Protesta dei pescatori a Bari, brutto episodio, ma le motivazioni e la parte buona devono essere messe in evidenza.
Le ragioni ce le hanno tutte ed è sempre giusto protestare per i propri diritti, purtroppo, però, quando le manifestazioni di protesta sono molto partecipate, c'è la possibilità che qualcuno superi certi limiti.
Non è con la voglia di fare una rivoluzione con tutti i mezzi che si ottengono i risultati sperati, soprattutto quando si cerca il dialogo con le Istituzioni e si vogliono spiegare le proprie ragioni.
Certo, non è che le manifestazioni debbano essere delle parate per esecuzioni di siparietti alla Toti e Tata, ma talvolta si va sopra le righe e si rischia, oltre che l'incolumità delle parti coinvolte, anche di vanificare tutte le buone intenzioni.
non esiste una soprintendenza delle buone maniere ed a volte il server ... is too busy... per chi perde la calma troppo in fretta.
Accade, quindi, che due poliziotti in servizio d'ordine al corteo delle marinerie pugliesi a Bari sono stati medicati da personale del 118 dopo che lo scoppio di un petardo lanciato da un manifestante ha provocato un trauma cranico con amnesia retrograda ad un agente e una nucalgia ad un altro.
Alcuni pescatori hanno fatto ricorso, oltre ai petardi, anche alle pistole di segnalazione che si utilizzano in mare.
Fatto, questo, che rischia, oltre alla condanna di un simile gesto di far passare in secondo piano l'annosa questione che la categoria sta cercando di combattere con tutte le proprie forze.
I circa 500 pescatori che partecipano alla protesta chiedono la modifica delle leggi comunitarie che impongono l'uso di reti più larghe che fanno perdere il 50% del pescato.
Partito in corteo dal molo San Nicola da dove ha raggiunto l'Autorità portuale, il corteo ha proseguito nel Borgo antico e ha raggiunto via Brigata Regina; durante il tragitto è accaduto il fattaccio.
Le cose non sono andate esattamente come in un terzo tempo del torneo di rugby delle sei nazioni.
Parafrasando un brano di Daniele Silvestri, il concetto da portare avanti è quello che mette in evidenza che il nemico non ha divise; avversarie in questa partita, infatti, sono e nuove direttive dell’Unione europea che limiterebbero l’esercizio della pesca con l’utilizzo di reti per lo strascico a maglie più larghe, e contro il caro carburante.
Se giungere presso sede dell’autorità portuale, di fronte al piazzale del castello svevo, tentando di forzare il blocco delle forze dell’ordine e lanciando fumogeni e petardi è una bravata che potrebbe non lasciar presagire nulla di buono, dall'altra parte "la parte buona" della manifestazione, la stragrande maggioranza, bisogna dire, ha chiesto scusa alle forze dell'ordine per i gesti folli di qualche collega, non è che è rimasta a guardarsi la bella, magari mangiando pop corn.
Chiuso il traffico nel tratto da piazza IV Novembre, sul lungomare Imperatore Augusto, fino in piazza Massari.
Si sono registrati disagi anche per gli automobilisti nei park and ride a causa della protesta dei pescatori che hanno chiesto un incontro urgente al ministro Bellanova.
C'è un senso di vuoto alla parola giustizia.
Le parole non lasciano interpretazioni diverse che non siano quelle di un forte disagio sul lavoro ed una sempre più annunciata crisi del settore.
«Nelle ultime settimane i controlli europei si sono intensificati e le multe salatissime stanno piovendo a raffica su di noi – i motivi della protesta dei pescatori -. C’è anche chi si è ritrovato a pagare 20mila euro di multa. Un intero anno di lavoro in fumo per colpa di regole che chiediamo vengano ridiscusse integralmente dal governo italiano a Bruxelles. Abbiamo fermato le barche perché lavorare in questo modo non è più possibile. Da giorni nelle pescherie il pescato italiano scarseggia ma non è servito a nulla, perciò abbiamo deciso di scendere in piazza».
Nicola Parente, uno dei portavoce dei manifestanti si è scusato per l'episodio di cronaca, ma ha comunque ribadito quali fossero i veri motivi di tutta questa mobilitazione che non deve passare in secondo piano per il gesto di qualche esaltato.
In realtà nonostante le numerose le richieste di modifica della legge, c'è anche da ridiscutere il quadro sanzionatorio e le pene accessorie, oltre al prolungamento del fermo pesca, per l'accrescimento delle specie marine, ma nulla è cambiato e lo spiega in questi termini:
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"Stiamo chiedendo a gran voce da anni la modifica dei regolamenti comunitari.
Qualcuno vuole fare passare i pescatori come coloro che vogliono prendere i pesci piccoli, ma non è cosi'.
Nel Mediterraneo e soprattutto nel basso Adriatico ci sono circa 60 specie commercialmente valide, adulte e di piccole dimensioni, ma per l'Ue non possiamo pescarle.
Se a me fanno una sanzione di 2mila euro, non ho più diritto a prendere i soldi del fermo biologico dell'anno, non posso più accedere ai fondi comunitari, alla domanda per l'arresto definitivo, cioè la demolizione della barca e della licenza.
Quest'anno il fermo pesca si è ridotto a 30 giorni, siamo stati noi pescatori a chiedere la proroga di 12 giorni".
Insomma, c'è un'importante categoria i fermento e bisogna che sia ascoltata da chi di dovere.
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