Lo sciopero del 3 Giugno 2019 dei lavoratori di Poste Italiane
Sono stati i "Sindacati di Base"(Cobas Poste, Slg-Cub Poste, SI Cobas Poste, Cub Poste) a proclamare questa protesta che avrà una durata di 24 ore che ha avuto come caratteristica di punta un presidio a Roma con manifestazione dalle ore 11 davanti alla sede nazionale dell’Azienda.
Il motivi dello sciopero possono essere molteplici, visti i cambiamenti, per certi versi assurdi, avvenuti negli ultimi anni che hanno fatto in modo che si chiudessero numerosi uffici, ma che hanno portato addirittura alla scellerata introduzione del recapito a giorni alterni.
Detta così, non si percepisce la gravità della situazione, ma è diventato praticamente impossibile lavorare per i "postali".
I sindacati promotori parlano di
“una scelta speculativa, fondata sul taglio del 50% del personale, a cominciare dai portalettere”.
Ma la verità è che, anche se così non fosse, non ci sono più le condizioni per poter effettuare con dignità e con qualità il proprio lavoro.
Ovviamente i Sindacati "più grandi", quelli firmatari dell'accordo che ha permesso quella che chiamano "riorganizzazione", non solo non hanno aderito, ma hanno nascosto, minimizzato, contestato, l'azione promossa per il 3 Giugno.
L'adesione, comunque è stata buona, anche se in interi uffici non se ne sapeva nulla.
I lavoratori di Poste hanno cercato di avere dalla loro parte anche gli utenti ed i sindaci dei vari paesi.
Chiaramente il boicottaggio e la Censura d'altri tempi ha fatto in modo che testate giornalistiche, nazionali e nemmeno quelle di Roma, sia televisive che cartacee non ne parlassero; questo fa parte di accordi, potere, ecc...
l'importante è che qualcuno si sia mosso, sperando che si pongano d'ora in poi basi su cui lavorare per un dialogo costruttivo con le varie parti interessate, compresi i cittadini che spesso non ricevono posta nonostante lo sforzo estremo del portalettere o non si ritrovano più sportelli nel proprio territorio.
Alla fine, a prescindere da quale sia stata la percezione sia ambientale e sia all'interno dei direttivi di Poste Italiane, se Slg Cub Poste dichiara:
"Il presidio davanti alla sede nazionale di Poste Italiane si è svolto regolarmente, anche se in un giorno infuocato da un sole che non ha dato tregua. Oggi, si è avuta finalmente la consapevolezza che i lavoratori e le lavoratrici di Poste Italiane non sono più nella rete di inganni e di circuizioni operata dai sindacalisti "fasulli", che remano sempre a favore dei voleri aziendali piuttosto che rappresentare e tutelare le esigenze dei lavoratori. Tantissimi lavoratori hanno scioperato in tutta Italia, anche se l'azienda non lo vorrà mai ammettere, e addirittura si sono svolti anche presidi di lavoratori organizzati in proprio, in città diverse da Roma. Uffici postali sono rimasti chiusi. Tutto ciò ha superato anche la mediocre disinformazione messa in moto da chi ha l'interesse meschino a mantenere lo status quo e che ha fatto di tutto per sabotare lo sciopero, con notizie false in merito al rinvio o al ritiro dello sciopero oppure al fatto che lo sciopero fosse solo per gli iscritti cobas. Ma proprio queste menzogne hanno dimostrato che c'è chi sta temendo fortemente l'azione dei sindacati non ricattabili, come quelli che hanno dichiarato lo sciopero di oggi, perché non vivono di privilegi che possono essere tolti in ogni momento dall'azienda ma esistono solo in quanto lottano per i lavoratori e ne difendono i diritti."Vorrà pure dire qualcosa.
Come gli Odè sono per un'idea di Musica che non divide ma Unisce e fa Forza, così dovrebbe essere il mondo del lavoro con l'unione dei lavoratori che dovrebbero battersi per i diritti propri e di conseguenza di tutti.
Il settore deve vivere un reale ritorno alla sua funzione originaria quale servizio pubblico; il resto …. sono solo scuse e chiacchiere.
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