Condanna Appendino in primo grado: Anche il Sindaco di Mola esprime la propria vicinanza alla prima cittadina di Torino
"Perchè se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori."
Chiara Appendino, Sindaco di Torino, appartenente al Movimento 5 Stelle, è stata condannata in primo grado per gli incidenti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017, durante la trasmissione su un maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.
Non la partita della rovesciata di Cristiano Ronaldo contro la Juve, come qualcuno ha erroneamente raccontato, ma un'altra serata, durante la quale il portoghese era un avversario.
Un sindaco condannato per l'azione di qualche malvivente è come assegnare il trofeo del vincitore del Gp di Monza, durante la giornata per i diritti umani.
Evidentemente ci sono delle responsabilità istituzionali, ma può essere per forza così?
(Glenn Frey)
Il tribunale di Torino ha inflitto una condanna, alla prima cittadina del capoluogo piemontese, di 1 anno e 6 mesi ..
Sono stati condannati anche l’ex questore di Torino Angelo Sanna, l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, il dirigente dell’agenzia che si occupò della gestione dell’evento, Maurizio Montagnese, ed Enrico Bertoletti, che curò parte della progettazione.
La Appendino aveva scelto il rito abbreviato per il processo, come avevano fatto anche Sanna, Giordana, Montagnese e Bertoletti.
La Appendino aveva scelto il rito abbreviato per il processo, come avevano fatto anche Sanna, Giordana, Montagnese e Bertoletti.
Nel processo con rito ordinario, che è ancora in fase dibattimentale, sono invece coinvolti il viceprefetto di Torino Roberto Dosio e i dirigenti di polizia Alberto Bonzano e Michele Mollo.
Per spiegare la vicenda mi sevo delle parole stesse del sindaco di Torino:
"Come sapete, ho sempre cercato di comunicare con tutti voi in modo diretto e sincero.
E così vorrei fare anche in questo giorno difficile.
Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzò per rubare collane e orologi preziosi. Questo gesto scellerato scatenò il caos che portò a molti feriti e alla morte di due persone. I quattro sono già stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in appello.
Oggi, in un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me (insieme ad altre 4 persone) a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti. È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto.
La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza.
È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perchè è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca.
Non ve lo nascondo, questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me.
Con la stessa sincerità vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza.
Perchè se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori.
Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione.
Concludo questo messaggio con un grazie a tutte le persone che mi sono state vicine, soprattutto in questi giorni, e ai miei legali, fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio".
E così vorrei fare anche in questo giorno difficile.
Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzò per rubare collane e orologi preziosi. Questo gesto scellerato scatenò il caos che portò a molti feriti e alla morte di due persone. I quattro sono già stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in appello.
Oggi, in un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me (insieme ad altre 4 persone) a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti. È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto.
La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza.
È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perchè è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca.
Non ve lo nascondo, questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me.
Con la stessa sincerità vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza.
Perchè se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori.
Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione.
Concludo questo messaggio con un grazie a tutte le persone che mi sono state vicine, soprattutto in questi giorni, e ai miei legali, fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio".
Grande vicinanza, quindi a chiara Appendino viene proprio da chi ricopre lo stesso ruolo, in tutti i paesi della nazione.
Mi sembra doveroso aggiungere, quindi, il pensiero di Giuseppe Colonna, Sindaco di Mola di Bari, cittadina nella quale risiedo:
Ma ci sono dei limiti.
E la sentenza di primo grado che ha colpito (e non uso questa parola a caso) Chiara Appendino Sindaco di Torino, mi colpisce e fa male, anzi fa tremare alla sola idea di quello che significa.
Essere ritenuti colpevoli per la morte di due persone e di centinaia di feriti è ingiusto, se pensiamo che uccidere e ferire è da criminali. Non da Sindaci. E non credo ci sia alcuna funzione pubblica che è richiamata a tale responsabilità in casi simili.
Penso a Chiara e penso a me. Cosa penserebbero di me i miei figli se fossi ritenuto la causa di una strage?
Ed è con questo pensiero, nel pieno rispetto del dolore delle famiglie delle vittime, che esprimo davvero tutta la mia vicinanza a Chiara, con l’enorme stima che merita".
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