"Cucuma, Chiccara e Giucculatera" - due atti comici di L. Pascali - 9 marzo 2019 - Teatro Angioino - Mola di Bari
Continua la XIX Stagione di Prosa e continuiamo a conoscere nuove compagnie che vengono a proporre i loro lavori, sempre di primissimo piano e sempre valutati dalla direzione artistica di Francesco Capotorto.
Siamo soliti assistere in ambito locale a rappresentazioni di attori che provengono dal circondario più stretto, è facile imbatterci in artisti provenienti da Capurso, Triggiano, Casamassima, ecc.…
Certo… qualcuno, nel periodo di carnevale avrebbe potuto pensare che parlassimo di qualcosa che avesse a che fare con Venezia, ma non sarà così; ci sposteremo, ma solo un po' più a sud di noi.
Sabato 09 marzo 2019, al teatro Angioino di Mola di Bari, sarà la volta della Compagnia Filodrammatica Lupiae che proviene da Lecce e presenterà:
” Cucuma, Chiccara e Giucculatera “
due atti comici di Luigi Pascali, con Antonino Sgobio, Maurizio Serio, Daniela Paradiso, Stefania Paradiso, Alessandro Prete, Gianni Carpinello, Lorenzo Franchini, Monica Costanzo, Francesco Inguscio, Angela Stabile.
Regia Eugenio Manfreda.
non si tratta di una novità alle nostre latitudini, in quanto parliamo dello spettacolo vincitore del Gradimento del Pubblico nel concorso “ Attimi di Teatro all’Angioino VIII edizione”.
La storia gira intorno alle dubbie vicende imprenditoriali e private della famiglia Strappafava condotte in prevalenza dalla governante e dal ragioniere, figure magari stereotipate in ambito teatrale, ma che funzionano sempre.
E' un po' come il decreto Cirinnà, rivoluzionario per alcuni, ovvio per chi ha un po' di sale in zucca, poco per chi guarda all'essenza delle cose.
O come un Binotto che sostituisce Arrivabene, un Leclerc che prende il posto di Raikkonen e tutti fanno parte della famiglia allargata Ferrari.
Il tutto ruota intorno alle grazie della giovane Mariuccia e agli interessi economici dell’azienda.
Un ritratto di miserie e virtù dell’animo umano, tinteggiato dagli esplosivi nonno e nipotina, l’avido assessore ed i vecchi amici Bellamazza che contribuiscono all’intreccio della narrazione ricca di colpi di scena che inducono una schietta comicità.
In un Centro della Penisola Salentina, ai giorni nostri, Aristide Strappafava è proprietario di una piccola fabbrica di macchinette per il caffè, fondata dal nonno di sua moglie, che si tramanda da padre in figlio. Nel corso degli anni gli affari vanno bene, e garantiscono un certo benessere a tutta la famiglia.
In realtà egli è consapevole di tutto ciò, ma approfitta della situazione, facendo finta di ignorare le difficoltà, per non essere posto davanti alle proprie responsabilità, anche perchè il vecchio suocero non gli perdonerebbe mai di avere fallito, ancora una volta.
La situazione precipita, e un maldestro tentativo di risolvere una drammatica, parallela situazione, cambierà molti progetti!
L’uso del dialetto salentino offre una coloritura ulteriore alla storia, infatti la Compagnia Filodrammatica Lupiae con questo lavoro continua l’impegno di tutelare e valorizzare le tradizioni e il vernacolo del territorio di provenienza e quindi del Salento, con oltre 40 anni di attività.
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