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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

La Scuola del .... "FUtuRA"

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A Settembre si riparte con la Scuola.

Si, ma come?


Da quando il Covid19 è entrato prepotentemente nelle nostre vite, ci si è sempre divisi tra coloro che, specialmente con i dati attuali alla mano, vedono il futuro un po' "dark" e chi comunque è ottimista.

A prescindere da come la si possa pensare, però ci sono degli argomenti che destano preoccupazione più di altri e uno di questi è sicuramente la scuola.

E' vero veniamo da una "quarantena forzata" senza precedenti e magari non vediamo l'ora di goderci l'estate, sperando che possa essere "più normale possibile", però è indubbio che manca pochissimo a settembre, quindi è ovvio che ci si chieda come si stanno organizzando le amministrazioni locali, per far fronte a tutto.

E' chiaro che in questa sede ci occuperemo del paese nel quale viviamo e, considerate le carenze arcinote che Mola ha in merito a strutture scolastiche e simili, non occorre essere Einstein per capire che sarà una bella gatta da pelare.

Diverse parti politiche sono intervenute a tal proposito, più volte, ma alla fine i dubbi rimangono, visto che le soluzioni che circolano sui social e attraverso le chiacchiere dell'opinione pubblica, spesso mette in evidenza soluzioni, in alcuni casi, veramente assurde ed al limite del ridicolo.


Attraverso la penna della Professoressa di Elisabetta Demonte, membro del Direttivo, l'Associazione politico-culturale di centrosinistra, FUtuRA ha redatto un ottimo intervento,  inerente la riapertura in sicurezza dell'anno scolastico, sotto forma di lettera, da inviare al Sindaco di Mola, Giuseppe Colonna.

Siamo stati abituati in passato ad espanderci anche nel territorio, per portare arte e cultura, come accadeva con la manifestazione "Dalcentroailati" nelle periferie, abbiamo sempre pensato che la priorità fosse avvicinare il prossimo e l'intera comunità.
Oggi siamo costretti a prendere altre direzioni, almeno fino a quando un ideale coro che ricorda quello "Apulia Felix" annuncerà nelle nostre anime che il pericolo è definitivamente scampato.

Fino ad allora, dobbiamo smetterla di creare falsi allarmismi e riportare teorie che in bocca a gente che non conosce la materia, fa il verso alla "corazzata potëmkin" citata da Paolo Villaggio.

La lettera fa alcune doverose premesse, fa alcune domande e suggerisce qualche soluzione.
Eccovela:

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A SETTEMBRE SI RIPARTE CON LA SCUOLA.
SI', MA COME?

Gentile Sindaco Giuseppe Colonna,
pochi giorni fa, il 6 giugno, dopo una maratona lunga 72 ore, la Camera ha approvato il Decreto Scuola, convertendo in Legge il Decreto dell’8 aprile 2020. 
Vi sono indicazioni sullo svolgimento degli imminenti esami di Stato, la futura valutazione degli studenti e degli alunni di scuola primaria, sui prossimi concorsi per il reclutamento del personale scolastico, ulteriori tutele per il diritto allo studio dei ragazzi diversamente abili e, come recita il Decreto all’Art.7 ter: “Al fine di garantire la rapida esecuzione di interventi di edilizia scolastica, anche in relazione all'emergenza da COVID-19, fino al 31 dicembre 2020 i sindaci e i presidenti delle province e delle città metropolitane operano, nel rispetto dei principi derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, con i poteri dei commissari”, affinché intervengano in modo celere e in tempi utili sull’edilizia scolastica del territorio.
Dall’ormai indimenticabile 5 marzo, diverse proposte sono state messe in campo dalla Ministra e vari esperti: metà classe in presenza, l’altra metà a casa in videoconferenza; doppi turni uno al mattino e l’altro nel pomeriggio; entrate scaglionate con riduzione oraria della lezione da 60 a 45 minuti; mascherina o meglio visiera; pannelli in plexiglas, solo frontali o tipo cabina elettorale; maestre di scuola dell’infanzia bardate con mascherina, visiera e tuta monouso per “proteggersi” dai bambini, normo o diversamente abili, a cui non è possibile imporre l’uso dei DPI.
Ipotesi tra le più disparate e originali sono state avanzate pur di evadere dalla triste realtà: com’è accaduto per la sanità, anche per la scuola pubblica italiana, negli ultimi anni, sono stati operati talmente tanti tagli per risparmiare sul personale docente e ATA, sull’edilizia e le infrastrutture tecnologiche, che, il rischio di una nuova emergenza sanitaria in autunno, ci lascerebbe totalmente e inesorabilmente disorientati.
Dopo tante elucubrazioni, si affaccia all’orizzonte l’unica soluzione plausibile per far rientrare i “nostri” alunni in sicurezza a scuola: intervenire sull’ampliamento degli spazi. 
Infatti, benché sia stato bandito il nuovo concorso, esso non potrà espletarsi in tempi utili, assicurando efficienza e sicurezza e un regolare avvio della didattica. Inoltre, dopo l’esperienza traumatica della Dad (Didattica a distanza), per molti docenti, genitori e studenti è impensabile riproporla a settembre tout court. 
Infine, pensare che bambini e ragazzini, il cui canale comunicativo per eccellenza è il contatto, la fisicità, il rumoroso e caloroso assembramento, possano farne a meno, solo sulla base di prescrizioni mediche o genitoriali veicolate da barriere in plexiglas, è pura fantasia. 
Rimane una sola via: mettere a disposizione ulteriori locali o edifici, che possano garantire il distanziamento sociale in ingresso, durante e a conclusione delle attività didattiche.
In merito a quest’ultimo punto, la interpelliamo Signor Sindaco. 
Visti i nuovi poteri conferiti dalla Legge, visti i fondi stanziati dal governo, pari a 1,4 miliardi (di cui 360 milioni solo per l’edilizia scolastica per materne e primarie), Le chiediamo: ha in mente un progetto? Ha pensato d’istituire un tavolo tecnico, magari composto da dirigenti scolastici e docenti, ingegneri e architetti, sindacalisti, responsabili della sicurezza, e perché no anche da una rappresentanza genitoriale, per effettuare un monitoraggio sull’edilizia scolastica molese e approntare un progetto condivisibile, fattibile ed eseguibile in tempi utili? 
Abbiamo diversi edifici abbandonati o inagibili, che, ristrutturati e messi in sicurezza, potrebbero con i loro ampi (o ampliabili) spazi fornire una soluzione al distanziamento soprattutto dei più piccoli: pensiamo alla sede dell’ex Istituto Professionale Marittimo di Via Di Vagno, già utilizzato agli inizi del precedente A.S., per lavori di ristrutturazione della Montessori. 
E anche negli edifici attualmente sede del I e II Circolo Didattico, potrebbero essere individuati spazi convertibili in ulteriori e più ampie aule.
Certo, come sostiene il Sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio De Caro, i fondi potrebbero essere insufficienti, tuttavia bisognerà pur partire da qualcosa. Indubbiamente è importante agire sulla base di Linee guida nazionali, che il Ministero tarda ad emanare, ma aver preventivamente ben chiaro i settori su cui intervenire, consentirebbe di stimare con maggior precisione i capitoli di spesa necessari.
Siamo ormai a metà giugno e, considerando le lungaggini burocratiche e politiche e i tempi tecnici dell’edilizia, forse sarebbe il caso di non perder altro tempo. 
Tre mesi, estivi, passano in fretta… e molti genitori sono letteralmente spaventati all’idea di ricominciare con le modalità appena terminate.
Se la politica nazionale ha tardato nel dare risposte, auguriamoci che quella locale non faccia altrettanto.
Ci pensi, ne va del futuro dei nostri figli, sotto il profilo non solo culturale ma anche psicologico e sociale!

FUtuRA – Mola di Bari 




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