DRAGAGGIO DEL PORTO DI MOLA; SARA' LA VOLTA BUONA?
Il dragaggio del porto di Mola di Bari, l'abbiamo detto milioni di volte, è prioritario, ma nonostante sia stato tema di campagne elettorali, di intenzioni amministrative e soprattutto un richiamo continuo di tutta la popolazione, non solo delle categorie della pesca, non è stato mai effettuato.
Ad un certo punto con la pesca ferma durante il periodo preposto, quasi è scomparso l'argomento dalle piazze reali e virtuali del paese.
Il Comitato Pro Porto (i cui componenti tengono a sottolineare la natura non partitica dell'organizzazione) è nato come forma di tutela ma soprattutto per rappresentare per l'intera categoria di pescatori; lo scorso Aprile questo ebbe diverse ripercussioni anche sotto l'aspetto social con l'apertura della pagina fb.
Lo scopo, dopo aver condiviso una serie di incontri tra Pescatori e circoli Nautici (lega Navale Daphne e Peternautica) è quello di fare in modo di avere più visibilità dalle istituzioni.
Insomma l'inizio di una nuova organizzazione.
In un paese nel quale ci sono più comitati che cittadini, questa organizzazione specifica assume una connotazione concreta per la sua natura di tutela del lavoro in una città marittima.
Proprio per questo ha continuato la propria attività anche durante il periodo estivo cercando pazientemente di essere più a contatto possibile con il Commissario prefettizio, Dott.ssa Schettini.
Nel pomeriggio del 6 Ottobre 2017 si è svolta l'ennesima riunione, ma questa volta sembra che qualcosa si stia muovendo.
E' chiaro che con queste premesse sia tornato un po' di entusiasmo in una categoria che nonostante caratterizzi con il proprio lavoro il paese di Mola di Bari, è risultata abbandonata a se stessa in tutti questi anni.
Certo, da qualche anno, le leggi sono cambiate attribuendo tutte le responsabilità dell'area portuale al proprio comune d' appartenenza e nelle casse comunali non ci sono i fondi per compiere questo tipo di lavoro, ma è anche vero che data la posizione della cittadina e la propria economia, si doveva cominciare a pensare ad un minimo di manutenzione da almeno una ventina d'anni a questa parte.
"Chi fa da sé fa per tre"? Beh! Nonostante il monitorare ,comunicare, confrontarsi con gli enti preposti, cercando quanto prima possibile una soluzione per un dragaggio urgenza assoluta, è chiaro che il comitato non ha né le possibilità economiche, né le competenza ad effettuare una tale operazione.
Ovviamente nessuno ha mai detto che il porto dovessero dragarselo i pescatori, era un voler estremizzare il concetto, sia ben chiaro.
Ad ogni modo la riunione ha soddisfatto le parti interessate.
Si è riferito alla marineria ed ai presenti in generale di quanto detto durante l'incontro formale tra i membri del comitato e colei che attualmente svolge le mansioni di Sindaco, ovvero il Commissario Paola Schettini.
L'intento infatti era proprio quello di avere un quadro completo e concreto sullo stato delle cose, le pratiche burocratiche da avviare, ecc... per fare in modo che anche il nostro paese possa essere inserita nel bando stanziato dalla Regione Puglia.
La mancanza di fondi per poter avviare il progetto preliminare, è stato sempre il problema principale.
Non si può intervenire su un territorio senza aver studiato le caratteristiche di un fondale; come di conseguenza non si possono preparare un piano o un progetto adeguato.
Invece la dott.ssa Schettini ha dato rassicurazioni proprio in questo senso:
L’istanza riguardante la somma di € 100.000 sarà ottenuta della Città Metropolitana e questo farà in modo che si potrà eseguire la fase preliminare.
Una bella notizia che cozza con quelli che quasi sicuramente saranno i tempi della macchina burocratica, ma comunque una svolta importante in una vicenda che si protraeva da tempo immemore e che ha portato ad una situazione grottesca e paradossale, oltre che tragica.
Spero vivamente che si proceda il più velocemente possibile e che una volta tanto la burocrazia italiana si smentisca.
Del resto finito il "fermo biologico" la marineria è tornata a sfidare quello che più che bacino portuario sembra il percorso della Parigi Dakar;
la speranza è quella di non scrivere più di pescherecci "incagliati" e di persone in pericolo, ma bisognerà veramente fare i miracoli al timone.
In più si va verso l'inverno e condizioni climatiche non proprio favorevoli alla categoria.
Il mestiere è già abbastanza duro e pericoloso in condizioni normali, non è veramente più possibile accettare il fatto che questi lavoratori debbano rischiare anche più di quello che accadrebbe ogni giorno, in condizioni normali.
Ad ogni modo, le notizie sono buone,
aspettiamo ancora un altro po' ... fiduciosi.
Sarà la volta buona?
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