Rilievi al Piano Comunale delle Coste dall'Ass. "Chiudiamo la Discarica Martucci" Intervista al TG di Antenna Sud.
Dal minuto 30 l'intervista al Presidente Vittorio Farella.
È solo un caso che ci troviamo alla vigilia della Giornata della Terra ed è altrettanto casuale il fatto che l'imminente 25 Aprile non solo ricorda la storica liberazione, ma è accompagnata da diverse cose delle quali ci vogliamo liberare.
L'associazione "Chiudiamo la Discarica Martucci" non lavora solo per dire "Basta Martucci", ma opera a 360° per un tema molto sentito come l'ambiente.
Questo argomento non deve essere "di moda" solo in questi giorni, ma deve essere la base sulla quale costruire il pianeta del futuro.
Proprio per questo, visto il Piano Comunale delle Coste di Mola di Bari, l'associazione ha voluto dire la sua.
Il Presidente Vittorio Farella ha inviato agli organi d'informazione le osservazioni al Piano Comunale delle Coste di Mola ed Antenna Sud lo ha contattato tempestivamente per registrare un'intervista che è andata in onda Andrà in già nel notiziario delle 14.
Si tratta del video che apre questo scritto.
Per accedere subito all'intervista basta passare direttamente al minuto 30.
Il documento che l'associazione ha preparato ed ha diffuso presso gli organi di stampa è il seguente:👇🏻
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RILIEVI AL
PIANO COMUNALE DELLE COSTE
La nostra associazione non poteva certo rimanere
indifferente al momento valutativo di uno strumento così importante per il
futuro del nostro territorio, di salvaguardia delle aree costiere e del mare
prospicente, del loro uso eco-sostenibile e della tutela ambientale in senso
lato. La pianificazione dell’area costiera, attraverso lo strumento del PCC
(Piano Comunale della Coste) è, in quanto programmazione per il futuro sviluppo
ed uso, uno snodo decisivo per garantire, ad uno stesso tempo, sviluppo
economico e risanamento di un notevole degrado consumatosi nel tempo, per
permettere una più larga e libera fruizione del demanio marittimo e del mare
territoriale, assicurando una reale e
ampia accessibilità.
Oltre ad essere conforme alle linee guida, agli indirizzi e
criteri forniti dal PRC (Piano Regionale delle Coste) e dal PPTR (Piano
Paesaggistico Territoriale Regionale) deve
integrarsi con tutta la strumentazione urbanistica vigente di ogni livello,
secondo norma, ma soprattutto
raccordarsi con la progettualità programmatoria urbanistica in progress di livello locale.
Infatti, la pianificazione costiera affidata ai Comuni esige una gestione integrata non solo con tutta la strumentazione
urbanistica vigente e in divenire locale, con le disposizioni nazionali e
regionali, ma anche in raccordo e
comunità d’intenti con i Comuni costieri confinanti (Bari e Polignano) e, magari, in ottica sinergica, anche con quelli dell’immediato entroterra.
Consci della straordinaria importanza, vera e propria sfida
di progresso e duro banco di prova, della realizzazione programmatica di tale
importante strumento di tutela ambientale e fruibilità sociale, riteniamo non
si debba trascurare alcun aspetto e predisporsi interessatamente all’ascolto
degli stakeholders, delle associazioni e di semplici cittadini, per coglierne
suggerimenti e sensibilità e superare le criticità esistenti, fra le prime
quelle della devastazione e occupazione abusiva di diversi tratti di costa.
Proprio convenendo con l’affermazione contenuta negli atti
di presentazione dell’adottato PCC “il
livello di degrado è tale, per intensità e ampiezza, che il problema non è più
quello di cercare usi ottimali delle aree ancora libere, ma piuttosto quello di
innescare un processo di recupero e risanamento complessivo” richiamiamo
l’attenzione sulla convinzione che per ottenere un accettabile risultato
occorra:
•
Un
coordinamento fra tutti gli strumenti urbanistici, in armonia con le
indicazioni del PRC e degli strumenti di pianificazione sovraordinata;
•
Una
ricognizione puntuale dell’esistente sul demanio e nell’immediato territorio
retrostante;
•
Un’attenzione
particolare nel perseguire la
protezione dell’ambiente naturale, la preservazione e tutela delle aree
archeologiche e di pertinenza di beni storici, nonché il recupero dei tratti di
costa che versano in stato di degrado;
•
Per
assicurare la preminenza dell’interesse pubblico del piano e della fascia
costiera necessita una sinergia pubblico-privato, con accordi peculiari e
puntuali, per la valorizzazione ed uso pubblico, seppur altresì a titolo
oneroso e anche a fini turistici, di tutte le aree demaniali, ma soprattutto
delle aree concedibili per Stabilimenti Balneari (SB).
Si può ben comprendere che per fare tutto questo occorra
una tempistica più ampia ed un respiro maggiore nel coinvolgimento di svariati
attori nella programmazione di una siffatta proposta. Essenziale, dunque,
ulteriori confronti che potrebbero scaturire da questa fase di osservazioni e
dalla comparazione con quanto già in previsione nell’elaborando PUG.
Per entrare più nello specifico:
-
Va
rovesciato l’assunto che sia lo scenario di prima attuazione ad assegnare
l’indirizzo per il redigendo PUG (non anche per i PUE) e che siano invece i
principi ispiratori dell’istituendo PUG a indirizzare gli interventi di tale
scenario, se proprio non si voglia posporre l’adozione del PCC alla sua
adozione/approvazione;
-
Nelle
procedure di adeguamento dello strumento vigente al nuovo PCC bisognerà
assumere la priorità assoluta di INCREMENTO delle aree demaniali, magari
agendo con proposte da avanzare agli Enti competenti per un’eventuale revisione
della dividente demaniale o attraverso acquisizioni al pubblico di aree private
(e non soltanto per quelle situazioni paradossali e scandalose di muri e
proprietà private che finiscono direttamente in mare, a volte di origine
abusiva), a causa di una significativa e diffusa privatizzazione della costa ;
-
Tenuto conto che la costa molese rientra
completamente nella categoria B (a normale valenza turistica) bisogna porre particolare attenzione nelle
concessioni per Stabilimenti Balneari (SB) e Spiagge Libere con Servizi (SLS)
per evitare che le porzioni migliori siano di esclusivo appannaggio per tali
concessioni. Così come si dovrà ipotizzare un più larga assegnazione di
Spiaggia Libera (SL) ben al di sopra del limite minimo di Legge (36%), in
considerazione della esiguità della profondità di spiaggia, sebbene gran parte
di questa
(4.450 m.) non sia allo stato concedibile per profondità
insufficiente (< 15 metri);
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Nel regime di transitorietà (sic!) fino al
31.12.2033 per la revisione/revoca delle concessioni esistenti non si deve indugiare ad avviare
procedimenti di sospensione o di revoca (anche parziale) immediati per quelle
concessioni che ricadono in aree interessate da divieti assoluti di
concedibilità (aree vincolate e sfoci di lame);
-
Sarebbero sconsigliabili,
per l’esiguità del tratto di costa utile del nostro territorio, le concessioni
per finalità diverse da SB e SLS, in particolare relativamente a concessioni per impianti di acquacoltura
marina;
-
Problema di notevole importanza, come anche
sottolineato ampiamente nella bozza di PCC adottata, è quello relativo al progetto per le nuove aree di parcheggio.
Il numero estremamente limitato di parcheggi pubblici, la sosta selvaggia (spesso
all’interno del demanio marittimo, anche a diretto contatto con le aree di
scogliera e perfino a ridosso della battigia) o parcheggi non regolamentati lungo la viabilità di accesso al mare (nella
maggior parte dei casi lungo strada o in corrispondenza di pertinenze stradali), richiedono
interventi riparatori nel breve periodo e con assoluta priorità;
-
Accessibilità
al demanio marino. Decisione di notevole rilevanza, ma forse non solo per
il nostro territorio, per la reale fruibilità delle spiagge. Mal comune, in
questo caso, non genera mezzo gaudio, ma la necessità di sinergie con altri Comuni costieri e gli Enti
sovraordinati (Regione, Città Metropolitana, Stato, Autorità di controllo) allo
scopo di porre fine alla chiusura e/o privatizzazione delle strade d’accesso,
anzi, come anche ipotizzato nel documento adottato, crearne di nuove, per garantire l’effettività della fruizione delle
Fasce destinate al libero transito (FP3), retrostanti alle spiagge, e Fasce di
libero transito pedonale lungo la spiaggia (FP1)
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Interventi
di recupero e risanamento costiero. Si deve procedere alla sollecita
localizzazione delle aree demaniali marittime per le quali si rende necessario
prevedere interventi di recupero e risanamento costiero, partendo dall’ambito prioritario per il ripristino dell’assetto
costiero finalizzato ad una maggiore naturalità, con la rimozione delle
opere di urbanizzazione esistenti e abusive, siano essi muri di recinzione
o piattaforme, scivoli, scalinate, ecc., per ristabilire la rinaturalizzazione della fascia costiera, mediante interventi di
tutela e ricostituzione della vegetazione costiera. Serve, poi, anche la riqualificazione degli spazi pubblici oggi
degradati: un esempio fra tutti quello della frazione di Cozze;
-
REGIME
TRANSITORIO. Questa fase rappresenta lo snodo più delicato e importante per
ben avviare il PCC e perciò necessita,
ad uno stesso tempo, di un segnale di
forte indirizzo e procedere con la massima
celerità possibile, onde poter risanare le indecenze e le vergogne più
evidenti e consentire il recupero per la sfruttabilità e godibilità della
costa. Infatti in questa fase si procederà alla individuazione delle opere di difficile rimozione da adeguare o
trasformare in opere di facile rimozione; alla trasformazione degli accessi
privati in pubblici (di converso e in stretta relazione anche al
raggiungimento della fascia di balneazione FP1); all’individuazione delle recinzioni da rimuovere e all’eliminazione
di tutte le barriere architettoniche; alla realizzazione di fasce di spiaggia
parallele al mare (FP|3) per i camminamenti. E non è certo poco, né di poco
conto.
Mola di Bari, 16 aprile 2021
Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”
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