Da "Alma Terra" conosciamo "Il cibo degli dei"; Laboratorio di Cioccolato - 17 Novembre 2018 - Mola di Bari
Chi non ha mai sognato una "Fabbrica di cioccolato" come quella narrata in quello che è fra i più famosi libri per ragazzi scritti da Roald Dahl?
Del resto non bisogna essere per forza degli eterni Peter Pan per sapere che il racconto è ispirato alla giovinezza di Dahl: quando frequentava la Repton School, nel periodo durante il quale la famosa ditta produttrice di cioccolato Cadbury spediva ai collegiali delle scatole piene di nuovi tipi di dolci e un foglietto per votare per fare in modo che potessero immettere sul mercato i dolci preferiti.
Da questa storia sono stati tratti tre film: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart,
La fabbrica di cioccolato di Tim Burton e il lungometraggio animato Tom & Jerry: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato.
Ma se ci rifacessimo solamente al cinema ed alla letteratura faremmo un torto ad un prodotto che è quasi sempre stato importante nella vita dell'uomo, sia da un punto di vista alimentare che da quello simbolico.
Tutti, grandi e piccini, amano il cioccolato, ma assumendolo nessuno pensa al viaggio nel tempo, stimato in circa 4000 anni che si farebbe se volessimo scoprirne le origini.
Se l'essenziale è invisibile agli occhi, citando "Il piccolo Principe", non è detto che non sia interessante il percorso che ha preparato "Alma Terra" per fa conoscere e apprezzare quello del commercio equo e solidale che non solo è etico, ma è anche veramente buono.
A conferma di questa affermazione un confronto fatto da Altroconsumo tra i diversi tipi di cioccolato al 70% : quello del commercio equo ha superato tutti gli altri ed è arrivato primo!
Oggi sembra quasi sicuro che gli Olmechi (1.500-400 a.C.), stabiliti sulle pianure costiere del Golfo del Messico furono tra i primi popoli a coltivare il cacao.
Ma le origini dell’utilizzo umano di questa pianta sono forse più antiche: l’immagine più arcaica viene dal Perù ed è riportata su un vaso di 2.500 anni fa decorato con elementi a forma di bacche di cacao.
Per migliaia di anni il cacao, sensibile alle condizioni ambientali, è stato prodotto e consumato nell’America Centrale, in una vasta area tra il Messico centrale a nord, e Guatemala, Belize, El Salvador e Honduras occidentale, popolata da genti storicamente e socialmente stratificate, tra le quali gli Olmechi, i Maya (1000 a.C.-900 d.C.), i Toltechi (900-1.100 d.C.), i Mexica (o Aztechi, XII-XVI secolo).
Per molte culture dell’America precolombiana i semi di cacao e i commestibili prodotti con essi svolsero un ruolo centrale tanto nelle credenze e nei rituali religiosi quanto negli assetti sociali ed economici.
Il cacao era legato a una complessa simbologia religiosa.
Cacao e mais rappresentavano una coppia fondamentale nella cosmologia mesoamericana, entrambi preparati nelle bevande rituali con l’acqua sacra per alimentare gli dei e gli antenati e ottenerne la fertilità dei campi.
E' attestata l’usanza di provvedere i morti di cacao per propiziare il viaggio agli inferi.
Il cacao era anche associato al sangue e ai sacrifici cruenti agli dei di animali e prigionieri di guerra. Possedere cacao era un segno di ricchezza e di potere politico.
Spumeggianti bevande al cacao sono spesso rappresentate sul vasellame maya e mexica alla base del trono dei re.
Semi e fave di cacao, associati alle tombe dei potenti e offerte alle divinità, erano inoltre usati come una moneta negli scambi interni e internazionali.
Cacao era il dono usuale per cementare alleanze tra leaders politici o ricompensare élites leali.
I preziosi semi, tostati, macinati, mescolati ad acqua e aromatizzati con spezie, chili e altro, si trasformavano in una bevanda amara e piccante, rinfrescante, energetica, stimolante, detta prima cacahualt, probabilmente in onore del dio piumato tolteco-azteco Quetzalcòatl, e poi xocolatl che significa “acqua amara”. Questa bevanda, almeno nella cultura mexica, fu riservata ai ceti dominanti: il sovrano, la famiglia reale, i grandi guerrieri, i più ricchi mercanti.
A ragione il naturalista svedese Linneo nel 1734 avrebbe denominato la pianta Theobroma (“cibo degli dei”).
Tornando ai giorni nostri, studi dimostrano come l'assunzione di cioccolato stimoli il rilascio di endorfine in grado di aumentare il buon umore. Forse è anche per questo che tutti lo amano.
Bisogna che ci diamo da fare per rendere giustizia ad alimento che troppo spesso viene messo al bando nei regimi dietetici, dimenticandoci che grazie a lui potremmo avere ogni giorno una giornata mondiale del sorriso.
Dunque non può che sortire entusiasmo il fatto che Alma Terra per far conoscere più da vicino, questo alimento che è una leggenda vivente, questo cibo che gli Aztechi chiamavano ‘il cibo degli dei’ organizzi un laboratorio che dà la possibilità di partecipare direttamente alle diverse fasi di lavoro che portano alla trasformazione delle fave di cacao in tavoletta di cioccolato.
Non si tratterà, quindi di un museo, ma di qualcosa di vivo ed attivo, cioè potremmo entrare in quel concetto di "Fabbrica di cioccolata", del quale parlavo all'inizio.
Per il laboratorio saranno utilizzati prodotti di prima qualità: pasta di cacao bio e zucchero di canna integrale bio.
Il laboratorio si svolgerà nella sede di Alma Terra, a Mola di Bari, in via Tripoli 19,
sabato 17 novembre , dalle ore 18 alle 20
e si articolerà in due turni (ore 18 e ore 19) della durata di un’ora .
E’ indispensabile la prenotazione (3471565119).
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