26 gennaio 2019 - Compagnia La Bottega dei Rebardò ( da Roma) con la commedia " Sugo Finto" di Gianni Clementi, in scena al teatro Angioino - Mola di Bari (XIX Stagione di Prosa)
Spesso la forza del teatro è rappresentata da quella sensazione agrodolce che riesce a farci sognare, ma nello stesso tempo fa in modo che possiamo restare ancorati alla realtà, con conseguente vicinanza ai personaggi, nei quali possiamo anche riconoscerci.
E' quanto accade con Addolorata e Rosaria, ovvero le protagoniste di una commedia comica e amara di Gianni Clementi, che ancora una volta riesce a divertirci e a commuoverci raccontando storie di vita comune.
Entrare nella storia, identificarsi, divertirsi e riflettere; tutto questo potremo farlo a giorni, seduti in poltrona, ma pronti a spiccare il volo verso il favoloso mondo dell'arte e dello spettacolo.
Sabato 26 gennaio 2019 alle h.21, al teatro Angioino di Mola di Bari, nell'ambito della XIX Stagione di Prosa, sarà in scena la Compagnia La Bottega dei Rebardò ( da Roma) con la divertente commedia " Sugo Finto" di Gianni Clementi, con Antonella Rebecchi, Stefania Giayvia, regia Enzo Ardone.
Le due protagoniste sono sorelle, entrambe zitelle e vivono la loro quotidianità scambiandosi continuamente accuse e discutendo su qualunque argomento.
Rosaria risulta essere sempre dominante nei confronti di Addolorata che subisce il carattere della sorella.
Il diverso modo di interpretare la vita è uno dei motivi principali del continuo e comico scambio di accuse reciproche, che conferma sempre più un equilibrio perfetto dei ruoli di vittima e carnefice che le due donne si trovano a ricoprire.
Da una parte è come se le persone rappresentassero un "Gal umano", infatti come fanno i Gruppi di Azione Locale che sono raggruppamenti di partner che rappresentano sia le popolazioni rurali, attraverso la presenza degli enti pubblici territoriali (comuni, province e comunità montane), sia le organizzazioni degli operatori economici presenti nel territorio, alla stessa maniera le due donne rappresentano un vero e proprio campionario dell'animo umano.
Forse manca un Dup, ma lasciamo stare altri esempi di tecnicismi economici, anche se anche questo aspetto entra nella commedia.
Comunque non stiamo parlando di bilancio, debiti e disavanzo o di made in China o varie comunità frontiera.
Per parafrasare le protagoniste potremmo paragonarle a Fidel Castro ed alla Festa della Repubblica, ma potremmo anche scambiarle a piacimento, anche se non sembrerebbe, in quella pratica che è eternamente in lotta; la vita.
La due donne convivono nella loro casa: fanno lo stesso lavoro, gestiscono un negozio di merceria, e conducono la stessa vita, una vita che si basa su piccole cose, litigi, diverbi, dovuti alla loro diversità di carattere: Rosaria è attenta, misurata, parsimoniosa fino all’eccesso, in una sola parola avara, apparentemente arida nei sentimenti, mentre Addolorata è più superficiale, ha smanie più goderecce, tende a voler spendere i suoi risparmi per rinnovare casa ed è attaccata alla tv per vedere i programmi di Maria De Filippi, oppure telefona ai maghi per sapere il suo futuro e come comportarsi con le persone. Qualsiasi avvenimento diviene argomento di discussione.
Le protagoniste sono sorelle, zitelle e sciancate, proprietarie nella capitale di una piccola merceria che rischia la chiusura, come tanti altri piccoli negozi, a causa dell’invasione dei cinesi. Insieme a lavoro, insieme a casa, divise da un’incomunicabilità che sembra irrisolvibile. Il simbolo della loro spenta vita diventa proprio quel “sugo finto” posticcio che Rosaria, parsimoniosa e oculata all'inverosimile, impone per i suoi pasti e per quelli della sorella Addolorata.
Finché un giorno Rosaria viene colpita da un ictus. Gravemente menomata è assistita da Addolorata, che finalmente può vendicarsi dei soprusi subiti per tutta la vita da parte della sorella.
Succube fino a quel momento, Addolorata inizia a vivere secondo il suo modo. Racconta quotidianamente, all'immobile e muta Rosaria, le sue azioni sconsiderate e di come sta dilapidando il cospicuo piccolo tesoro accumulato in banca, in anni di risparmi e lavoro.
Rosaria assiste a denti stretti, immobile e impotente sulla sua sedia, al disfacimento di tutti i suoi dettami.
L'unica arma di ribellione che le resta è smettere di mangiare e bere: un ricatto con il quale, alla fine e nonostante tutto, ancora una volta avrà la meglio.
Addolorata, infatti, vedendo Rosaria allo stremo delle forze, capisce che le rimane una sola strada: l'ennesima resa.
Ormai non può più fare a meno della presenza dell'altra, la sua vita non avrebbe più senso, ed è per questo che torna sui suoi passi e china la testa di fronte all'inespressiva sorella.
E, visto che ho nominato Fidel Castro, come non nominare l' "hasta la victoria siempre" che mi ricorda soprattutto Ernesto "Che" Guevara?
Per quale motivo? Beh, presto detto, alla luce dello sviluppo della storia
uno svelto guizzo della lingua di Rosaria, che attinge nel cucchiaio di minestra portole da Addolorata, rappresenta il suo definitivo, muto grido di vittoria.
Il testo di Gianni Clementi, un autore tra i più apprezzati del teatro contemporaneo italiano, apre una finestra su due vite veramente agonizzanti, specchio di una società, come la nostra, sempre più portata a rinchiudersi a riccio.
Tuttavia, lo spettacolo risulta di una comicità irresistibile e ormai rara.
Lo stile è quello della vecchia tradizione italiana dei battibecchi infiniti, dei tempi comici ben calcolati e dei giochetti semplici che, se ben fatti, fanno ridere di gusto.
Lo spettacolo riesce a divertire ma anche a commuovere e a far riflettere.
Sipario h.21.Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al botteghino del Teatro Angioino, in Mola di Bari alla via S. Pellico n.7, aperto tutti i venerdì, sabato e domenica dalle 18.30 alle h.20.30 e nei giorni di spettacolo dalle h. 17. Tel.0804713061
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