Cinema, Ci lascia a 93 anni Cecilia Mangini, molese e pioniera del documentario
Tra le sue opere "All’Armi Siam Fascisti!" e "Essere Donne"
E' stata una regista documentarista, una vera pioniera del cinema del reale.
Nata a Mola di Bari il 31 luglio del 1927, ha messo in risalto soprattutto nei suoi primi lavori il legame assoluto e la questione mai risolta del Meridione.
L'interesse per la politica, con il marito Lino Del Fra, l'ha portata ad aprire nuove porte che il suo genio ha attraversato in maniera inappuntabile.
"All’armi siam fascisti!", il film del '62 che la portò alla Mostra del Cinema di Venezia e suscitò una serie di polemiche e un passaggio pesante alla censura, rimane una delle sue opere più note, come "Essere Donne" del '64 che è stato uno dei primi film a documentare la condizione femminile di quegli anni, lontana anni luce di quello che è diventato l'8 Marzo oggi.
Tante sono state le manifestazioni d'affetto ed i ricordi legati al suo lavoro ed alla sua persona.
Il regista Paolo Pisanelli di Lecce con cui realizzò “Due scatole dimenticate” ed una memoria collettiva degli Anni Sessanta del Salento, con testo di Pier Paolo Pasolini, racconta:
“Il nostro film è stata una cosa bellissima, erano i suoi appunti di viaggio, non ha potuto più farlo con Lino (il marito) e abbiamo raccontato insieme quella sua avventura. Per me è stata una grande esperienza e una storia importante da raccontare”.
Si tratta di un pilastro dell'arte cinematografica, una specie di Castello Angioino nel quale si fondano la difesa per il proprio territorio e l'intraprendenza per nuove
(Dante Alighieri)
Con Fata Morgana fu premiata a Venezia .
Lei stessa nel 2013 è stata protagonista di un documentario,
"In viaggio con Cecilia" codiretto da Mariangela Barbanente.
Faceva prossimi programmi con quello che era diventato il suo fedele compagno di viaggio, Paolo Pisanelli, un documentario in Sardegna su Grazia Deledda, "la rivoluzionaria", come lei;
le presentazioni dei suoi film appena fosse stato possibile ritornare a viaggiare all'estero.
Soffriva di questa prigione che è l'attuale pandemia; è uno stress per tutti noi, figuriamoci per lei che era arrivata fino in Vietnam per scattare le sue fotografie militanti sotto le bombe.
Purtroppo non ci sarà più la possibilità per lei, ma a noi rimangono le sue fotografie, le sue interviste, i suoi scritti, e ci sono i suoi film.
La scorsa estate sono stato contentissimo di un evento dedicato a lei nel mio paese.
Non sempre i concittadini che si affermano rappresentano, aimè, una specie di "2 Giugno", nel senso di un legame importante con il resto della nazione (e possiamo dire anche con il resto del mondo), per la comunità nella quale vivo.
Pensare che questa sia stata una delle eccezioni mi riempie di gioia.
Presentai l'avvenimento da queste pagine, in questa maniera:
Con ancora quel ricordo impresso nella memoria, il primo cittadino della cittadina a sud di Bari ha voluto ricordare la grande donna:
"A nome dell'Amministrazione Comunale e mio personale, intendo esprimere il più sincero cordoglio per la scomparsa della cara Cecilia Mangini, nostra concittadina, prima documentarista donna della storia italiana.
Con Cecilia ci ha lasciato un pilastro del cinema e della cultura italiana.
Con Cecilia ci ha lasciato un pilastro del cinema e della cultura italiana.
Una grande donna che con Mola di Bari, sua terra nativa, aveva un legame inscindibile.
Abbiamo avuto il piacere e l’onore di averla ospite a Mola di Bari lo scorso 3 Agosto; in quella occasione le ho consegnato le “chiavi della nostra città” e questo fa sì che ancor più profondo sia il vuoto generato dalla sua scomparsa.
Rimarranno per sempre invece i suoi grandi capolavori culturali, testimonianza concreta del suo genio, della sua sensibilità e della sua incredibile capacità di osservare e narrare l'anima più intima del Sud.
Adesso è nostro dovere mantenerne vivo il ricordo e diffondere il Suo esempio, perché radici forti danno vita ad alberi giganti".
Abbiamo avuto il piacere e l’onore di averla ospite a Mola di Bari lo scorso 3 Agosto; in quella occasione le ho consegnato le “chiavi della nostra città” e questo fa sì che ancor più profondo sia il vuoto generato dalla sua scomparsa.
Rimarranno per sempre invece i suoi grandi capolavori culturali, testimonianza concreta del suo genio, della sua sensibilità e della sua incredibile capacità di osservare e narrare l'anima più intima del Sud.
Adesso è nostro dovere mantenerne vivo il ricordo e diffondere il Suo esempio, perché radici forti danno vita ad alberi giganti".
(Giuseppe Colonna, Sindaco di Mola di Bari)
Una grossa perdita, quindi a tutti i livelli.....
"La morte non mi spaventa, mi spaventa sprecare il tempo"
(Cecilia Mangini)
(Cecilia Mangini)
....potessimo impararlo anche noi
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