Mola: Per Daniele la Giunta Colonna è composta da dilettanti allo sbaraglio.
Il consigliere del Movimento 5 Stelle accusa l'amministrazione di aver provocato un disavanzo di amministrazione di 255 mila euro.
Se volessimo vivere a colori oggi dovremmo fare riferimento solo all'omonima associazione, visto che il grigiore ormai si abbatte a 360°.
Sarà il momento, certo, ma anche la politica non aiuta.
Sono in corso diverse diatribe tra maggioranza ed opposizione ed i risultati che provengono dal Consiglio Comunale non sono esaltanti.
Il Consigliere Michele Daniele offre la sua lettura sull'attuale Amministrazione tramite il bilancio su cui si è discusso pochi giorni fa.
Ne esce il seguente comunicato: 👇🏻
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LA GIUNTA COLONNA: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
Che questa amministrazione molese sia la peggiore di tutti i tempi non è più un mistero. E ogni seduta consiliare conferma immancabilmente la misura della sua incompetenza, condita spesso da malafede. E la scorsa seduta consiliare del 7 dicembre scorso ne ha fornito diverse evidenze. Andiamo per ordine.
Il punto forte all’ordine del giorno era l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. Al di fuori dei tecnicismi si trattava cioè di approvare un documento che verifichi l’andamento della gestione di competenza, in termini di impegni e accertamenti effettuati nell’anno, e della gestione dei residui (cioè di impegni e accertamenti che si sono registrati gli anni precedenti e che, per un motivo o per un altro, non è stato possibile portare a compimento).
L’obiettivo è quello di relazionare su ogni aspetto della gestione e di intervenire nel caso in cui gli equilibri generali di bilancio siano intaccati. E’ quindi il momento indicato per intervenire nel caso si evidenziassero degli squilibri. Detta in termini più brutali, per evitare che il bilancio vada in rosso.
Al riguardo, già in sede di approvazione del rendiconto 2019 effettuato lo scorso luglio, avevo chiesto delucidazioni su una anomalia relativa alla gestione dei residui. Proviamo a illustrarla nel modo più semplice possibile, magari sacrificando qualcosa al rigore.
Nel 2002 la Regione concesse un finanziamento di oltre 2 milioni di euro al Comune di Mola destinati alla realizzazione della rete fognante nella frazione di San Materno. Per questi tipi di finanziamenti le norme prevedono che “L’accertamento di entrate aventi vincolo di destinazione comporta la costituzione di impegno di corrispondente ammontare.”
Detta in altri termini, si iscrive il finanziamento ricevuto nell’attivo e la corrispondente somma nel passivo.
Va da sè che il finanziamento ricevuto costituisce un valore massimo: se i soldi non bastano, il resto deve metterceli il Comune. Se invece si spende meno del preventivato, la somma non utilizzata non viene erogata dalla Regione, e nel caso fosse stata già erogata va restituita alla Regione. Non solo, essendo un finanziamento con vincolo di destinazione, i fondi ricevuti possono essere spesi esclusivamente per effettuare quell’opera e non per altro.
Man mano che vengono effettuati i pagamenti per l’esecuzione dei lavori, diminuisce il valore in passivo su quel capitolo di spesa, e successivamente anche il valore in entrata in quanto la regione rimborsa l’importo di quella spesa. Per la parte di finanziamento non utilizzato nell’anno, si crea una coppia di residui: un residuo attivo per le somme accertate in entrata (il credito dalla Regione) e un residuo passivo per le somme in uscita (quelle ancora da spendere). Il punto essenziale che ribadiamo è che non può esistere l’uno (l’attivo) senza che esista l’altro (il passivo). Tecnicamente si dice che sono delle partite compensative.
L’opera in questione venne completata nel 2004, l’ultimo pagamento effettuato su quel capitolo è avvenuto nel 2005 e nel 2008 la regione ha completato la restituzione delle somme spese dal comune conseguentemente alla rendicontazione finale a seguito di collaudo. Dall’esame degli atti risulta che il finanziamento ricevuto non fu consumato per intero e “avanzarono” dei soldi (cioè un residuo passivo, del valore di circa 460mila euro ), insieme al corrispondente residuo attivo, questo pari al valore di circa 438mila euro.
Questi residui sono stati trascinati, tra l’altro inspiegabilmente, per oltre 11 anni, senza movimentare il relativo capitolo quando logica vorrebbe che, conclusi i lavori, si eliminassero sia il residuo passivo (perchè non ci sono più spese da effettuare su quell’opera) e conseguentemente il residuo attivo (perchè la regione non darà mai soldi che non si sono spesi). Possiamo comprendere che si mantenga il capitolo aperto per eventuali rimasugli di pagamenti da effettuare ma non che queste pendenze si trascinino per oltre 11 anni.
Infatti, nel riaccertamento dei residui del 2019, quello che aveva condotto all’avanzo record di oltre 3 milioni di euro, per intenderci, il residuo passivo viene eliminato dal responsabile dell’Ufficio Tecnico, motivandolo correttamente con l’assenza di obbligazioni giuridicamente perfezionate (detta in altri termini, non c’erano più spese da effettuare per la rete fognante oggetto del finanziamento). Piccolo ma significativo particolare: non viene cancellato contestualmente il corrispondente residuo attivo, come normativa prevederebbe. Viene quindi a crearsi uno squilibrio nella gestione dei residui che avevo posto all’attenzione dell’assessore al bilancio Vincesilao all’atto dell’approvazione del bilancio consuntivo 2019, effettuato lo scorso luglio. L’assessore non rispose e delegò la risposta al responsabile dei Servizi Finanziari che non seppe darmi una risposta e promise che avrebbe fatto delle verifiche e che avrebbe fornito le delucidazioni del caso.
Come nella migliore tradizione di questa amministrazione, nessuna spiegazione è mai pervenuta. Neanche in sede di Commissione Bilancio quando l’interrogativo venne posto dal consigliere Giangrazio Di Rutigliano, e neanche in sede di ulteriore Commissione Bilancio del 3 dicembre scorso. E per la verità nessuna risposta minimamente attendibile è stata fornita durante lo scorso consiglio del 7 dicembre.
L’assessore Vincesilao si è prodotto in un’ardita arrampicata sugli specchi sciorinando una serie di sciocchezze, se non di totali falsità.
– Ha asserito di aver fatto delle verifiche sui residui suddetti con il responsabile dell’Ufficio Tecnico ing. Berardi, ma è stato immediatamente smentito dal consigliere Michele Palazzo che in Consiglio ha riferito di aver interpellato al riguardo l’ing. Berardi il quale ha riferito che sino al giorno prima del Consiglio, nessuna richiesta gli era pervenuta. E’ evidente che l’assessore Vincesilao e l’ing. Berardi stanno riferendo verità differenti ma la verità può essere una sola.
– Ha asserito che il residuo attivo è stato mantenuto perchè la Regione non ha effettuato una non ben precisata “omologazione del rendiconto contabile”. Giustificazione che fa sorgere più perplessità rispetto a quante ne avrebbe dovute rimuovere. La Regione ha pagato tutte le somme spese su quell’opera e non può averlo fatto senza “omologazione”. Ricordiamo che stiamo parlando di una rendicontazione presentata oltre 11 anni fa. Inoltre è piuttosto assurdo che la Regione mantenga un suo residuo passivo per oltre 11 anni, considerando che era obbligata anch’essa ad effettuare il riaccertamento straordinario dei residui del 2015, eliminando quelli che non avevano più ragione d’essere. E in ogni caso, se anche il residuo attivo ancora esistesse, si sarebbe dovuto mantenere anche il residuo passivo per quanto detto prima: non può esistere l’uno senza l’altro, e viceversa (se non quando si spende il residuo passivo e in attesa che la Regione effettui il pagamento).
– L’assessore Vincesilao ha anche asserito che, in ogni caso, la questione della cancellazione del residuo attivo non aveva nulla a che fare con il provvedimento in approvazione, inerente alla salvaguardia degli equilibri di bilancio.
A beneficio dell’assessore, ma sopratutto dei lettori interessati a comprendere le conseguenze di questa cancellazione, illustriamo sinteticamente come si perviene a determinare il risultato della gestione con cui si determina se un bilancio consuntivo si chiude in attivo o in passivo (cioè se si ottiene un avanzo o un disavanzo).
La seguente tabella evidenzia il cosiddetto “Risultato di amministrazione” (valori in euro):
RISULTATO AMMINISTRAZIONE
Fondo Cassa al 1° gennaio 12.166.663
+ Riscossioni 21.043.876
– Pagamenti -23.290.539
+ Residui attivi 37.633.831
– Residui passivi -28.386.250
– Fondo pluriennale vincolato spese CORRENTI -4.506.432
– Fondo pluriennale vincolato spese CONTO CAPITALE -2.788.756
= Risultato amministrazione 11.872.394
Dal prospetto risulta evidente come il totale dei residui influenza pesantemente il risultato di amministrazione. Che a sua volta influenza il risultato della gestione secondo il seguente prospetto:
RISULTATO DI GESTIONE
Risultato amministrazione 11.872.394
– Totale parte accantonata -7.959.064
– Totale parte vincolata -3.447.567
– Totale parte desintata investimenti -282.792
= Totale parte disponibile (AVANZO/DISAVANZO) 182.971
Quindi, l’avanzo di circa 183mila euro ottenuto dalla gestione del 2019 deriva anche dal valore dei residui.
Ora se si corregge il palese errore della non cancellazione del residuo attivo di 438.162,72 €, il totale dei residui attivi del 2019 scende a 37.195.669 € e conseguentemente il risultato di amministrazione scende a 11.434.231 € e ovviamente l’avanzo diminuisce di 438.162,72 € corrispondente al valore del residuo attivo fasullo.
Morale della favola: anzichè avere un avanzo di circa 183mila € si ottiene un disavanzo di -255.192 €. Detta in altri termini: anzichè avere un bilancio consuntivo in attivo l’abbiamo in passivo. E ciò perchè si è gonfiata la parte attiva di un credito inesistente: quei circa 438mila euro non sono soldi nostri. E se anche lo fossero occorreva mantenere anche il debito (la spesa prevista) con risultati pressochè identici in termini di risultati di gestione.
Di fronte a questa anomalia, non chiarita dall’amministrazione, non possiamo che segnalarla alla procura della Corte dei Conti per evitare guai maggiori per il nostro Comune, come ad esempio, coprire parte dei debiti fuori bilancio elencati nella delibera approvata con somme potenzialmente inesistenti.
L’assessore Vincesilao si è lanciato anche in altre affermazioni temerarie che, per non abusare della pazienza del lettore, rimando magari ad un intervento successivo.
Termino con un’ultima considerazione: parte dei “soldi persi per colpa dell’opposizione” secondo il raccapricciante comunicato del sindaco Colonna derivavano dai 183mila euro dell’avanzo. Che, abbiamo dimostrato, in realtà è inesistente trattandosi di un disavanzo che la legge impoe di ripianare. Certo, non la legge nota all’assessore Vincesilao.
LA GIUNTA COLONNA: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
Che questa amministrazione molese sia la peggiore di tutti i tempi non è più un mistero. E ogni seduta consiliare conferma immancabilmente la misura della sua incompetenza, condita spesso da malafede. E la scorsa seduta consiliare del 7 dicembre scorso ne ha fornito diverse evidenze. Andiamo per ordine.
Il punto forte all’ordine del giorno era l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. Al di fuori dei tecnicismi si trattava cioè di approvare un documento che verifichi l’andamento della gestione di competenza, in termini di impegni e accertamenti effettuati nell’anno, e della gestione dei residui (cioè di impegni e accertamenti che si sono registrati gli anni precedenti e che, per un motivo o per un altro, non è stato possibile portare a compimento).
L’obiettivo è quello di relazionare su ogni aspetto della gestione e di intervenire nel caso in cui gli equilibri generali di bilancio siano intaccati. E’ quindi il momento indicato per intervenire nel caso si evidenziassero degli squilibri. Detta in termini più brutali, per evitare che il bilancio vada in rosso.
Al riguardo, già in sede di approvazione del rendiconto 2019 effettuato lo scorso luglio, avevo chiesto delucidazioni su una anomalia relativa alla gestione dei residui. Proviamo a illustrarla nel modo più semplice possibile, magari sacrificando qualcosa al rigore.
Nel 2002 la Regione concesse un finanziamento di oltre 2 milioni di euro al Comune di Mola destinati alla realizzazione della rete fognante nella frazione di San Materno. Per questi tipi di finanziamenti le norme prevedono che “L’accertamento di entrate aventi vincolo di destinazione comporta la costituzione di impegno di corrispondente ammontare.”
Detta in altri termini, si iscrive il finanziamento ricevuto nell’attivo e la corrispondente somma nel passivo.
Va da sè che il finanziamento ricevuto costituisce un valore massimo: se i soldi non bastano, il resto deve metterceli il Comune. Se invece si spende meno del preventivato, la somma non utilizzata non viene erogata dalla Regione, e nel caso fosse stata già erogata va restituita alla Regione. Non solo, essendo un finanziamento con vincolo di destinazione, i fondi ricevuti possono essere spesi esclusivamente per effettuare quell’opera e non per altro.
Man mano che vengono effettuati i pagamenti per l’esecuzione dei lavori, diminuisce il valore in passivo su quel capitolo di spesa, e successivamente anche il valore in entrata in quanto la regione rimborsa l’importo di quella spesa. Per la parte di finanziamento non utilizzato nell’anno, si crea una coppia di residui: un residuo attivo per le somme accertate in entrata (il credito dalla Regione) e un residuo passivo per le somme in uscita (quelle ancora da spendere). Il punto essenziale che ribadiamo è che non può esistere l’uno (l’attivo) senza che esista l’altro (il passivo). Tecnicamente si dice che sono delle partite compensative.
L’opera in questione venne completata nel 2004, l’ultimo pagamento effettuato su quel capitolo è avvenuto nel 2005 e nel 2008 la regione ha completato la restituzione delle somme spese dal comune conseguentemente alla rendicontazione finale a seguito di collaudo. Dall’esame degli atti risulta che il finanziamento ricevuto non fu consumato per intero e “avanzarono” dei soldi (cioè un residuo passivo, del valore di circa 460mila euro ), insieme al corrispondente residuo attivo, questo pari al valore di circa 438mila euro.
Questi residui sono stati trascinati, tra l’altro inspiegabilmente, per oltre 11 anni, senza movimentare il relativo capitolo quando logica vorrebbe che, conclusi i lavori, si eliminassero sia il residuo passivo (perchè non ci sono più spese da effettuare su quell’opera) e conseguentemente il residuo attivo (perchè la regione non darà mai soldi che non si sono spesi). Possiamo comprendere che si mantenga il capitolo aperto per eventuali rimasugli di pagamenti da effettuare ma non che queste pendenze si trascinino per oltre 11 anni.
Infatti, nel riaccertamento dei residui del 2019, quello che aveva condotto all’avanzo record di oltre 3 milioni di euro, per intenderci, il residuo passivo viene eliminato dal responsabile dell’Ufficio Tecnico, motivandolo correttamente con l’assenza di obbligazioni giuridicamente perfezionate (detta in altri termini, non c’erano più spese da effettuare per la rete fognante oggetto del finanziamento). Piccolo ma significativo particolare: non viene cancellato contestualmente il corrispondente residuo attivo, come normativa prevederebbe. Viene quindi a crearsi uno squilibrio nella gestione dei residui che avevo posto all’attenzione dell’assessore al bilancio Vincesilao all’atto dell’approvazione del bilancio consuntivo 2019, effettuato lo scorso luglio. L’assessore non rispose e delegò la risposta al responsabile dei Servizi Finanziari che non seppe darmi una risposta e promise che avrebbe fatto delle verifiche e che avrebbe fornito le delucidazioni del caso.
Come nella migliore tradizione di questa amministrazione, nessuna spiegazione è mai pervenuta. Neanche in sede di Commissione Bilancio quando l’interrogativo venne posto dal consigliere Giangrazio Di Rutigliano, e neanche in sede di ulteriore Commissione Bilancio del 3 dicembre scorso. E per la verità nessuna risposta minimamente attendibile è stata fornita durante lo scorso consiglio del 7 dicembre.
L’assessore Vincesilao si è prodotto in un’ardita arrampicata sugli specchi sciorinando una serie di sciocchezze, se non di totali falsità.
– Ha asserito di aver fatto delle verifiche sui residui suddetti con il responsabile dell’Ufficio Tecnico ing. Berardi, ma è stato immediatamente smentito dal consigliere Michele Palazzo che in Consiglio ha riferito di aver interpellato al riguardo l’ing. Berardi il quale ha riferito che sino al giorno prima del Consiglio, nessuna richiesta gli era pervenuta. E’ evidente che l’assessore Vincesilao e l’ing. Berardi stanno riferendo verità differenti ma la verità può essere una sola.
– Ha asserito che il residuo attivo è stato mantenuto perchè la Regione non ha effettuato una non ben precisata “omologazione del rendiconto contabile”. Giustificazione che fa sorgere più perplessità rispetto a quante ne avrebbe dovute rimuovere. La Regione ha pagato tutte le somme spese su quell’opera e non può averlo fatto senza “omologazione”. Ricordiamo che stiamo parlando di una rendicontazione presentata oltre 11 anni fa. Inoltre è piuttosto assurdo che la Regione mantenga un suo residuo passivo per oltre 11 anni, considerando che era obbligata anch’essa ad effettuare il riaccertamento straordinario dei residui del 2015, eliminando quelli che non avevano più ragione d’essere. E in ogni caso, se anche il residuo attivo ancora esistesse, si sarebbe dovuto mantenere anche il residuo passivo per quanto detto prima: non può esistere l’uno senza l’altro, e viceversa (se non quando si spende il residuo passivo e in attesa che la Regione effettui il pagamento).
– L’assessore Vincesilao ha anche asserito che, in ogni caso, la questione della cancellazione del residuo attivo non aveva nulla a che fare con il provvedimento in approvazione, inerente alla salvaguardia degli equilibri di bilancio.
A beneficio dell’assessore, ma sopratutto dei lettori interessati a comprendere le conseguenze di questa cancellazione, illustriamo sinteticamente come si perviene a determinare il risultato della gestione con cui si determina se un bilancio consuntivo si chiude in attivo o in passivo (cioè se si ottiene un avanzo o un disavanzo).
La seguente tabella evidenzia il cosiddetto “Risultato di amministrazione” (valori in euro):
RISULTATO AMMINISTRAZIONE
Fondo Cassa al 1° gennaio 12.166.663
+ Riscossioni 21.043.876
– Pagamenti -23.290.539
+ Residui attivi 37.633.831
– Residui passivi -28.386.250
– Fondo pluriennale vincolato spese CORRENTI -4.506.432
– Fondo pluriennale vincolato spese CONTO CAPITALE -2.788.756
= Risultato amministrazione 11.872.394
Dal prospetto risulta evidente come il totale dei residui influenza pesantemente il risultato di amministrazione. Che a sua volta influenza il risultato della gestione secondo il seguente prospetto:
RISULTATO DI GESTIONE
Risultato amministrazione 11.872.394
– Totale parte accantonata -7.959.064
– Totale parte vincolata -3.447.567
– Totale parte desintata investimenti -282.792
= Totale parte disponibile (AVANZO/DISAVANZO) 182.971
Quindi, l’avanzo di circa 183mila euro ottenuto dalla gestione del 2019 deriva anche dal valore dei residui.
Ora se si corregge il palese errore della non cancellazione del residuo attivo di 438.162,72 €, il totale dei residui attivi del 2019 scende a 37.195.669 € e conseguentemente il risultato di amministrazione scende a 11.434.231 € e ovviamente l’avanzo diminuisce di 438.162,72 € corrispondente al valore del residuo attivo fasullo.
Morale della favola: anzichè avere un avanzo di circa 183mila € si ottiene un disavanzo di -255.192 €. Detta in altri termini: anzichè avere un bilancio consuntivo in attivo l’abbiamo in passivo. E ciò perchè si è gonfiata la parte attiva di un credito inesistente: quei circa 438mila euro non sono soldi nostri. E se anche lo fossero occorreva mantenere anche il debito (la spesa prevista) con risultati pressochè identici in termini di risultati di gestione.
Di fronte a questa anomalia, non chiarita dall’amministrazione, non possiamo che segnalarla alla procura della Corte dei Conti per evitare guai maggiori per il nostro Comune, come ad esempio, coprire parte dei debiti fuori bilancio elencati nella delibera approvata con somme potenzialmente inesistenti.
L’assessore Vincesilao si è lanciato anche in altre affermazioni temerarie che, per non abusare della pazienza del lettore, rimando magari ad un intervento successivo.
Termino con un’ultima considerazione: parte dei “soldi persi per colpa dell’opposizione” secondo il raccapricciante comunicato del sindaco Colonna derivavano dai 183mila euro dell’avanzo. Che, abbiamo dimostrato, in realtà è inesistente trattandosi di un disavanzo che la legge impoe di ripianare. Certo, non la legge nota all’assessore Vincesilao.
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