PRC Mola ricorda che Son passati 20 anni dal G8 di Genova...
Una ricorrenza che deve essere ricordata e che deve far riflettere.
Di solito quando ci celebra un ventennale si ricorda qualcosa di piacevole, si mette su una colonna sonora ad hoc ed il gioco è fatto.
Questa volta non è così; anche a voler scorrere una playlist dell'epoca con Robbie Williams, Red hot chili Peppers e Queen, non cambierebbero i sentimenti.
In questi giorni si sono sprecati i commenti sull'argomento e si è semplificato molto, ponendo l'accento tra chi è stato vittima e secondo alcuni è stato fatto passare e chi è il vero colpevole di tutto ciò che è successo.
Anche questa volta a vincere è la faziosità, ...anche di fronte all'evidenza.
Ed allora se dobbiamo essere faziosi, perché non dire chi aveva ragione a protestare?
E perché, pur senza far di tutta l'erba un fascio, non dobbiamo dire che sono stati compiuti atti raccapriccianti che vanno oltre a tutte le scusanti?
Non voglio accusare polizia e carabinieri in generale, ma solo coloro che si sono resi protagonisti di quelle nefandezze e chi, probabilmente, li ha mandati in quella scellerata missione.
VENT’ANNI DAL G8 DI Genova è il titolo che possiamo dare al Comunicato stampa del Partito della Rifondazione Comunista – Mola di Bari che ha, quasi, con il suo scritto, voluto celebrare un altro "giorno della memoria".
Eccovelo:👇🏻
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Bisogna avere buona memoria per mantenere le promesse (cit.).
Questi sono giorni di memoria per noi e per una o due generazioni. Sono giorni di memoria per il G8 che si tenne a Genova nel 2001. Per quella che, secondo le parole attribuite ad Amnesty International, è stata “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale” oppure “una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia recente”. Anche il Parlamento Europeo ha deplorato “le sospensioni dei diritti fondamentali avvenute durante le manifestazioni pubbliche, e in particolare in occasione della riunione del G8 a Genova, come la libertà di espressione, la libertà di circolazione, il diritto alla difesa, il diritto all’integrità fisica”. L’assalto alla Scuola Diaz è stato definito da fonti interne come una “macelleria messicana” mentre gli interrogatori alla Caserma Bolzaneto sono stati descritti come atti di tortura. Le responsabilità sono state acclarate dagli atti processuali.
Lasciamo a chi è interessato la libertà di documentarsi. Leggere. Studiare e farsi una propria opinione libera sulla storia. Siamo troppo confidenti di essere dalla parte giusta, non ci interessa convincere.
Il nostro dovere in questo caso è semplicemente quello di mantenere la memoria perché dentro questa memoria ci sono le nostre promesse. C’è il nostro futuro. Nel 2001 tutto il Mondo si è sollevato contro una configurazione del capitalismo predatorio, violento, senza scrupoli che andava contro la Terra, contro la Natura, contro il Lavoro e contro gli Esseri umani. Tutto un mondo unito, sotto mille bandiere e mille colori, si è sollevato tra il 1999 ed il 2001 a Birmingham, Colonia, Seattle, Praga, Nizza, Porto Alegre, Napoli, Quebec, Goteborg ed in tante altre Città prima di Genova. Utilizzando per la prima volta in modo energico le nuove tecnologie, dando un input straordinario nella diffusione del networking social e di nuove modalità di gestione della partecipazione popolare. Parlando di Ambiente, di Sostenibilità, di accoglienza e di critica radicale del potere (e del dominio dell’Uomo sulla Donna). Ipotizzando nuovi modelli di tassazione mondiale (la Tobin Tax) e soprattutto un approccio diverso al debito odioso accumulato dai Paesi poveri verso i Paesi più ricchi sempre protetti dal Fondo Monetario Internazionale.
Oggi molti di quei temi (ad esempio la digitalizzazione, la sostenibilità, l’inclusione e la stessa tassazione) sono al centro delle Agende internazionali e per i burocrati che ne parlano sembra quasi un avanzamento. La verità è che eravamo dalla parte giusta della Storia, abbiamo buona memoria e non dimentichiamo le nostre promesse.
Bisogna avere buona memoria per mantenere le promesse (cit.).
Questi sono giorni di memoria per noi e per una o due generazioni. Sono giorni di memoria per il G8 che si tenne a Genova nel 2001. Per quella che, secondo le parole attribuite ad Amnesty International, è stata “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale” oppure “una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia recente”. Anche il Parlamento Europeo ha deplorato “le sospensioni dei diritti fondamentali avvenute durante le manifestazioni pubbliche, e in particolare in occasione della riunione del G8 a Genova, come la libertà di espressione, la libertà di circolazione, il diritto alla difesa, il diritto all’integrità fisica”. L’assalto alla Scuola Diaz è stato definito da fonti interne come una “macelleria messicana” mentre gli interrogatori alla Caserma Bolzaneto sono stati descritti come atti di tortura. Le responsabilità sono state acclarate dagli atti processuali.
Lasciamo a chi è interessato la libertà di documentarsi. Leggere. Studiare e farsi una propria opinione libera sulla storia. Siamo troppo confidenti di essere dalla parte giusta, non ci interessa convincere.
Il nostro dovere in questo caso è semplicemente quello di mantenere la memoria perché dentro questa memoria ci sono le nostre promesse. C’è il nostro futuro. Nel 2001 tutto il Mondo si è sollevato contro una configurazione del capitalismo predatorio, violento, senza scrupoli che andava contro la Terra, contro la Natura, contro il Lavoro e contro gli Esseri umani. Tutto un mondo unito, sotto mille bandiere e mille colori, si è sollevato tra il 1999 ed il 2001 a Birmingham, Colonia, Seattle, Praga, Nizza, Porto Alegre, Napoli, Quebec, Goteborg ed in tante altre Città prima di Genova. Utilizzando per la prima volta in modo energico le nuove tecnologie, dando un input straordinario nella diffusione del networking social e di nuove modalità di gestione della partecipazione popolare. Parlando di Ambiente, di Sostenibilità, di accoglienza e di critica radicale del potere (e del dominio dell’Uomo sulla Donna). Ipotizzando nuovi modelli di tassazione mondiale (la Tobin Tax) e soprattutto un approccio diverso al debito odioso accumulato dai Paesi poveri verso i Paesi più ricchi sempre protetti dal Fondo Monetario Internazionale.
Oggi molti di quei temi (ad esempio la digitalizzazione, la sostenibilità, l’inclusione e la stessa tassazione) sono al centro delle Agende internazionali e per i burocrati che ne parlano sembra quasi un avanzamento. La verità è che eravamo dalla parte giusta della Storia, abbiamo buona memoria e non dimentichiamo le nostre promesse.
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