SE NON SI CAPISCE IL LAVORO CHE SI DOVREBBE DIRIGERE? "SIND A ME VATTIN" O SI ABBIA L'UMILTA' DI COMPRENDERLO, NE GUADAGNEREBBE L'AZIENDA, L'ECONOMIA ED IL LAVORATORE.
Si parla spesso di problemi sul mondo del lavoro; di solito la mancanza dello stesso.
Oggi voglio parlare di un vizio di forma che tocca diverse aziende che tentano di giustificare e di cercare numeri a vanvera, senza cavare un ragno dal buco.
Questo accade parecchie volte perché i piani alti sono lontani anni luce dalla base, non è possibile dirigere qualsiasi attività senza capire cosa, in realtà si proponga.
La conseguenza?
Avete mai pensato al lavoro come ad una storia sentimentale con alti e bassi, baruffe e rappacificazioni, pregi che si trasformano in difetti e che non sopporti più?
A volte è proprio così
significa che ci tieni...
ma proprio per questo talvolta diventa tutto insopportabile e proprio come in una relazione non vedi l'ora di fare in modo che quell'ambiente sparisca il prima possibile dalla tua vista, ogni giorno.
Certo non è la maniera migliore di affrontare la quotidianità della vita, ma sperando sempre in meglio, si continua, aspettando che le cose possano migliorare.
Se individui il o i colpevoli .... beh.... devono sparire....
come quando in una coppia si da la colpa al partner e non si vede l'ora che svanisca dalla tua esistenza.
Spesso cerco di riderci su, ma mi rendo conto che non è sempre facile per tutti.
Perché succede e di chi sono le colpe?
Governi, ...
...politici che "propongono" come affrontare il mondo del lavoro...
che tagliuzzano le ore o spalmano salari, inventandosi contratti buoni solamente a far finta di far crescere l'occupazione (a termine) ed a rovinare la nazione più di quello che è.
Dirigenti che inventano strategie improponibili o che stravolgono tutto quello che si può stravolgere, aggiustandosi numeri a piacimento per giustificare le loro folli teorie.
Il problema è a monte; il pesce si sa, del resto...
puzza sempre dalla testa.
Ovviamente non vale per tutte le aziende e per tutti i dirigenti, ma se a pagare (o ad esser rotti i coglioni) è sempre "il più piccolo"... che poi è quello che di fatto realizza la missione dell'azienda, si andrà avanti in questa maniera balorda.
A pagarne è tutta l'economia.
Un ingegnere che non sa "impastare il cemento", non può essere competente circa la propria professione.
Ci sono situazioni che non riesco a concepire come il fatto che amministratori delegati o comunque dirigenti di grosse aziende, non conoscano assolutamente il lavoro che dovrebbero dirigere.
Credo che sia un grosso problema, perché in questa maniera non solo si fa danno all'azienda, ma cercando di "fare quei numerini" che spesso partono da presupposti sbagliati, fanno l'errore di minimizzare il lavoro di quei dipendenti che giorno per giorno sono a contatto con la vera essenza di quella professione.
Il risultato? Demotivare quella persona che magari ama il proprio mestiere, ma che ad un certo punto, non sta neanche a polemizzare più...
Eppure sarebbe facile, una regola che dovrebbe essere rispettata dall'azienda più piccola, fino alla Formula 1.
Per esempio, Toto Wolff, attuale direttore esecutivo della Mercedes AMG F1, per prendere la scuderia che purtroppo è prima nel mondiale costruttori, ha iniziato la sua carriera nella Motorsport nel 1992 nella Formula Ford austriaca.
Nel 1994 ha vinto la 24 Ore del Nürburgring nella sua categoria.
Nel 2002 ha concluso al sesto posto il campionato mondiale FIA NGT e ha vinto una gara.
Insomma è stato un pilota, chiaro che conosca come funziona la formula uno ed il mondo dei motori, dell'automobilismo e come ci si deve comportare con i piloti.
La mia reazione ad una situazione del genere?
Se non hai mai svolto il lavoro che dovresti dirigere
e non cerchi neanche di capirlo....
"sind a me vattin" ... e passa la paura
...per tutti.
Certo ci potrebbe essere la decenza di cercare di imparare...
o quantomeno cercare di entrare in sintonia con la materia...
ah! dimenticavo siamo in Italia.
.... Stupirci, mai?
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