Coronavirus, verso il primo farmaco in grado di neutralizzarlo?

Un gruppo di ricercatori avrebbe messo a punto il primo farmaco specializzato per aggredire il coronavirus Sars-CoV2. 

Quando parliamo di ricerca, molti pensano alla sclerosi multipla, o a quei casi di leucemia, o cancro in genere che sono alla base di notizie particolarmente condivise, tipo quelle riguardanti il piccolo Ethan.

Affiorano sigle come Apleti onlus, Airc o Aism, quelli delle mele, ecc... soprattutto per le manifestazioni svolte per raccogliere fondi.

Ci si concentra sul Telethon, ma specialmente per coloro che non sono coinvolti in prima persona, si tratta di un gesto da fare per gli altri, un qualcosa che ha a che fare con la sensibilità e solidarietà di ognuno di noi, ma che non è poi, per tutti così invasiva ed invadente.

Poi arriva qualcosa di nuovo, che sembra un'influenza e che si diffonde a tutte le latitudini, infettando chiunque.

In molti oggi invocano la tecnologia, la scienza; possibile che nel 2020 dobbiamo essere messi ko in questa maniera da un virus?

Ebbene si; oggi ci si ricorda della ricerca, speriamo lo si faccia anche in futuro, quando tutto questo sarà passato.

Perché puoi vivere ad Acquaviva, a Turi, a Laterza, a Bitritto, in Europa o, per esempio in Uruguay, ma non sarai mai immune. 

La risposta a tutti i nostri interrogativi e le nostre paure potrebbero arrivare da un farmaco che stanno sperimentando in Olanda.

Si tratta di un anticorpo monoclonale, specializzato nel riconoscere la proteina che il virus utilizza per aggredire le cellule umane. 

Ovviamente anche se la strada dovesse essere quella giusta, dobbiamo tenere presente che gli studiosi hanno precisato che saranno necessari mesi prima che il medicinale sia disponibile, perché dovrà essere sperimentato al fine di ottenere le necessarie risposte su sicurezza ed efficacia.

A mettere a punto il farmaco è stato un gruppo di ricercatori dell'università olandese di Utrecht sotto la guida di Chunyan Wang, i quali hanno pubblicato il loro lavoro sul sito BioRxiv. 

Questo anticorpo, legandosi alla proteina Spike, che si trova sulla superficie del coronavirus, le impedisce di agganciare le cellule.

Potenzialmente potrebbe essere una importante risorsa sia per il trattamento che per la prevenzione  del Covid-19. 

Se il farmaco avrà successo lo dovremo al fatto che i ricercatori stavano già lavorando a un anticorpo contro la Sars e quando è esplosa l'epidemia di Covid-19 o Sars2, si sono resi conto che gli anticorpi efficaci contro la prima malattia riuscivano a bloccare anche la seconda. 

Quindi dobbiamo sempre tener presente che a prescindere dal progresso e dall'evoluzione che l'umanità ha avuto, la ricerca ha sempre bisogno di tempo e di fondi; non si possono risolvere le cose con la bacchetta magico o lo schiocco delle dita.

Non è comunque ancora tempo di cantare vittoria, in quanto gli studi sono ancora in corso e l'anticorpo sarà sottoposto a test molto rigorosi.

Il prossimo passo è quello di convincere una compagnia farmaceutica a produrre il farmaco.

Secondo i ricercatori di Utrecht, portare avanti questo progetto con la relativa produzione, richiederebbe meno tempo che sviluppare un vaccino per il nuovo coronavirus. 

Ovviamente in tanti non abbiamo le competenze per propendere da una parte o dall'atra, l'importante è che qualcosa si muova e che i risultati siano quelli sperati.

La speranza è sempre quella di uscirne, convinti che andrà tutto bene.