Ci mancava pure la crisi di Governo. Era proprio necessaria in questo momento?

. 

A prescindere da aver ragione o torto in molti sono contrari alla decisione di Renzi. 

“Oh quanto è corto il dire e come fioco al mio concetto!”

(Dante Alighieri) 

Per certi versi la politica italiana sembra la parodia degli Oasis, interpretata da Emilio Solfrizzi ed Antonio Stornaiolo noti anche come Toti e Tata. 

Durante una pandemia mondiale, con attività che chiudono ed altre che cercano di salvare il salvabile, con lo spettro disoccupazione sempre più dilagante nonostante i teorici blocchi dei licenziamenti. 

Con lockdown nascosto, ma evidente dal fatto che teatri, musei, cinema, palestre, bar, ristoranti, ecc... sono chiusi o semichiusi, nella nazione la politica ed i giochi di potere prendono il sopravvento. 

Dopo settimane di minacce Matteo Renzi ritira le sue due ministre e il suo sottosegretario dal governo di Giuseppe Conte. 

Un giorno prima c'era stata l’astensione di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti sul Recovery plan in Cdm. 

"Noi siamo pronti a discutere di tutto.
Un nuovo governo Conte?
Non abbiamo veti su nessuno, né pregiudizi su alcuno.
Ma come non c’è alcun veto o pregiudizio da parte nostra, sia chiaro che sia per questa maggioranza che per una eventuale forma diversa non c’è un solo nome per palazzo Chigi. 

(Matteo Renzi) 

Il premier dal canto suo prende atto:

"Le dimissioni mi sono state comunicate attraverso una comunicazione via mail e che accetto. 

Naturalmente questa sera ho informato della situazione il Presidente Mattarella, che si è detto molto amareggiato. 

Ho provato fino all’ultimo minuto utile a evitare questo scenario, e voi siete testimoni degli sforzi fatti in ogni sede, ad ogni livello di confronto. 

Ancora due giorni fa e oggi ho ribadito che avevo preparato un lista di priorità per un confronto da fare non appena approvato il Recovery, stasera le misure anticovid, la proroga dello stato di emergenza, domani lo scostamento di bilancio. 

Non ci siamo mai sottratti a un tavolo di confronto anche se oggettivamente diventa complicato un confronto quando il terreno è disseminato continuamente di mine difficilmente superabili. 

È una grave responsabilità aprire una crisi di governo. 

Sono sinceramente rammaricato, e credo di potere interpretare anche i vostri pensieri, per il notevole danno che si sta producendo per il nostro Paese per una crisi di governo nel pieno di una pandemia e di una prova durissima che il Paese sta attraversando.

Se un partito fa dimettere le sue ministre, questo non può essere considerato un fatto estemporaneo, non si può sminuire la gravità di questa decisione”.

Sono tantissimi coloro che si chiedono cosa c’è dietro la scelta di Matteo Renzi. 

È vero che molte delle critiche hanno un fondamento di verità ed erano condivise quasi al 100% dal Pd, dalla questione dell’attivazione del Mes per l’emergenza sanitaria che lo stesso segretario dem Nicola Zingaretti chiede con forza da mesi fino alle critiche, e dunque allo stop al Recovery arrivato l’8 dicembre scorso, a causa della volontà di Conte di servirsi di sei supermanager slegati di fatto dal controllo politico del resto del governo e dei partiti che lo compongono. 

Ma è indubbio che il sospetto circa la voglia di avere un peso politico maggiore sia venuto a più di una persona. 

Ad ogni modo credo che in questo momento una crisi di Governo ce la potevamo risparmiare.