ne è una logica conseguenza.

Facili profeti o piuttosto attenti e perspicaci controinteressati?  E come nella migliore tradizione tutti i nodi vengono al pettine. Nella corsa affannosa contro il tempo, per non perdere cospicui finanziamenti europei, adesso la Giunta, e di conseguenza il Consiglio, regionali rischiano di fare ancora peggio. Circola in queste ore una bozza provvisoria e occulta, di cui pertanto non si conoscono i dettagli, del nuovo PRGRU che viene illustrata ma non divulgata, in attesa di una sua adozione, a valle di tali consultazioni, da parte della Giunta Regionale. Nell’ambito di queste consultazioni, considerate le prese di posizione, nette e incontrovertibili, dei Consigli Comunali di Conversano e Mola (cui presto dovrebbe aggiungersi quello di Rutigliano) sul rifiuto categorico della riapertura delle vasche di servizio/soccorso negli impianti di contrada Martucci, ieri nel primissimo pomeriggio c’è stato l’incontro dei sindaci di Mola e Conversano e della nostra Associazione con l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio e con i vertici degli Uffici regionali preposti, dal Direttore del Dipartimento, Paolo Garofoli, Direttore dell’Ager, Gianfranco Grandaliano, dell’ufficio Rifiuti, Giovanni Scannicchio, alla presenza dei consiglieri regionali Lucia Parchitelli e Francesco Paolicelli e dell’assessora all’ambiente del Comune di Mola, Elvira Tarsitano. Tema dell’incontro, neanche a dirlo, la vexata quaestio della riapertura della vasca A del predetto impianto. Come nulla fosse accaduto in tutti questi anni, con la mole di dati scaturiti dal processo penale, dalle indagini del Tavolo Tecnico (un ennesimo step è tuttora in corso e già nelle sue fasi finali), dalle denunce, confermate dai rilievi successivamente eseguiti, di testimoni di giustizia, che hanno, IN MANIERA INEQUIVOCABILE, INCONTROVERTIBILE E RISOLUTIVA, SANCITO L’INQUINAMENTO DIFFUSO E LA COMPROMISSIONE AMBIENTALE DELLE AREE DEGLI IMPIANTI A MARTUCCI, si continua a ipotizzare l’impraticabile riapertura. Nella riunione di ieri alla Maraschio e a tutti gli altri interlocutori abbiamo ricordato che, ope legis, valendo il principio di precauzione, in quelle zone NON PUÒ PIÙ APRIRSI ALCUN ALTRO BACINO DI RACCOLTA RIFIUTI.

Senza voler entrare nei meandri delle proposte e  delle alternative discusse, miranti sostanzialmente ad una moratoria a tempo per consentire di trovare una soluzione all’intricata matassa, abbiamo rilevato che siamo in un presunto vicolo cieco che, a nostro sommesso giudizio, ha delle vie d’uscita, che però non sono quelle che ci sono state proposte e che ci riservavamo di far conoscere, dopo consultazione interna e concordato con tutti gli altri attori della complessa vicissitudine, la nostra posizione e proposta in merito.

ABBIAMO INFINE, CON MOLTA RISOLUTEZZA, RIAFFERMATO LA NOSTRA NETTA CONTRARIETÀ ALL’IPOTESI DI RIAPERTURA DI IMPIANTI DI SMALTIMENTO A MARTUCCI E RAVVISATO LA NECESSITÀ DI METTERE IN SICUREZZA QUELLE AREE E STRALCIARE DEFINITIVAMENTE DAL PIANO CONTRADA MARTUCCI PER LE RAGIONI ORMAI A TUTTI ARCINOTE.

Mola 14 ottobre 2021                            

 “Chiudiamo la discarica Martucci

                                                                                                  Il Presidente

                                                                                         dott. Vittorio Farella


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