Papa Francesco nella Storia.
Il Pontefice è reduce da un viaggio storico.
È stata una missione, ma anche in un certo senso una vacanza.
Nonostante i rischi legati alla pandemia Bergoglio ha deciso di andare in Iraq "dopo aver chiesto che sia Dio a occuparsi della gente".
Un'esperienza straordinaria.
Francesco è arrivato dove nessun Pontefice era mai arrivato.
Sembra quasi la frase che inizia ogni puntata di Star Trek, del resto è stata un esplorazione verso altri pianeti che, però dobbiamo renderci conto non essere tanto distanti da noi.
"A cavallo di una Ford" suonava una canzoncina di qualche anno fa,
Oggi Francesco è arrivato a cavallo della voglia di affermare quei concetti che dovrebbero essere di tutti, a prescindere dalla religione professata.
Vandalismo, terrorismo, guerra, non sono una Passeggiata, come se andassimo a vedere il GP di Monza.
Non era solo il Covid, questa volta il pericolo.
Qui non importa se vince la Michielin o Annalisa, se si fa una Cover di Silvestri, o se accettano l'invito Celentano o Benigni.
Qui si è respira morte, l'auspicio è quello di portare la vita.
A Mosul, dopo aver visto la distruzioni perpetrata dall’Isis, il capo del Vaticano si è posto una domanda: “Chi vende le armi a questi distruttori? Chi è il responsabile?”.
A prescindere da come vogliamo pensarla nei confronti della Chiesa e della religione in generale, dobbiamo dire che abbiamo assistito a qualcosa di eccezionale seguendo la visita di Papa Francesco in Iraq.
Vederlo nella Cattedrale di Baghdad, proprio quella che fu teatro 10 anni fa di un attentato che continia ad essere ricordato.
Ricorda le sofferenze della minoranza yazida ed esprime un concetto che sarà pure logico, dal nostro punto di vista, ma che purtroppo continua ad essere un controsenso nella nostra società:
"La religione serva la causa della pace e della fratellanza dei popoli".
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