Prevenzione: Giusto ricordarlo, ma bisogna consentirlo a tutti.
Molti avranno notato che il Comune di Mola di Bari ha deciso di aderire alla campagna sulla prevenzione del tumore al seno promossa AIRC - Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e da Anci illuminando … diciamo… di rosa, per l’intero mese di Ottobre, la fontana monumentale di Piazza XX Settembre.
Sicuramente è una lodevole iniziativa che mira a sensibilizzare la società circa un problema che riguarda la salute e che, purtroppo, riguarda tanta gente.
Ogni anno, ad oltre 52.300 donne viene diagnosticata questa neoplasia, ma grazie ai progressi della ricerca la sopravvivenza a cinque anni è dell’87%.
L'Associazione Futura - Mola di Bari
ha pubblicato una serie di considerazioni che condivido al 100% e che voglio riproporre anch'io su questo spazio.
Non occorre ricorrere alle trame delle commedie agrodolci di Eduardo de Filippo o Eduardo Scarpetta per mettere i puntini sulle "i" anche a quelli che non sono mai stati considerati malcostumi solo perché non si avevano le capacità di cacciare la testa fuori dai propri confini.
I problemi sanitari non devono essere risolti con le donazioni, ma con un'azione strutturale e strutturata che faccia in modo che le istituzioni in primis possano creare i presupposti affinché tutti ne possano beneficiare.
Colorare un monumento ricorda a tutti che la prevenzione è una delle armi più importanti contro questo terribile male, ma questa DEVE essere imprescindibilmente accessibile a TUTTI.
La conclusione è:
Si può e, quindi, si deve fare di meglio!
L'associazione
invita a leggere quanto segue, integralmente, per comprendere a pieno una delle problematiche della sanità pugliese:
Il 25% dei tumori al seno sono di tipo familiare o ereditario: il rischio di sviluppare tumori della mammella e/o dell’ovaio, infatti, è più elevato se altri membri della propria famiglia si sono ammalati di queste neoplasie.
È possibile effettuare dei test genetici che permettono di verificare la presenza di mutazioni e tali test consistono in un prelievo di sangue.
Lo scorso 23 luglio, il Consiglio Regionale ha votato all’unanimità una mozione con la quale si richiede l’attivazione di percorsi di esenzione per le donne con mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, responsabili di circa il 50% delle forme ereditarie di tumori della mammella e/o dell’ovaio.
La dottoressa Elisabetta De Matteis dell’Oncologico di Lecce ha raccontato di donne, da lei definite «doppiamente sfortunate», che spesso non possono sostenere le cure perché «solo per i ticket dovranno spendere di tasca propria dai 500 ai 600€.»
«In altre Regioni d’Italia quella esenzione, che chiediamo noi, viene applicata.»
Ma non solo!
«In altre Regioni – spiegano ancora – anche a noi vicine come la Campania, sono previsti appositi percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) per le donne a rischio eredo-familiare.
Perché non farlo allora anche in Puglia per perseguire la strada della prevenzione e dell’assistenza costante?
Questa non è una battaglia politica, e non a caso la stiamo conducendo trasversalmente senza distinzioni di maglia e di partito, ma una battaglia di giustizia.»
La giunta regionale deve accelerare con le strutture preposte l’individuazione di risorse umane e finanziarie per dare una risposta chiara, non più rinviabile, a questo tema.
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