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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Coronavirus: La fase 2? Non si capisce niente.


Conte ha spiegato il nuovo Decreto, ma in tanti non ci hanno capito una beata... Cippa (?) 



Se nel caso dei vecchi decreti, ci si è divisi, in base a ciò che si riteneva più giusto, questa volta, bisogna ammettere che gli italiani si sono trovati in grossa difficoltà nel percepire come sarà affrontata quella che è indicata come fase 2.

Nel corso degli ultimi giorni, interviste del Premier, anticipazioni, qualche "soffiata dei bene informati", avevano fatto intendere che la situazione sarebbe stata, più o meno, quella che avevamo anticipato, con relativi esempi musicali, come sovente accade nei miei articoli, qui :


Bisogna dire subito che il dubbio, o il ritorno indietro, è dato più dalla maniera attraverso le quali si potranno portare avanti le nostre attività quotidiane che non nella scelta delle stesse, ma, a prescindere da questo, si ha la sensazione che, per certi versi non sia cambiato nulla, per altri, sinceramente non si è capito un cazzo.
(giusto per essere chiari oltremisura).

C'era la convinzione che, non dico nell'ambito della propria Regione, ma almeno in quello del proprio comune di residenza, si potesse cominciare a muoversi abbastanza liberamente, seppur con le regole e le Restrizioni del caso, invece, da quello che si intuisce, ci vorrà, ancora una volta l'autocertificazione.

Ora, a prescindere da tutto:
Se posso andare, oltre che a fare la spesa, a fare sport individuale, una passeggiata, addirittura a mare, a trovare i genitori o andarmi a prendere un prodotto dalla pizzeria che potrà non aprire al dettaglio, ma potrà effettuare il servizio da asporto, ha senso scrivere sull'autocertificazione, per esempio: Sto andando a comprare una pizza?

Il fatto è che se tutto ciò è interpretabile, non si corre il rischio di incorrere in sanzioni, anche quando si è in buona fede? 

La lettura del nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che entrerà in vigore il 4 maggio e che regolerà la vita degli italiani per le successive due settimane, solleva parecchi interrogativi di non semplice risposta.
Per esempio, chi sono i "congiunti" che dalla prossima settimana sarà possibile andare a visitare, indossando la mascherina e mantenendo la distanza di almeno un metro?
Oppure, non ci si può spostare da una regione all'altra, ma è possibile o no spostarsi nelle seconde case se queste si trovano all'interno della stessa regione?
Le mascherine, non sono sempre obbligatorie, ma cosa si intende esattamente per "luoghi confinati aperti al pubblico" in cui è obbligatorio indossarle?

Sicuramente negli ambienti chiusi, ma quali? Ad esempio, solo nei negozi o negli uffici pubblici o anche nei luoghi di lavoro privati?
La norma parla di "luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi pubblici e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza". Per luoghi chiusi accessibili al pubblico dovrebbe intendersi, nell'interpretazione corrente, gli esercizi commerciali, gli uffici pubblici, i locali dove è consentito l'accesso al pubblico mentre per i luoghi di lavoro, che siamo aziende o uffici, l'uso della mascherina è normato dai protocolli di sicurezza aziendali.

Di solito in ambienti dove sono garantite le distanze di sicurezza tra le postazioni non è previsto l'uso obbligatorio della mascherina, dobbiamo attenerci alla consuetudine?

Anche perché c'è chi pretenderebbe l'uso anche all'aperto, sempre, in qualunque caso, cosa che oltre ad essere inutile, non mi trova assolutamente d'accordo ed infatti io non la indosso quando sono per strada, ma la metto quando entro a fare la spesa.

Si potrebbe continuare all'infinito, ma una definizione o risposta chiara chi ce la da?

In molti stanno chiedendo a Sindaci o Governatori di Regioni, correndo, a mio avviso, il rischio che, con la scusa di "semplificare" questi ultimi possano inasprire, di fatto, le Restrizioni.

Cominciamo ad analizzare i casi più discussi:

La principale novità la troviamo nell'articolo 1 comma a:
Saranno considerati "necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie".

Fino a che grado di parentela si può estendere il termine?
Sicuramente i genitori, i figli, le sorelle, i fratelli, dunque i familiari di primo grado. Ma possiamo estendere anche a nonni, nipoti, zii, cugini?
E soprattutto: i compagni, i conviventi non legati da alcuna unione civile?
Stando alle parole del premier, durante la conferenza stampa, quando ha parlato di "famiglie rimaste troppo a lungo divise dal lockdown", probabilmente si, ma di fronte alla legge, dobbiamo aspettarci l'interpretazione che più ci soddisfa o quantomeno un po' di buone senso?
Urge un chiarimento.

Gli spostamenti per gli incontri con i congiunti sono comunque consentiti all'interno della propria regione.

Per andare in un'altra regione bisognerà autocertificare motivi di lavoro, di salute e di necessità.
E Il ritorno a casa?

Il nuovo decreto specifica che "è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza".
Un permesso che c'era nei primi decreti e che è stato negato da quando è intervenuto il lockdown totale che aveva disposto il divieto assoluto di spostarsi dal luogo in cui ci si trova in qualsiasi altro Comune.

Questo ha costretto da un mese e mezzo a rimanere lontano da casa tutti quegli studenti o lavoratori che svolgono le loro attività altrove.
Adesso, invece, è stata reintrodotta questa possibilità del ritorno a casa, anche per gli italiani all'estero che dovranno comunque osservare un periodo di quarantena di 14 giorni.
Non è questo un provvedimento che stride con altri più restrittivi, specialmente se si torna dalle regioni maggiormente colpite?

Non sto dando un'opinione sul fatto che sia giusto o meno, ma credo che sia un cocktail di aperture e chiusure che generano una ingiustificata confusione e che non partano dagli stessi presupposti.

I dubbi sono molti anche per quello che riguarda le seconde case, come dicevamo in precedenza.

È certo che non si potrà uscire dalla propria regione, e, dunque, non è consentito raggiungere le seconde case che si trovano oltre i confini regionali, ma non è affatto detto che non lo si possa fare se si ha una casa al mare, in campagna o in montagna all'interno della regione di residenza.

Nel precedente decreto, quello in vigore ancora fino al 3 maggio, infatti è scritto: " Resta vietato ogni spostamento in abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanze".
Nel nuovo decreto non c'è più traccia di questo divieto, quindi nel weekend si potranno, in un certo senso "recuperare" Pasquetta, 25 Aprile e 1 Maggio, ovviamente senza assembramenti?

Diciamo che fino al 4 Maggio c'è il tempo per spiegare meglio le cose.

Sempre stando alle previsioni, lascia un pò di stucco il fatto che bar e risporanti non aprano il 18 Maggio, ma l'1 Giugno (anche se potranno lavorare da asporto) e c'è perplessità nel mondo dell'arte e nello spettacolo.

Se per lo sport, in qualche maniera ci si comincia ad organizzare, il mondo artistico non è stato praticamente menzionato.

Insomma, avremo tempo per recepire quella che viene, al momento, recepita come una finta fase 2.

Nello stesso tempo, credo che anche il Governo abbia il tempo di chiarire, spiegare ed eventualmente correggere alcune decisioni che non tengono conto, per esempio, che Regioni quasi senza casi, non possono subire le stesse Restrizioni di quelle che contano migliaia di contagiati.

È una strada tortuosa; è giusto che la salute sia messa al primo posto, ma sia l'insoffernza delle persone e sia l'economia già irrimediabilmente compromessa, devono far compiere scelte che mirino a non imboccare il "punto di non ritorno".

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