Rugby: 6 Nazioni, pesante ko per l'Italia contro la Francia.

Batosta per la Nazionale, servirà per la crescita? 

L'Italia del rugby riesce ad arretrare ancora: in febbraio, contro la Francia aveva perso 35-22 segnando 3 mete, dieci mesi dopo replica la sconfitta, ma 36-5 marcando solo una volta contro una formazione imbottita di debuttanti. 

Secondo il ct Smith è «Una lezione che ci farà crescere. Il piano di gioco? Lo abbiamo eseguito male». 

La Francia fa poche cose ma le fa bene, gli azzurri invece si dimostrano effettivamente un gruppo consolidato, ma poi sbagliano fondamentali come il gioco al piede o come il possesso del pallone quando si arriva a un soffio della meta francese.

La sconfitta ê da imprecazioni alla Bukowski, non tanto perché non parliamo di una Nations League calcistica, ma perché, a prescindere dall'ottimismo del ct non possiamo considerare il 6 Nazioni come un divertimento alla Cindy Lauper o una filastrocca alla Valeria Rossi. 

Certo, la squadra deve crescere, ma non parliamo di un nuovo insediamento alla Joe Biden, si lavora da un po'. 

Nel calcio si aspetta un guizzo di Chiesa o il solito gol di Morata qui ci siamo trovati di fronte ad una gara che addirittura sembra alla portata dell'Italia anche se il pronostico indica i Galli, sia pure di poco. 

La Nazionale sembra avere la forza di un concerto di Springsteen o Bon Jovi, basterebbe anche quella di Carmen Consoli, continua a darci dentro portandosi per due volte a ridosso della marcatura, ma niente. 

Nella ripresa si vorrebbe spaccare il mondo, ma si fa la fine di Arrivabene. 

In realtà ma non c'è un'idea, non c'è un piano di gioco che non sia calciare il pallone come non potrebbero chiedere di meglio i francesi oppure tentare rare aperture sui trequarti schierati però ad almeno 20 metri rispetto alla linea del vantaggio che diventa così lontanissima. 

Non dico che la squadra venga comandata come un discorso alla Di Maio, ma la strategia fa acqua. 

Insomma se crescita deve essere, deve esserlo a 360°.