La Lettera di Roberto Mancini prima dell'inizio degli Europei.
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Prima dell'inaugurazione dei campionati Europei di calcio, c'è stata una lettera che definirei molto significativa e che va oltre il contesto sportivo che è da considerare sempre come una parte di quella che l'esistenza globale di ognuno di noi.
Quando si parla di lettere è sempre qualcosa di particolare, per me anche dal punti di vista lavorativo, essendo un dipendente di poste Italiane, ma soprattutto dal punto di vista sentimentale che ricorda una pratica che ormai va scomparendo.
Eppure un giorno prima mi è capitato di "beccare" in Tv "Letters to Juliet" un film che favoleggia proprio su questa pratica.... amorosa...
La protagonista Sophie Hall, infatti, è una giovane americana che lavora come verifica-fatti presso un giornale, ma il suo sogno è diventare una giornalista.
Insieme al fidanzato Victor, chèf in procinto di aprire un ristorante, parte per Verona per una specie di luna di miele anticipata, ma a causa del lavoro di Victor, in cerca di fornitori, i due passano poco tempo insieme.
Visitando la "casa di Giulietta", dove donne da tutto il mondo lasciano lettere per i loro problemi d'amore, Sophie conosce le "segretarie di Giulietta", quattro donne che raccolgono le lettere, alle quali poi rispondono.
La ragazza trova una lettera nascosta nel muro della loggia, scritta cinquant'anni prima da una donna inglese di nome Claire Smith, e decide di risponderle, essendo entrata a far parte delle "segretarie".
Pochi giorni dopo Claire, ormai nonna, si presenta insieme al nipote Charlie.
Da lì partirà la ricerca di quell'amore fanciullesco mai dimenticato....
Nonostante qualche critica ricevuta sia negli Usa che in Italia per la realizzazione troppo superficiale di un racconto che sul fondo ha sempre un nome altisonante come William Shakespeare, il film è godibile e mostra ancora una volta la potenza e la profondità della scittura che permette di mettere in ordine le idee e di dare un messaggio positivo e di speranza.
Noci, Putignano, Olanda, questo europeo poteva disputarsi ovunque, probabilmente avrebbe prodotto la stessa carica.
Il commissario tecnico della Nazionale che già a livello di valori e di sentimenti, può avvalersi, tra gli altri del gemello Vialli, ha scritto una lettera rivolta agli italiani alla vigilia del match contro la Turchia, la prima di Euro 2020.
Non bisogna per forza partecipare a "il Libro Possibile" o essere rumorosi come i Maneskin per essere incisivi.
Roberto Mancini ha scelto la strada della lettera:👇
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sembra passata un’eternità da quando abbiamo ottenuto la qualificazione in quella sera all’Olimpico contro la Grecia, era ottobre 2019, eravamo euforici e davanti a noi l’occasione di tornare all’Olimpico qualche mese dopo e toglierci una grande soddisfazione sportiva con l’Europeo itinerante.
Il 2020 doveva essere l’anno di una grande soddisfazione, l’anno in cui condividere una gioia insieme, ma sappiamo tutti come è andata. È stato un anno in cui abbiamo cambiato le nostre abitudini, per alcuni sono stati mesi lontani dalle persone che amiamo, qualcuno purtroppo le persone che ama le ha perse. Mesi in cui le cose più semplici sono diventate complesse. Per nessuno è stato facile, eppure ognuno a modo suo ce l’ha fatta.
Le conseguenze della pandemia globale sono ancora evidenti e toccherà essere forti ancora per un po’. Lo sport in questi momenti, come ho detto più di una volta, è uno strumento essenziale della nostra vita. Può aiutarci a stare meglio, può aiutarci a staccare temporaneamente da alcuni pensieri o momenti complicati. Lo sport può regalarci tante emozioni positive. Mai come ora ne abbiamo estremo bisogno.
La nostra Nazionale, nell’Europeo che inizierà tra poche ore, è consapevole di rappresentare un popolo fantastico e determinato, e per questo io insieme allo staff e ai 26 ragazzi che scenderanno in campo, sfrutteremo tutti i minuti di questa manifestazione per onorare il Paese che rappresentiamo. Sappiamo che le nostre partite saranno un momento di unione di milioni di italiani. Saranno momenti di gioia che per un attimo ci faranno dimenticare dell’anno appena trascorso.
Per questo andremo a giocare questa manifestazione consapevoli della forza della maglia azzurra e del popolo italiano. Onoreremo ogni minuto, scenderemo in campo con la spensieratezza di quando si è ragazzini e si comincia a giocare a calcio, ma anche con la responsabilità di chi rappresenta uno dei Paesi più forti e belli al mondo.
Uniti sotto un unico cielo azzurro, con indosso la maglia azzurra, stringiamoci in un unico coro che unisce più di 60 milioni di italiani: FORZA AZZURRI!".
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