Furti di uva e olive: Un danno da 300 milioni l’anno. Le vittime chiedono l’intervento delle istituzioni ed intanto si organizzano
Spesso si fanno proclami che sembrano essere di un livello superiore anche a seconda degli interventi di polizia e carabinieri a conferenze di varia importanza, oltre che al lavoro in senso stretto al quale sono sottoposte le autorità preposte alla nostra difesa.
Così se riveste una grossa importanza il fatto che il Capo della Polizia abbia di recente visitato il Business Control Center di Poste Italiane che rappresenta il "cuore tecnologico" del controllo dei processi di business dell'azienda, lo stesso non si può dire circa qualche altra cosa che è più vicina alla realtà di molti altri cittadini che si vedono negare i frutti del proprio lavoro.
E quando dico frutti, almeno in questo caso, non uso un termine a vanvera perché ormai è consolidata abitudine il fatto che centinaia di quintali di olive e uva da tavola vengono rubati nella notte in Puglia.
Per tornare all'esempio precedente, sarà pur vero che il BCC di Poste è impegnato nel contrasto alla criminalità informatica e alle frodi e che parliamo di una struttura che ha, tra i principali compiti, il controllo in tempo reale dei servizi erogati dall'azienda, la tutela della sicurezza dei clienti all'interno degli uffici postali e dei dipendenti in tutte le sedi di lavoro, ma per quanto sia giusto tutelare il crimine informatico che si riferisce alle nuove tecnologie, non per questo si deve trascurare qualcosa che invece è più vicino alle tradizioni.
Purtroppo per dare risalto agli affari più tradizionali, troppo spesso si è pensato che bastassero un paio di battute di Emilio Solfrizzi ed Antonio Stornaiolo nelle vesti di Toti e Tata, o pensare che una notizia del genere passi dai giornali locali, almeno su Canale Italia, ma non deve essere così, a tal proposito gli agricoltori si stanno appellando da diverso tempo alle Istituzioni che non hanno mai brillato in tempestività e purtroppo continuano a perpetuare nei loro tempi.
Per l'opinione nazionale sembra che la campagna pugliese sia caratterizzata solamente dai vari business di Albano Carrisi e questo suona (ci sta tutta la formula) come una musica stonata alle orecchie di tanti operatori del settore "che si fanno un mazzo così" e poi devono essere derubati quasi quotidianamente.
Tutto questo è stato denunciato da Coldiretti Puglia che ha denunciato le vicende sia ai prefetti di tutta la regione che al governatore Michele Emiliano chiedendo la convocazione urgente di un incontro per circoscrivere le aree a maggior rischio e organizzare controlli delle forze dell’ordine più massicci e mirati.
La cosa assurda è che parliamo di un danno quantificabile in 300 milioni di euro l’anno.
Gli agricoltori sono stufi di stare a guardare passivamente o attendere soluzioni o interventi che non arrivano mai.
Coldiretti, testuali parole, parla di «clima da far west nelle campagne»
Le segnalazioni di furti di olive e uva da tavola nelle province di Bari e BAT (Barletta-Andria-Trani), si susseguono incessantemente, maggiormente nei centri vicino a Palo del Colle, Bitonto, Andria e Rutigliano, ma anche in altre zone.
Il modus operandi è anche abbastanza semplice in quanto le bande sono ben organizzate ed in pochissimi minuti riescono a portare via oltre 30 chili di olive da ogni albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando contemporaneamente le piante.
Oltre al danno non aggiungerei la beffa, ma un altro danno visto che gli agricoltori oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e dell’uva da tavola devono anche affrontare il problema del danneggiamento delle piante, oltre al fatto di dover impiegare anche tempo e più manodopera per recuperare dal terreno parte della reato che i ladri non riescono a portare via.
Possibile che ci si debba pensare da soli a difendersi?
Io credo di no.
Commenti