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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Mola: Il Consigliere Daniele parla di Errori di Bilancio e negligenze amministrative.




Il leader locale del Movimento 5 stelle ha evidenziato omissioni e diversi errori compiuti dalla Giunta circa un presunto credito che nella realtà non esisterebbe da tanto tempo.


Non è che a Torino, per esempio, non succedono, ma è chiaro che riferendosi alle nostre latitudini, la questione diventa di pubblico dominio. 
Talvolta pensiamo che vicende del genere esistano solamente nei paradossi scritti ed interpretati da Benigni, ma dobbiamo ricrederci o, comunque, cercare di capirci qualcosa. 

Rivolgersi alla consigliera regionale Antonella Laricchia (mail che apre questo scritto) che, dopo una breve interlocuzione con la Regione, ha chiarito molto di quello che è successo è una mossa che mette in evidenza alcune mancanze. 

Certo, il tono è da... 

"E sebbene hai tentato non puoi proprio nasconderti"
(Rolling Stones) 

... Ma il nostro "Rock targato Italia", oggi è all'ordine del giorno. 

Il consigliere del Movimento 5 stelle Michele Daniele è intervenuto sulla questione durante l'ultimo Consiglio Comunale, ma ha anche prodotto uno scritto che intende dare delucidazioni circa la vicenda. 

Eccovelo:

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LA SAGRA DEGLI ERRORI
È dallo scorso luglio che questa sciamannata amministrazione comunale (che Mola ha avuto in sorte da un destino avverso) si trascina un problema banalissimo: verificare se un presunto credito (un residuo attivo, come viene chiamato nella arzigogolata finanza pubblica, vantato dalla Regione esiste ancora o no.

La (in)esistenza di questo presunto credito l’avevo segnalata più e più volte negli ultimi 6 mesi. 
Sia l’assessore al Bilancio (responsabile politico della tenuta dei conti), sia l’assessore all’Urbanistica (responsabile politico dell’ufficio competente per questa verifica) hanno brillato per la loro ignavia, inventandosi le giustificazioni più inverosimili.
Bastava effettuare una sola verifica: chiedere in Regione se quel presunto credito esistesse ancora (per la verità, questo controllo dei presunti crediti dovrebbe essere una operazione di routine da farsi tutti gli anni, e tanto più se viene esplicitamente segnalata una anomalia nella loro gestione) .

Come semplice consigliere comunale non posso avere contatti istituzionali con gli uffici della Regione, ma il Comune sì, e sarebbe stato semplicissimo farlo. 
Hanno aspettato l’intervento dei revisori dei conti per chiedere alla Regione. 
Non so cosa abbiano chiesto, forse di tutto, tranne l’unica domanda sensata: avete ancora un debito (residuo nel gergo contabile) verso il Comune di Mola per la realizzazione di quell’opera già conclusa?

Quindi ho dovuto farlo io. 
Mi sono rivolto alla nostra consigliera regionale Antonella Laricchia che, dopo una breve interlocuzione con la Regione, ha chiarito quello che una banale logica elementare avrebbe suggerito: quel residuo di finanziamento regionale non esiste più. 
E addirittura non esiste più dal 2002. 

La lettera inviatale dalla dirigenza regionale lo dice in un modo così chiaro che forse anche sindaco, assessore al Bilancio e all’Urbanistica, se non addirittura il responsabile dell’Ufficio Tecnico, riusciranno a comprenderlo: quel residuo di finanziamento non esiste più. 
Quindi il rendiconto 2019 è viziato da questo credito inesistente e conseguentemente sono viziati altri provvedimenti da esso dipendenti.
La cosa più raccapricciante della vicenda è che non era necessaria questa lettera della regione per comprenderlo. 
Era tutto scritto a chiare lettere (per chi sa leggere) in una nota che la Regione aveva inviato al Comune di Mola di Bari nel febbraio 2008 (sì, 13 anni fa). 
Nota che l’incredibile sindaco Colonna ha dichiarato, nel consiglio del 29 gennaio, che non è mai stata acquisita al protocollo comunale. 
Insomma, dice che se la sono persa, lanciando velate accuse ai dipendenti dell’epoca.

Essendo il sindaco ormai un personaggio in-credibile (“in” privativo) abbiamo provato, insieme al consigliere Giangrazio Di Rutigliano, a verificare sul registro del protocollo se questa affermazione fosse corretta. 
Orbene, abbiamo appurato che il registro di protocollo dell’epoca non si trova, né in formato cartaceo né in formato elettronico. Al che il nostro in-credibile sindaco nel consiglio comunale di giovedì scorso, di fronte all’evidenza, si è corretto cambiando versione: non potendo ribadire che la nota non sia mai stata acquisita al protocollo (introvabile) aveva desunto che non fosse stata protocollata in quanto quella nota non si trova nel fascicolo della pratica (!). 
Cosa ovviamente totalmente differente: perché quel pezzo di carta potrebbe essere andato perso, potrebbe essere stato archiviato fuori posto o potrebbe essere in qualsiasi posto. 
E siccome a pensar male si fa peccato ma spesso ci si coglie, diciamo che era molto comodo per l’amministrazione che quella nota non si trovasse. 
Perché l’intera narrazione farlocca della sagra di errori commessi in questa vicenda si è basata sulla non conoscenza di quella nota della Regione di 13 anni fa. 
Come si diceva, è una questione di credibilità, o di in-credibilità, e quando la credibilità viene persa, è lecito sospettare di tutto.

Questo nel mondo delle favole del sindaco Colonna. 
Perché pur ammettendo che tale nota non sia mai stata acquisita al protocollo, la vicenda presenta una sagra degli errori raccapricciante, che si estende su quasi vent’anni di amministrazione molese, e che raggiunge l’acme con l’attuale giunta.
Perdita di oltre 400mila euro di finanziamenti: la regione aveva concesso un finanziamento di oltre 2,2 milioni di euro. 
Il bando di gara fu assegnato per un valore di circa 1,8 milioni. 
C’erano ancora disponibili 400mila euro che il Comune tentò di recuperare con delle varianti ma senza riuscirci, non sappiamo per quali motivi. 
Certamente l’attuale assessore all’Urbanistica lo sa, ricoprendo lo stesso ruolo anche all’epoca dei fatti, e magari vorrà illustrarcelo prima o poi.

È dal 2002 che il finanziamento originario non esiste più essendosi ridotto di circa 400mila euro, e conseguentemente anche il presunto credito che la contabilità comunale continuava a trascinarsi dietro. 
Ma se ciò era una prassi in tutti i bilanci comunali di tutta Italia pre-2014, con l’avvento della contabilità armonizzata ciò non è più possibile in quanto, ogni anno, i responsabili dei vari uffici devono riaccertare crediti e debiti esistenti per l’area di loro competenza. 
Cosa evidentemente mai effettuata, almeno per il caso in questione.

Quel finanziamento, come tutti i finanziamenti europei (non erano soldi della Regione ma trasferimenti dell’UE) hanno una destinazione vincolata: ti vengono dati per fare una determinata cosa e non altro. Quindi se tu una determinata opera l’hai fatta, e hai speso meno di quanto previsto (in gergo, hai dei residui passivi) è ovvio che il credito concesso se è superiore (c’è del residuo attivo) non ti verrà mai liquidato. Quindi se cancelli il debito devi cancellare anche il credito corrispondente, altrimenti stai gonfiando irregolarmente il bilancio. Che è quello che è successo.

Supercazzola dei 7mila euro che si potrebbero ancora prendere dalla regione. L’in-credibile sindaco l’ha sostenuto per giustificare la non cancellazione del residuo attivo, senza neanche una punta di vergogna: stiamo parlando che per presunti 7mila euro, si mantiene in vita un credito di 438mila euro. Ma leggendo la nota della regione, quei settemila euro non esistono più, perché “nei tempi previsti” il Comune avrebbe dovuto presentare una richiesta di proroga e una variante alla sua rendicontazione. Nel 2008 non nel 2021!

La risposta della regione alla richiesta di Antonella Laricchia lascia intendere che, avendo avuto la Regione una economia di circa 43mila euro, se il Comune effettuasse una richiesta argomentata per utilizzarli, potrebbe effettuare una riprogrammazione e potremmo ottenerli. Ma si tratta di un nuovo capitolo e ciò non ha niente a che vedere con la doverosa cancellazione del famoso residuo. 
Credete che il Comune farà qualcosa per prendere quei 43mila euro?
Tralasciamo la lunga serie di errori derivanti dalla mancata cancellazione di quel residuo attivo e vogliamo concludere con un altro aspetto altrettanto inquietante. Abbiamo coinvolto in questa vicenda il collegio dei revisori dei conti in quanto organo “terzo” rispetto all’amministrazione comunale. 
In realtà, a sentire la narrazione fatta dal Presidente del Collegio, sensibilmente appiattita sulle posizioni dell’amministrazione, ci siamo posti un paio di domande, entrambe ugualmente inquietanti:

l’amministrazione comunale ha condiviso la nota della regione del 2008 con i revisori dei conti? Perché, se sì, sarebbero apparse evidenti le supercazzole raccontate dagli in-credibili sindaco, assessore al bilancio e assessore all’urbanistica
se tale nota è stata condivisa, come mai nel consiglio di giovedì scorso il presidente dei revisori ha esordito appiattendosi sulla versione farlocca della giunta?
Vogliamo sperare che l’Organo di Revisione faccia fede al suo ruolo e si mantenga terzo rispetto alla dialettica tra maggioranza e opposizione. Se ne gioverà la cittadinanza, e lo stesso Organo di Revisione.

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