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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Il PSI molese chiede l'azzeramento della Giunta Colonna.


Il Partito del Garofano senza peli sulla lingua suggerisce il suo punto di vista. 

Non ci sono apparentemente problemi di disavanzo e debiti, non si parla di Dup, ma alcune forze parlano di crisi politica incombente per l'amministratore Comunale di Mola di Bari. 

Non dico che siamo arrivati a condizioni a causa delle quali gli amministratori dovrebbero pensare 

"Quando sono felice credo che forse Dio non esista. Quando sono triste e infelice, spero che ci sia e lo cerco
(Robbie Williams)

Del resto.... 

"A che servono gli dei
(Rossana Casale) 

Per il PSI locale ci vogliono saggezza e pazienza, ma soprattutto è venuto il momento di voler bene al paese. 

A queste affermazioni c'è chi cade dalle nuvole e chi cita Bukowski. 

Allora perché questo clima da Corte dei Conti? 

Il partito del garofano illustra le sue motivazioni attraverso il seguente comunicato. 👇🏻👇🏻👇🏻

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Il nostro documento di due settimane fa non era un vaticinio ma la fotografia di una realtà che in tanti si ostinavano a negare o non voler vedere. 

La crisi politica, non più virtuale ma strisciante, dell’Amministrazione Colonna era nell’ordine naturale delle cose che la cingevano. Quel che è accaduto in Consiglio Comunale lo scorso 30 novembre ne è la riprova e se non si porrà immediato rimedio, con un’inversione di rotta nella gestione politica della maggioranza che governa il paese, l’esito nefasto sarà inevitabile e insanabile, con grave danno per la nostra Mola. 

Siamo fuori dalle Istituzioni (con buona pace di chi ci vuole bene) epperò siamo cittadini non avulsi dal contesto pubblico e, per nostro consolidato costume, siamo interessati alla buona politica e, perché no, anche al vecchio modo di far politica, amando discutere e confrontarci tra noi e con gli altri. 

E la buona politica, così come le idee, cammina sulle gambe degli uomini, come affermava il nostro maestro e mentore politico, Pietro Nenni. 

E noi socialisti desideriamo partecipare al confronto in corso sulla crisi e nella costruzione di antigeni alla chiusura anticipata della consiliatura, con la nostra caparbietà e immutata capacità di far politica, che ci contraddistingue ed è profondamente radicata in ognuno di noi.

Siamo di fronte ad una svolta e restare inerti sarebbe un grave errore: potrebbe causare nuovamente il blocco del paese per altri 15 mesi, dopo tre anni da quella sventurata esperienza subita e che ancora brucia. Necessita più che mai ritrovare le ragioni per il bene comune e salvare il paese.

Cosa significa voler fare il bene del paese? Far prevalere ad ogni costo il proprio punto di vista, i propri singoli orizzonti limitati oppure comprendere il grande respiro di iniziative che rimettono in gioco tutte le forze vive e attive per conquistare benessere collettivo e condiviso?

E quali saranno, se ci sarà l’onestà e la lealtà di manifestarle, le ragioni per cui si sarà capaci di assumersi la responsabilità di procurare lo stato di coma a questo paese ansimante?

La Politica è l’arte di trovare soluzioni, possibilmente condivise, ai problemi generali che riguardano una comunità. E la Politica, come diceva Nenni, si può fare anche con i sentimenti, mai con i risentimenti.

Certo, non si è giunti al punto attuale per colpa di un destino cinico e baro e di errori ne sono stati sicuramente commessi, a cominciare da chi aveva l’onere massimo della guida del paese, il sindaco, ma non per questo sono esonerati da responsabilità gli altri attori istituzionali: un fallimento coinvolge tutti i partecipanti di un sodalizio, non solo i dirigenti. 

Per questo non esitiamo a richiamare alla responsabilità e al buon senso anche lo stesso fronte dell’opposizione: può permettere che vi sia, adombrandolo come bene per il paese, un lungo periodo di commissariamento?

Ecco perché necessita trovare soluzioni, che per noi socialisti non può che essere una: la scelta di una nuova squadra di governo della città.

E questo dovrebbe comprenderlo per primo il sindaco, affidatario delle sorti della città per volontà popolare, al quale è stato assegnato l’importante e delicato incarico di guidare il paese, che per primo dovrebbe smorzare i toni della disputa e saper governare un disfacimento, tenendo conto che purtroppo la politica non si improvvisa e non è patrimonio di tutti. 

Ha, oggettivamente, avuto il sapore di una sfida o, peggio se il contrario, di imprudenza, leggerezza e improvvisazione portarsi all’ultimo giorno utile per l’approvazione di una delibera finanziaria di considerevole importanza senza la rete di protezione di una maggioranza autosufficiente.

Ora che il dado è tratto è inutile insistere: non resta che prendere atto della realtà e pensare agli interessi superiori del nostro paese. Come fare? Deponendo le armi conflittuali e ragionando tutti insieme sulle soluzioni più opportune, soprattutto tenendo in debita considerazione anche ciò che attraversiamo in questo difficile frangente della pandemia Covid. 

La strada del dialogo è sempre la più produttiva, ma deve essere sostenuta da una ferrea volontà. Ed il passaggio obbligato per giungere ad un tavolo concertativo non può che essere l’azzeramento di tutte le cariche istituzionali.

Il tempo per la verifica delle opportunità che si dispiegano è tutto davanti a noi; ove non funzionasse si potrà forse tirare a campare, ma non durerebbe a lungo. 

Il destino, sic stantibus rebus, per noi è irrimediabilmente segnato: chiusura definitiva dell’esperienza amministrativa della Giunta Colonna, con conseguenti ulteriori danni alla collettività.

Sezione PSI Mola

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