(Il lungo) Addio definitivo di Antonio Cassano
Antonio Cassano, genio e sregolatezza del nostro campionato (e non solo) e della nostra Nazionale.
Uno dei numeri più belli di Dylan Dog si chiama "Il lungo Addio"
Gli anni che passano, il confronto tra il prima e il dopo, la giovinezza perduta sono i temi che animano quello che possiamo considerare probabilmente il numero 74 della collana.
Uno dei numeri più belli di Dylan Dog si chiama "Il lungo Addio"
Gli anni che passano, il confronto tra il prima e il dopo, la giovinezza perduta sono i temi che animano quello che possiamo considerare probabilmente il numero 74 della collana.
Dal numero 74 al numero 99 (la cui somma fa 18 come quello d'esordio nel Bari) del fantasista pugliese il passo è breve, anche perché le tematiche potrebbero essere anche le stesse.
Probabilmente non sarebbe più tornato ai livelli di quando lo paragonavano ai più quotati top players, probabilmente non sarebbe mai stato a disposizione di Roberto Mancini per l'azzurro, ex della squadra nella quale aveva cercato di ritagliarsi un spazio nello stesso ruolo dell'attuale CT....
ma... si sa … probabilmente…
visto che con Cassano la certezza non la puoi avere mai.
Nel corso della sua carriera, "FantAntonio" ha collezionato 419 presenze, segnando 115 reti;
con la maglia della Nazionale ha giocato 39 partite e ha realizzato 10 gol.
Cresciuto nel Bari, squadra con cui esplode in Serie A, a 19 anni si trasferisce alla Roma nel 2001. Dopo due stagioni di grande livello a soli 23 anni firma con il Real Madrid, con la vittoria di una Liga, anche se l'esperienza non fu proprio il massimo e Fabio Capello tritò anche lui nella sua personalissima azione di distruggi simboli, come fa in ogni squadra che allena.
Tornato in Italia, entusiasma con la maglia della Sampdoria, squadra con cui segna 35 reti in 96 partite.
Nel 2011 arriva al Milan, con cui vincerà uno Scudetto e una Supercoppa Italiana, poi il problema al cuore, il rientro e il trasferimento all'Inter.
Nel 2013 vola a Parma, prima di tornare ancora alla Samp.
Gli ultimi due anni sono stati due vani tentativi:
Un anno fa con il Verona e l'ultimo, questa settimana, con l'Entella, ma nonostante l'ottimo esordio in amichevole con tre assist gol e l'entusiasmo circostante, non è scoccata la scintilla.
Non quella per L'Entella, ma per il calcio …
Stavolta, dopo aver ripreso ad allenarsi con regolarità, l'ex attaccante della Nazionale ha deciso di ripensarci ancora una volta: l'addio è annunciato come definitivo.
Attraverso una lettera pubblicata dal giornalista Pierluigi Pardo, Cassano ha annunciato il ritiro:
"In questo momento ho altre priorità.
Ringrazio il presidente Gozzi e la Virtus Entella e tutti i tifosi, anche avversari".
Certo per qualcuno il fantasista ha avuto nella carriera un solo ed unico problema, la testa.
Sarà vero?
Bèh, nel caso vince la coerenza:
"In questi giorni ho capito che non più la testa per allenarmi con continuità"
Nella sua lettera d'addio, il grazie più grande va a proprio al calcio:
"Mi ha tolto dalla strada, mi ha fatto conoscere persone magnifiche, mi ha regalato una famiglia meravigliosa e, soprattutto, mi ha fatto divertire da matti.
Adesso comincia il secondo tempo della mia vita, sono curioso di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l'aiuto dei miei piedi".
Sui social, nei bar ed in ogni discussione, Antonio divide,
per alcuni è sempre stato un simbolo anche geografico, tipo la Cattedrale di Trani, altri lo trattano come se si parlasse di un film tipo "capriccio all'italiana", ma tutti sono spiazzati dalle parole del Presidente dell'Entella, Antonio Gozzi:
"Caro Antonio, sapevo che sarebbe stata una scommessa difficile da vincere, ma era giusto provarci. Ti sei dimostrato un amico, offrendo il tuo aiuto nel momento più difficile della mia Entella.
Valeva la pena tentare di recuperare un campione che in una famiglia come la nostra avrebbe potuto chiudere la carriera.
In pochissimo tempo hai ridato entusiasmo e unità ad un ambiente che vive questa incredibile incertezza con tanta rabbia e disperazione. Da parte nostra - conclude Gozzi - abbiamo fatto tutto il possibile.
Sono molto orgoglioso dei miei collaboratori. Tutta la squadra ti ha fatto sentire dal primo giorno uno di loro.
Grazie ragazzi, siamo un grande gruppo".
Si, probabilmente...
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