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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Australia on fire!



Le tragedie riguardano non solo i singoli paesi, le singole nazioni o continenti.

Possiamo parlare di Bitritto, Laterza, Brindisi, Acquaviva, Capurso, Turi, piuttosto che Venezia o Verona al Nord, ma la stessa cosa vale per Inghilterra o molto più distanti, Uruguay o Argentina.
Le sensazioni devono essere sempre le stesse se parliamo come esseri umani e ci fregiamo del termine "Umanità".

Purtroppo è salito a 25 morti il bilancio degli incendi boschivi senza precedenti che stanno devastando l'Australia da settembre e le condizioni meteorologiche fanno temere che la situazione possa ancora peggiorare. 

Si stima che in questi mesi abbiano perso la vita quasi 500 milioni di animali.
Molto gravi sono pure le conseguenze ambientali, visto che oltre alla distruzioni di intere foreste le ceneri provocate dai roghi hanno reso il cielo delle zone colpite arancione, con l’aria a Sidney che al momento risulta essere la più inquinata del pianeta.
È stato dichiarato lo stato d'emergenza nel sud-est del continente, e oltre 100mila persone di tre Stati sono state evacuate.

C'è stato anche il tempo di rifiatare; un video girato in Australia e diffuso sui social network ha immortalato la gioia dei pompieri, nel vedere l’arrivo della pioggia.

I vigili del fuoco, al lavoro da settimane ormai per spegnere gli incendi che hanno devastato il Paese, ridono e ballano sotto l’acqua. 
La pioggia è caduta sulla zona sud est dell’Australia e ha alleviato le condizioni in cui versa la regione. 
Tuttavia, nella capitale Canberra la qualità dell’aria rimane a rischio, a causa del fumo causato dai roghi.

Nonostante la pioggia, comunque, gli incendi attivi nel New South Wales rimangono oltre 140, tutti al livello di allerta più basso. 
Nello stato di Victoria, i focolai sono 39, nessuno dei quali a livello di emergenza. 

La pioggia ha però consentito un po' di sollievo ai vigili del fuoco e a quanti sono impegnati nella battaglia contro le fiamme e ha permesso ai soccorritori di portare gli aiuti anche alle comunità più isolate. 

La polizia del New South Wales ha confermato la morte di un uomo di 71 anni. 
Si tratta della 25esima vittima di questa devastante stagione degli incendi, iniziata a settembre, nella quale sono già andate distrutte oltre duemila abitazioni. 
L’uomo era stato avvistato l’ultima volta il 31 dicembre. 
Il suo corpo è stato ritrovato a Nerrigundah, nell’Eurobodalla Shire.

Nella città costiera di Mallacoota, rimangono in attesa di evacuazione circa 300 persone, dopo che il fumo ha costretto gli aerei di soccorso a rimanere a terra. 
A Canberra, uffici pubblici, musei, parchi, attività commerciali e università rimangono chiusi e le autorità hanno chiesto alla popolazione di rimanere in casa, a causa dell’aria resa irrespirabile dal fumo.

Ma perché gli incendi da settimane stanno colpendo l’Australia?
Il motivo principale va ricondotto al clima.

Purtroppo la più lampante dimostrazione che quando si parla dei pericoli dell’innalzamento delle temperature e del surriscaldamento terrestre, non si stanno riferendo frottole allarmiste.

Se, per esempio,  in Brasile gli incendi che hanno distrutto una vasta zona dell’Amazzonia qualche mese fa erano colpa anche del disboscamento selvaggio, in Australia invece le motivazioni dei roghi sono quasi tutte dettati dal clima.

Adesso si trova in piena estate con la primavera che invece corrisponde al nostro autunno, ma la cosa più importante è che quest'anno si sono sommati diversi fattori che hanno fatto scattare da tempo l’allarme per possibili incendi.

La scarsa piovosità nelle zone costiere del Nord ha generato un clima secco provocando un aumento delle temperature nella parte centrale. 
Di conseguenza, ne è scaturita una siccità che ha seccato alberi e terreno.

In questi giorni poi la combinazione dei forti venti e delle temperature elevate, la colonnina di mercurio è costantemente oltre i 40° tanto che a dicembre si sarebbe registrato il giorno più caldo della storia dell’Australia, hanno alimentato ancora di più gli incendi. 

La situazione di calamità ha provocato anche una forte contestazione al primo ministro conservatore Scott Morrison, reo insieme ai governi precedenti guidati sempre dalla stessa coalizione di non aver fatto nulla per la questione climatica in un Paese dove è molto forte e potente l’industria del carbone.

"Urlo alla Luna e al Sole
le mie inutili parole
che nessuno sta a ascoltare
e allora ho voglia di bruciare
gridando a squarciagola
come Savonarola
"
(Eugenio Finardi)

C'è chi si infiamma per la "Notte della Taranta" e chi invece è costretto a fare i conti con il fuoco vero, ci chiediamo cosa possiamo fare noi per loro, anche se molto dovrebbe esser fatto prima o comunque dobbiamo riflettere sul nostro stile di vita e sulle conseguenze ambientali.

Sperando che le cose migliorino, per l'Australia e per tutto il pianeta.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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