Il Privato è Politico? Conversazione con Nicola Fanizza - 22 Dicembre2020 - Pagina Casa del Popolo - CdP - Mola di Bari
Le contraddizioni spesso si basano sul nulla se si viaggia in tempi di omogeneità?
(cit. Dichiarazione di Port Huron) È tempo di riaffermare il personale.
Una nuova sinistra deve dare forma a sentimenti di impotenza e indifferenza in modo che le persone possano vedere le origini politiche, sociali ed economiche dei loro problemi privati e organizzarsi per cambiare la società.
Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso si è sviluppato un dibattito sulla Comunità.
Un concetto che, fino ad allora, appariva legato all'idea del "privato", ossia di un atteggiamento degli individui declinato nell'appropriazione di quanto fosse comune.
Le prime mareggiate contro questa forma privatistica della Comunità arrivarono da "La comunità inoperosa" di Jean-Luc Nancy, "La comunità inconfessabile" di Maurice Blanchot, "La comunità che viene" di Giorgio Agamben e "Communitas" di Roberto Esposito.
A distanza di qualche anno si può fare il punto della situazione.
La conversazione che avrà luogo martedì con Nicola Fanizza in cui, attraverso le sue esperienze, si cercherà di ripercorrere un dibattito che alla fine degli anni Novanta del secolo scorso ha segnato un momento importante nella vita politica del paese, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per rimettere in moto un certo modo di risintonizzarsi con qualcosa che è della società, ma che la società stessa cerca di rinnegare.
Parecchi spunti li posso prendere proprio da quanto scritto da coloro che organizzano l'evento.
qualche ingarbugliamento tipico mio non lo risparmio e presento in questo mio spazio questo interessante evento streaming.
Se Lino Banfi e Leonardo da Vinci possono avere uguale peso, allora si possono confondere Laura Pausini e Laura Dimitri.
Ma qual è la vera differenza e chi siamo noi per stabilirla?
Certo ognuno ha una propria identità e connotazione e questo ci permette di districarci anche in campi che no conosciamo.
Se le Notti della Contea appaiono sulla Gazzetta del Mezzogiorno, non è solo una questione di economia.
Se Jovanotti pensa positivo ed invece c'è gente che ha un evidente lato oscuro, non è detto che esiste un modello... perfetto ... anziché un altro ... che deve filare dritto e spedito in quella direzione specifica come fosse al volante di una Lamborghini.
Ernesto De Martino definiva “angoscia territoriale” la perdita di appartenenza o, meglio, di radicamento al suolo degli esseri umani.
Una perdita esistenziale, dolorosa.
Ontologicamente radicale.
Gli individui si trovano ad urtare uno contro l’altro come mosche impaurite che volano verso una finestra, ignorandone l’esistenza.
Facendosi del male, spesso consapevolmente, qualche volta meno.
Siamo angosciati perché abbiamo perso i nostri riferimenti sociali, le nostre "protezioni" (anche dello Stato).
Siamo angosciati perché abbiamo perso i nostri riferimenti sociali, le nostre "protezioni" (anche dello Stato).
Tutto è in gioco ma non c’è nulla da giocare.
Le organizzazioni si avvitano nelle loro parole, senza avere realmente qualcosa da dire.
Quest’angoscia territoriale, questa perdita dello Stato (e di status), però, ci riporta a pensare il rapporto con la terra per come si è svolto lungo tutto l’inesorabile corso cronologico degli avvenimenti.
Se ne parla martedì Live 19.30 sulla Pagina Facebook
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