Ci lascia un mito: Paolo Rossi, leggendario capocannoniere del "Mundial '82"
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A dare la notizia della scomparsa è stata la moglie Federica Cappelletti.
Oggi sapevo di dover scrivere di calcio, lo faccio sempre: Dopo la due giorni di Champions, aspetto che finisca anche il turno di Europa League e parlo di quello che è successo analizzando soprattutto le gesta delle squadre italiane.
Lo farò anche stavolta, ma prima, purtroppo devo dedicarmi ad uno dei miei primi idoli di quando ero un bambino e che purtroppo non indosserà mai più nè i panni del Supereroe azzurro, nè quelli dell'opinionista, maniera che mi permetteva di vederlo ancora, visto il tempo che è passato con quel calcio che fu, in grado essere ricordato solo da chi è un pò più grandicello.
E' stato bruttissimo apprenderlo stamattina, la notizia è arrivata nel cuore della notte, ma ne sono venuto a conoscenza attraverso la radio solo alle 7.30 mentre mi recavo al lavoro.
A 64 anni è morto Paolo Rossi, sconfitto da un male che lo stava tormentando da un bel pò.
Subito ritornano i ricordi dell’Italia campione del mondo del 1982, quella che annientò il Brasile di Zico, l’Argentina di Maradona, la Polonia di Boniek e in finale la Germania di Rummenigge.
La Nazionale del capitano Zoff e del CT Bearzot, quella dell'urlo di Tardelli, di Gentile che annienta, tra gli altri Zico e Maradona, di Scirea, del funambolico Conti, del bell'Antonio Cabrini, di Collovati e del giovane Bergomi, di Antognoni, Graziani, dell'Oriali citato da Ligabue e di tanti altri.
Ma chi ricordate per primo?
"Pablito" colui che aveva ricevuto quel nomignolo ancora giovanissimo nel precedente mondiale in Argentina, quello del 1978 che ricordo appena.
Quello dell'82, invece è impresso nella mia mente come fosse stato giocato ieri.
Avevo 11 anni e durante gli esami per la licenza media mi chiesero qualche città della Spagna.
Risposi: Madrid, Barcellona e poche altre, tentennando.
A quel punto il professore disse: "Vabbè tanto tra un pò iniziano i mondiali, le altre le imparerai lì.
Il protagonista principale fu Paolo Rossi, che veniva da una lunga squalifica e, nonostante in campionato avesse totalizzato con la Juventus solamente 3 presenze ed una rete, fu preferito da Bearzot al capocannoniere Pruzzo che non fu nemmeno convocato.
Dopo un brutto inizio di Mondiale sia per Pablito che per la Nazionale, tutto diventò magico
L’Italia intera scese in piazza per far festa, per me era la prima volta; non avevo mai assistito a cose del genere.
a Madrid per la finale volò anche il presidente più amato della nostra repubblica, Sandro Pertini che esultò di gioia in tribuna al fianco del re di Spagna.
La colonna sonora proponeva un allora apprezzatissimo Alberto Camerini e cominciava il mito dei Duran Duran con il video di Rio che veniva, comunque ricordato anche se in pochi avevano in mente il brano.
Ma la musica più bella fu la tripletta di "Pablito" al Brasile, la doppietta alla Polonia e il gol che sbloccò il risultato in finale contro i tedeschi.
Paolo Rossi era un centravanti da area di rigore che viveva per il gol.
Unico nel suo genere, impose uno stile; ancora oggi si dice gol alla Paolo Rossi.
Forse solo Pippo Inzaghi nel DNA ha avuto qualcosa di molto simile.
Era, però anche tecnico e sapeva mantenere sempre la posizione migliore.
Negli ultimi anni di carriera, nel Milan ha indossato anche la 10, anche se lui è il 9 per eccellenza.
Nell'immaginario collettivo, però rimarrà sempre il 20 dell'Italia '82.
Ragazzo della Juve, esplose nel Vicenza, il famoso Lanerossi Vicenza, poi passò al Perugia e poi la Juventus lo riprese per gioire con lui dei suoi anni migliori.
Tre gol al Brasile, due alla Polonia, uno alla Germania in finale e così l’Italia conquistò il terzo titolo di campione del mondo e Paolo il Pallone d'oro.
Dopo la Juve andò al Milan prima di chiudere la carriera a Verona.
Insieme a Baggio e Vieri detiene il record di gol azzurro ai Mondali con 9, è stato il primo giocatore, poi eguagliato da Ronaldo, a vincere nelle stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere e il Pallone d’oro.
Con la Juve ha vinto due scudetti, una coppa delle coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa dei Campioni, con il Vicenza un campionato di serie B nel quale fu capocannoniere.
Conclusa la carriera di calciatore è stato a lungo opinionista per Mediaset e la Rai.
Che questo anno maledetto termini in fretta.
Ciao Pablito."
(Mike Santo)
(Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella)
“Quando arrivai in Italia dopo i Mondiali del 1982 lui giocava nella Juventus.
Ci incontravamo spesso perché frequentavamo gli stessi ristoranti, era sempre gentile ed educato
Nonostante tutto quello che fece contro la nostra Seleçao, non ha mai detto una parola fuori posto. Lo rispettavo moltissimo, ma tutta la gente aveva un grande rispetto per Paolo”
(Junior)
“Ciao Pablito, simbolo di gioia, generosità, successo e simbolo dell’orgoglio di tutti noi italiani all’estero. Eroe. Leggenda. Grazie per le lacrime di gioia che ci hai regalato e che oggi si trasformano in lacrime di immensa tristezza. Un sincero abbraccio alla famiglia”.
(Presidente della Fifa, Gianni Infantino)
”Quando ho saputo della morte di Paolo sono rimasto scioccato, è una grande mancanza. Io con lui sono stato amico ma oltre a questo abbiamo disputato tante partite in campo quando lui indossava la maglia della Juventus e io quella dell’Inter vinte o perse, è sempre stato un grande piacere di giocare contro un campione come Paolo. La più grande sfida l’abbiamo disputata a Madrid, la finale Italia-Germania, vinta dal’Italia per 3-1 con un suo gol. Lui è stato un uomo, oltre al calciatore, di grande classe e grande stile, mi dispiace molto, le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Paolo e a tutti gli amici, è stato un uomo grande e forte”.
(Karl-Heinz Rummenigge)
“Ciao Pablito, sei stato il nostro eroe”.
(Roberto Mancini)
“È stato un grande giocatore, un grande realizzatore, tutti ricordano il suo Mondiale del 1982. Abbiamo giocato tre stagioni insieme alla Juventus, dal 1982 al 1985, e abbiamo vinto tutto. È l’unico grande nome del calcio che è stato così distaccato dal nostro ambiente. Senza dubbio perché la sua squalifica per il calcioscommesse lo aveva ferito molto. Soffriva di grandi dolori fisici, perché non aveva più il menisco. Quante ore ha passato sul lettino da massaggio, con il ghiaccio sulle ginocchia...”.
(Michel Platini)
"Riposa in pace, bambino de oro e grande amico”
(Zico)
“Ciao Paolo... I giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori”
(Giovanni Trapattoni)
“In questo momento sono in Sudamerica, ho letto adesso la notizia ed è stato un fulmine a ciel sereno, un risveglio tristissimo, un grande dispiacere per Paolo”
(Marcello Lippi)
“Lo ammetto... piango. Facevi parte del gruppo di ‘Amici Veri’... con Te non solo ho vinto... ma anche vissuto...”
(Zbigniew Boniek)
Tantissimi altri politici, artisti, società di calcio hanno dedicato tantissimi pensieri a quella che rimarrà sempre una leggenda....
Lascia la moglie, Federica, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.
Ciao Paolo,
“In questo momento sono in Sudamerica, ho letto adesso la notizia ed è stato un fulmine a ciel sereno, un risveglio tristissimo, un grande dispiacere per Paolo”
(Marcello Lippi)
“Lo ammetto... piango. Facevi parte del gruppo di ‘Amici Veri’... con Te non solo ho vinto... ma anche vissuto...”
(Zbigniew Boniek)
Tantissimi altri politici, artisti, società di calcio hanno dedicato tantissimi pensieri a quella che rimarrà sempre una leggenda....
Lascia la moglie, Federica, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.
Ciao Paolo,
mio primo idolo.
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